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KTM 1290 Super Duke R: R come... Rabbia

di Alessandro Codognesi il 13/12/2016 in Anteprime

La nuova KTM 1290 Super Duke R si arrabbia e vede rosso. Grazie a indovinate modifiche alle testate, all'alimentazione, all'elettronica e alle sospensioni, la naked austriaca è ora più sportiva... pur mantenendo la sua indole versatile. In più da oggi è Euro4. Sarà disponibile da febbraio 2017 a 16.600 euro in due colorazioni: bianca con telaio arancione oppure tutta nera

KTM 1290 Super Duke R: R come... Rabbia
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"Ora decollo!". A questo ho pensato scatenando la nuova KTM Super Duke R sul lungo rettilineo della pista di Losail in Qatar. Zero protezione e motore da effetti speciali: così era prima, così è ora, ma qualcosa (parecchio a dire la verità) è cambiato. Solo che non si direbbe. O quantomeno non a prima vista.

Sembrano passati secoli da quando KTM produceva esclusivamente moto da fuoristrada, ma la verità è che si tratta solo di pochi anni fa. Ora, nella sede di Mattighofen, ci sono uffici moderni, fatturati oltre il miliardo annuo e un reparto R&D che è una piccola fornace di nuove (buone) idee. Ma bando alle ciance, oggi siamo qui per altro: provare la nuova Super Duke R.

Questa naked non è stata stravolta, ma molte sono le aree soggette a interventi. Si parte dal motore: il V2 da 1.301 cc ha nuove camere di combustione, valvole in titanio più leggere, rapporto di compressione aumentato e cornetti di aspirazione accorciati di 10 mm. Il risultato sono 4 CV in più (ora 177 a 9.750 giri) e 141 Nm a 7.000 giri. Ovviamente questa unità è anche omologata Euro4 ed è capace di girare 500 giri più in alto.

Anche il pacchetto elettronico ha ricevuto un upgrade non trascurabile. Optional infatti ora c’è il Performance Pack: all’MTC e all’ABS di serie (ora di tipo Cornering), si affiancano l’MSR (Motor Slip Regulation) che controlla il freno motore in staccata, il Quickshifter+ (con funzionamento sia nell’inserimento delle marce sia in scalata) e il KTM My Ride (per connettere lo smartphone alla strumentazione). Il tutto costa 549 euro. Per chi non si accontenta c’è anche il Track Pack (349 euro) che offre nuove funzionalità, come il Ride Mode Track, il Launch Control e l’MTC a nove livelli, regolabile anche in movimento con i pulsanti posti sul blocchetto sinistro. Tutto questo può essere monitorato in ogni momento mediante la nuova strumentazione TFT a colori, molto luminosa e intuitiva da consultare.

Per quanto riguarda la ciclistica, in KTM hanno lavorato per ottenere una moto più sportiva e precisa nell’uso estremo. A tal fine la forcella da 48 mm (regolabile nel freno idraulico in estensione e in quello in compressione, ma non nel precarico) e il mono sono stati completamente rivisti sia nella molla (più rigida) sia nell’idraulica. Più sportiva anche la posizione di guida grazie al manubrio più largo (+20 mm), più avanzato (di 18,5 mm) e più basso (-5 mm). Anche l’occhio vuole la sua, per questo la Super Duke R monta un nuovo faro a Led dalla linea aliena. Da segnalare anche il telaietto posteriore, ora in bella vista, e le plastiche del serbatoio ridisegnate. La Bestia 2.0 (così la chiamano gli insider KTM) sarà disponibile da febbraio a 16.600 euro in due colorazioni: bianca con telaio arancione oppure tutta nera.

Il fatto che in KTM abbiano scelto come palcoscenico il circuito di Losail la dice lunga sulla fiducia che hanno nei confronti di questa bicilindrica, sulle sue doti dinamiche: la pista del Qatar è un banco prova complicato per una carenata con i semimanubri, figuriamoci per una naked. Ma la Super Duke se ne infischia di certe elucubrazioni dimostrandosi invece un’ottima sportiva da pieghe e cordoli.

Gran parte del merito va alla nuova posizione di guida: come in passato si ha la sensazione di entrare nella moto, ma ora tutto è “spostato” in avanti. L’obiettivo di aumentare il carico delle braccia è riuscito, ma senza rendere problematica la guida stradale. Fin dai primi metri si apprezzano subito gli upgrade tecnologici come la strumentazione (a inclinazione regolabile), il cruise control e il sistema keyless, soprattutto nella (poca) guida in strada che KTM ci ha concesso. Entrando invece nel recinto della pista, una cosa su tutte spicca: la raffinatezza del pacchetto elettronico. Sembrano i classici aggettivi da cartella stampa (“potente e facile grazie all’elettronica…”), ma così non è. Fin dai primi giri ci si può concedere il lusso di ruotare fino in fondo la manopola destra, sicuri che il Traction Control non solo vi eviterà la sala gessi, ma avrà la cura di non farvelo notare (sempre se si soprassiede sulla piccola spia gialla lampeggiante nel cruscotto).

E meno male che c’è, il TC, perché il motore ha tutto meno che delle buone intenzioni. Nonostante la risposta al gas perfettamente calibrata, la forza del V2 è di un’intensità soffocante, in qualunque marcia e a qualunque regime. Ora più di prima grazie al maggior allungo: la Super Duke non “chiama” la marcia successiva quando si arriva in zona rossa e se serve permette di insistere con lo stesso rapporto qualcosa in più rispetto a prima senza venir penalizzati dall’intervento del limitatore. Nella guida si apprezza enormemente anche il quickshifter, efficace e abbastanza rapido sia a salire con i rapporti, sia in scalata.


I primi turni sono andati, il polso è caldo ed è il momento di passare al ride mode Track: l’ABS è in versione Supermoto (controlla solo la ruota anteriore) e il Traction è sul livello 4. Ora si ragiona: il motore è ancora più vigoroso e l’ABS non interferisce nelle staccate più “ignoranti”. L’assetto delle sospensioni è ottimo (difficile dire, a distanza, quanto sia migliorato), tendente al morbido ma neutro. Ciò significa che per staccare il miglior tempo la Super Duke predilige una guida rotonda, senza portare la frenata fino a centro curva o anticipare troppo il gas in uscita. Guidata così è molto efficace. Ma come sempre accade, per i più esperti e i “racing oriented” tutto ciò potrebbe non bastare. E in KTM lo sanno bene… Quasi leggendo nei nostri pensieri, nel box accanto risvegliano una Super Duke preparata come si deve: scarico completo Akrapovic, forcella e mono WP Racing, gomme Pirelli Diablo Superbike Slick: praticamente uno strumento di guerra. Dove la standard pareva indecisa lei si fionda alla velocità del pensiero pur rimanendo stabile. Il grip è esagerato, la precisione assoluta. Mai una sbavatura, una indecisione, e vien voglia di osare un po’ di più, giro dopo giro. Che gusto!

Insomma, strada… pista… tempo sul giro. Tirando le somme, la nuova Super Duke R è una naked sportiva davvero eclettica. Come in passato, non è la più racing della categoria (a meno di non farsi prendere la mano dal “lato oscuro della forza” chiamato Power Parts…), ma di sicuro è quella che soddisfa il range più ampio di richieste. Sa andare come un razzo ma è docile se usata a passeggio, è comoda e non stanca le braccia. Serve altro?
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