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Triumph Bonneville SPEEDMASTER: born in the UK

Alessandro Codognesi il 25/01/2018 in Anteprime

A metà tra la Bobber e la T120, questa cruiser inglese abbina il classico stile british all'irriverenza tipica delle moto americane. Facile e alla portata di tutti nella guida, esclusiva nel prezzo

Triumph Bonneville SPEEDMASTER: born in the UK
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Avete presente la Bobber Black? Se state leggendo questa prova, probabilmente sì: difficile, a oggi, trovare una moto di serie tanto seducente. Però… però poi si devono fare i conti. Con la fidanzata, che magari in moto vuole venirci anche lei. Oppure con il bisogno di mettersi in box una moto un po' più pratica.
In Triumph avevano calcolato quest'eventualità, cioè che qualcuno avrebbe potuto desiderare una Bobber più versatile, e così hanno messo in gamma la nuova Bonneville Speedmaster. Non è solo questo, ovviamente: l'ultima nata di Hinckley (che va a sostituire la precedente Speedmaster da 865 cc) è innanzitutto un'elegante moto classica inglese... che però non fa nulla per nascondere la sua forte vocazione di cruiser all'americana. Insomma, un po' bobber, un po' classic.

Come è fatta

La meccanica prevede uno dei motori più gustosi in circolazione: ci riferiamo al bicilindrico parallelo High Torque da 1.200 cc con fasatura a 270°. Significa che è tarato per esprimere tanta coppia "sotto", a quei regimi tipici delle moto da viaggio all'americana: 106 Nm a 4.000 giri, e una curva che ai bassi regimi è quasi il 10% più ricca della cugina Bonneville T120. Non manca una gestione elettronica al passo coi tempi, che va dall'alimentazione ride by wire a due mappature (Road e Rain), fino al controllo di trazione disinseribile e al cruise control.

La ciclistica ricalca quella della Bobber Black: telaio doppia culla in acciaio con interasse di 1.510 mm, cerchi a raggi da 16", forcellone a "gabbia" oscillante che simula una configurazione hardtail, cioè priva di sospensione. E invece, sotto la sella è nascosto un monoammortizzatore con leveraggio progressivo, regolabile nel precarico della molla. La forcella è inedita: una Kayaba con steli da 41 mm, priva di regolazioni.

Non mancano poi alcune furbizie per celare elementi di modernità che potrebbero tradire il suo look vintage: le alette dei cilindri simulano il raffreddamento ad aria, i finti carburatori (ormai un classico per Triumph) celano l'impianto d'iniezione, mentre il radiatore c'è ma quasi non si vede, incastonato in verticale nella culla del telaio. L'impianto frenante è tutto nuovo: all'avantreno ci sono due dischi da 310 mm con pinze Brembo. Le pedane sono avanzate e il manubrio "beach bar" ha una piega molto accentuata verso il pilota. Il serbatoio arriva dritto dritto dalla T120 ed è da 12 litri (3 lt. in più di quello della Bobber), mentre la fanaleria è full led. In totale, fanno 224 kg dichiarati a secco.

La prova

Ci si accomoda su una sella ben imbottita, non stretta ed estremamente bassa da terra (705 mm). Il serbatoio è largo il giusto e il manubrio, piuttosto lontano, corre incontro al pilota: è ampio e ha una piega molto accentuata agli estremi. Occorre farci l'abitudine, perché i polsi rimangono parecchio piegati. Seduti col busto eretto e le ginocchia ad angolo retto, si accendono i due tonanti cilindri, che pare non vedessero l'ora di prendere vita: la voce ricorda le muscle car americane, quelle oltre i 5 litri di cilindrata.

Muoversi con la Speedmaster è piuttosto semplice. La larga ruota anteriore da 130 e il manubrio dalla piega pronunciata non tolgono feeling all'avantreno: ci si muove con agilità grazie al baricentro rasoterra e arretrato e allo sterzo leggero e molto comunicativo, un fatto inaspettato su questo genere di moto. Lasciarsi cullare dal suo bicilindrico sottocoppia è un vero spasso: si possono quasi contare i battiti del motore ma non ci sono strappi o vibrazioni indesiderate.
Ma è tra le curve che la Speedmaster sorprende. Pur con i suoi tempi (non è una scheggia a chiudere le traiettorie), scende in piega sincera, senza richiedere sforzi particolari. Al contrario, piace la stabilità e la sicurezza con cui permette di grattare le pedane (momento che, da vera cruiser all'americana, per i nostri gusti arriva un po' troppo presto).

Si guida sciolti, pennellando con precisione le traiettorie, stando attenti a non strafare anche se invogliati dal motore e dalla bontà della ciclistica: "spigolare" non è certo nelle sue corde. Al telaio sincero e alle sospensioni ben tarate fa il paio un motore realmente gustoso. I 77 CV possono sembrare poca cosa, ma il bicilindrico è tutta coppia. La cavalleria è ben spalmata lungo l'arco di erogazione (che non è poi così ampio), e ogni giro in più del motore è spinta utile. Si può tenere la marcia alta anche per procedere spediti, certi di avere sempre a disposizione una bella riserva di muscoli. Della frenata ci si può fidare: è potente e ben modulabile. Il pacchetto meccanico ha un contorno elettronico efficace, che interviene solo quando serve: la mappa Road è buona sempre, anche per andare al trotto (non è certo aggressiva) e l'ABS è discreto nel suo intervento. Il Traction Control aiuta a gestire l'importante coppia motrice sui fondi rovinati o umidi.

Insomma, la nuova Speedmaster è un'ammiraglia coi fiocchi, godibile anche con un certo spirito da viaggiatori "all'americana". E non a caso la gamma accessori, anche in chiave touring, è ricca e variegata: il catalogo comprende più di 130 pezzi, tutti disponibili sul configuratore online.

Colori e prezzi di listino

I listini? Si parte dai 14.550 euro c.i.m. richiesti per la Speedmaster base, disponibile nella colorazione nera. Per la rossa si spendono 125 euro in più, mentre per la colorazione in bianco-nero con finiture dorate il sovrapprezzo è di 300 euro. Siamo a livelli importanti, nessuno lo nega, ma lei non è solo un bell'oggetto, ma una bella moto che si guida d'incanto.

Dati tecnici dichiarati


Motore
2 cilindri in linea, 1.200 cc, alesaggio x corsa 97,5 x 80 mm, raffreddamento a liquido, rapporto di compressione 10:1, distribuzione monoalbero a camme in testa, 4 valvole per cilindro, iniezione elettronica con 2 corpi farfallati Full RbW da 44 mm, lubrificazione a carter umido
Trasmissione
finale a catena; frizione multidisco in bagno d'olio assistita con comando meccanico; cambio a 6 rapporti
Controlli elettronici
gestibili dal pilota
2 mappe motore; controllo di trazione
e ABS disattivabili
Ciclistica
telaio a doppia culla in tubi d'acciaio, inclinazione cannotto di sterzo 25,3°, avancorsa 91,4 mm; forcella da 41 mm non regolabile; forcellone in tubi di acciaio e ammortizzatore regolabile nel precarico molla; escursione 90/73,3 mm
Freni
ant. 2 dischi da 310 mm, pinze a 2 pistoncini; post. disco da 255 mm, pinza
a doppio pistoncino; ABS
Pneumatici
ant. 130/90-B16;
post. 150/80-R16
Dimensioni (mm)
lunghezza 2.195, larghezza 770, interasse 1.510, altezza sella 705, serbatoio da 12 lt, peso a secco 245,5 kg
Prestazioni dichiarate
77 kW (57 CV) a 6.100 giri, 106 Nm (10,8 kgm)
a 4.000 giri
Colori disponibili
rosso, nero, nero-bianco

Pregi

Finiture Guida Motore

Difetti

Manubrio Luce a terra
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