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info: https://www.dueruote.it/prove/anteprime/2021/02/11/aprilia-tuono-660-la-prova-il-prezzo.html
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Anteprima mondiale: Aprilia Tuono 660, la PROVA!

Stefano Gaeta
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Lei non ha paura di nessuno, perché ha un manubrio largo, una ciclistica a punto, un bicilindrico frizzante. È la ricetta perfetta per far assaporare al suo pilota il gusto pieno della guida

Poco più di 200 km separano Milano da Noale. Due ore d’auto nelle quali non possiamo non ripensare all’ultima volta che eravamo stati al quartier generale Aprilia, pochi mesi fa, per l’esaltante presa di contatto con la RS 660. E non solo per quello, perché – ora ve lo possiamo confessare – poco prima di rientrare verso casa ci avevano fatto promettere che, se avessimo mantenuto un rigoroso silenzio, avremmo potuto dare una sbirciata al prototipo quasi definitivo della Tuono 660. Così ci venne immediata l’acquolina in bocca, al solo pensiero di poter metterle presto sopra le mani. O il sedere, forse è meglio.

Con la RS e la Tuono 660 in Aprilia hanno ritrovato quell’entusiasmo di spirito che si rifletteva, in maniera inevitabile, sulle qualità dinamiche delle loro moto di piccola cilindrata negli anni 80/90

L'attesa è finita

Quel momento è arrivato: quindi a noi due, piccola monella. Com’è fatta ve lo abbiamo già raccontato in modo approfondito. Non vi annoieremo con le ripetizioni, ma prima di dar fuoco alle polveri del bicilindrico frontemarcia da 95 CV a 10.500 giri è d’obbligo qualche rapida precisazione. Con la Tuono 660 Aprilia entra (o per meglio dire rientra) nel segmento delle naked di media cilindrata: ma lo fa con un prodotto che non ha, di fatto, concorrenti dirette. Naturalmente il risultato della Tuono non è arrivato solo mettendo un manubrio alto alla RS 660. Per aumentare il feeling del pilota nella guida su strada e renderla ancora più facile e immediata, sono arrivate significative modifiche a livello di ciclistica, dal fissaggio del motore nel telaio alle quote dell’avantreno. Il risultato è quindi una moto intuitiva, equilibrata oltre ogni ragionevole immaginazione ma, allo stesso tempo, performante ed estremamente efficace.

NELLO SVILUPPO DELLA TUONO, IN APRILIA, HANNO MESSO AL CENTRO LA GUIDA. STOP. FOCUS ON RIDE

Prova a prendermi

Fatta questa premessa, infiliamo la chiave nel quadro e ci prepariamo a godere del suono del “baby V4”. Sì, lo sappiamo: qui i cilindri sono due, e in linea per giunta. Ma il gruppo termico della 660 si può definire in modo dozzinale una “bancata del V4”. E la fasatura degli scoppi è a 270°. Messo tutto insieme, questo twin riesce ad avere una voce simile a quella del leggendario parente. E come antipasto, naturalmente, ci piace moltissimo.
Ma concentriamoci sulla posizione in sella, la differenza più macroscopica rispetto alla RS: manubrio aperto il giusto che, abbinato all’altezza sella, regala una corretta postura per il busto, mentre le pedane impongono un naturale grado di flessione alle ginocchia (chi scrive è alto poco più di 170 cm). L’esemplare a nostra disposizione è dotato della piattaforma inerziale a sei assi (optional), alla quale viene abbinato il quick shifter. Muoviamo i primi metri, lasciandoci alle spalle lo stabilimento di Noale. Siamo guidati da un paio di figure mitologiche per la Casa veneta, i collaudatori che hanno seguito tutto il progetto 660. La Tuono è stretta tra le gambe e il peso ridotto – 183 kg in ordine di marcia – la rendono facile da gestire anche a bassa velocità. Procedendo al piccolo trotto tutto funziona già alla perfezione, con la risposta del ride-by-wire così a punto che sembra di avere le mani sul pneumatico posteriore. Anche cambiando rapporto a un basso numero di giri la resa del cambio elettronico non presta il fianco a critiche.
Le sospensioni pluriregolabili KYB regalano una risposta molto simile a quella che avevamo trovato sulla RS (anche se il settaggio è ovviamente dedicato alla Tuono), con un’incredibile capacità di assorbire ogni asperità senza risultare “molli” quando si viene presi dalla voglia di alzare il ritmo. La strada si “apre” e la Tuono ci fa capire di essere pronta a farci divertire. Più alziamo il ritmo e tutto sembra trovare - ancora di più - la giusta collocazione, ogni singolo componente pare iniziare a dare il massimo. Il motore ha un passaggio ai medi privo di incertezze, una “bella schiena” come si dice in gergo. Ti spinge fuori dalle curve con veemenza ed è un piacere sentire la manopola del gas andare a fondo corsa senza essere presi dai patemi che le potenze stratosferiche degli ultimi anni tendono a regalarci. Qui c’è “soltanto” una spinta sempre pronta, grazie anche alla scelta di una rapportatura un po’ più corta rispetto a quella della RS 660. Il twin veneto non disdegna però di allungare fino all’intervento del limitatore, che anzi arriva quando, a sensazione, lui avrebbe ancora qualche cosa da dire.

95 CV BASTANO (E AVANZANO) PER DIVERTIRSI, SOPRATTUTTO SE LA CICLISTICA È QUELLA DELLA TUONO 660

Una reattività sorprendente

Come su tutte le Aprilia del terzo millennio, l’elettronica gioca un ruolo fondamentale nella resa della Tuono. Le ampie possibilità di regolazione permettono al pilota di modellarsi le risposte della moto davvero in base ai propri gusti. I setting preimpostati dei riding mode (tre dedicati alla strada e due alla guida in circuito) agevolano le cose all’utente che deve quindi limitarsi a scegliere quello più indicato al percorso che sta affrontando. Stupisce quanto siano reattive le risposte della Tuono ad ogni indicazione del suo pilota, rimanendo sempre molto neutra e davvero mai nervosa. Anche quando, volontariamente, andiamo a cercare qualche reazione scomposta nei cambi di direzione più repentini. “Tutto qui quello che sai fare, uomo?”, sembra volerci dire la Tuono. L’ingresso in curva è di una precisione assoluta, la tenuta della traiettoria è così puntuale che permette al pilota di concentrarsi solo sulla curva successiva. E quando capita di battezzare male il raggio di una curva che, magari, chiude all’ultimo, la Tuono si accontenta di uno spostamento un po’ più accentuato del busto per accompagnarci a chiudere la svolta. Efficacia assoluta. A fronte, tra l’altro, di un davvero ridotto impegno psico-fisico.

Il 660 è un motore dalle grandi prestazioni; essendo destinato a un’ampia famiglia di moto, comunque, non è un twin “tirato

Non è una naked, è una Tuono!

Siamo convinti che la Tuono 660, nelle mani giuste e su un percorso guidato, sia in grado di mostrare il codino a moto dalle prestazioni ben più elevate. Difetti? Difficile trovarne qualcuno. Ci sarebbe piaciuto un primo attacco della frenata un filo meno aggressivo, vista la destinazione in primis stradale della Tuono. E la qualità di alcune plastiche, pur se di buona fattura, non ci ha proprio fatto gridare WOW. Sportiva ma fruibile, performante ma alla portata di molti, la Tuono 660 è in vendita a 10.750 euro c.i.m. e va quindi a sgomitare in una fascia di prezzo dove i suoi valori - il piacere di guida puro e le prestazioni sfruttabili - sono obiettivi condivisi da alcune apprezzate colleghe, anche di cilindrata superiore. Ma lei, la Tuono 660, non ha paura di nessuno, soprattutto in virtù della sua unicità: è diversa da tutte, anche nel design. Più che una naked, si può definire una sportiva con meno sovrastrutture: cupolino minimal affusolato, ali aerodinamiche studiate in galleria del vento per indirizzare aria fresca verso le gambe del pilota, codino sfuggente. Lei non è una naked, lei è una Tuono.
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