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MV Agusta Brutale 800: il primo contatto

di Christian Cavaciuti, a cura di Stefano Borzacchiello il 28/01/2016 in Anteprime

Abbiamo appena provato sulle strade che da Marbella portano a Ronda la nuova Brutale, l’icona di casa MV, che guadagna un carattere più trattabile... ma non troppo, come impone il suo DNA. Arriverà a giorni nelle concessionarie, a 12.680 euro con un ampio catalogo per la personalizzazione

MV Agusta Brutale 800: il primo contatto
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Con questa versione la MV Agusta Brutale è giunta alla terza generazione, ma in un certo senso non è cambiato nulla. “Se riprendiamo in mano i primi bozzetti del progetto Brutale, di quasi 20 anni fa, gli elementi di base del design sono rimasti gli stessi. Era già tutto lì” dice il responsabile dello stile MV Adrian Morton.
Se da una parte questo è segno della capacità del progetto iniziale di precorrere i tempi, è altrettanto certo che nei quindici anni di carriera della Brutale il mondo sia parecchio cambiato. E che sia cambiata la stessa MV Agusta, ormai forte di una solida alleanza con AMG e vicina alla soglia delle 10.000 unità l’anno che segna un po’ lo spartiacque tra il costruttore artigianale e il costruttore industriale. MV sta dunque vivendo la non facile transizione che comporta anche l’introduzione di modelli meno “di rottura”, come la Turismo Veloce dello scorso anno.

La nuova MV Agusta Brutale 800 è quindi veramente una versione 2.0 che fa, stando anche alle dichiarazioni del presidente Giovanni Castiglioni, una doppia promessa: mantenere intatto il suo capitale di emozioni ma diventando allo stesso tempo più amichevole. La Brutale “piccola” diventa così il veicolo più moderno della gamma MV e si carica sulle spalle, insieme alla Turismo Veloce, il compito di portare nuovi appassionati nella schiera degli acquirenti dell’azienda di Schiranna.
Come si fa a coniugare le tipiche emozioni forti della Brutale – una moto che da quando è nata ha sempre tenuto fede al suo nome, con una reattività che non le mette alla portata di tutti – con una maggiore accessibilità? Tanto per cominciare, si rinforza il suo carattere estetico. Il lavoro portato avanti dal team di Morton, e in particolare dalla matita di Carles Solsona, ha mantenuto l’aspetto compatto e proiettato in avanti della Brutale, affinando i passaggi e la continuità delle linee (in particolare tra faro e serbatoio) e aggiungendo stilemi recenti, come il codino corto e sospeso ripreso dalla Dragster e dalla Turismo Veloce. Nel contempo sono spariti quasi tutti i cavi elettrici a favore della pulizia, ed è aumentata ulteriormente la cura dei dettagli, della verniciatura e dell’assemblaggio: un’operazione sicuramente riuscita, che rende la Brutale emozionante già da ferma.

Le novità dal lato tecnico sono altrettanto ricche. Il motore è ora omologato Euro4 ed è stato reso con l’occasione molto più pieno ai bassi a discapito della grinta agli alti di cui una moto del genere, da usare in strada e non in pista, può anche fare a meno; ha una rapportatura più lunga, una differente fasatura, nuovi pistoni e un significativo lavoro per ridurre gli attriti interni, col risultato che il consumo su strada è sceso, stando alle dichiarazioni, del 20%. Il telaio ha nuovi attacchi motore per avere un baricentro più alto e il cannotto più aperto di 1°, così che l’avancorsa passa da 96,2 a 103,4 mm e l’interasse da 1.382 a 1.400 mm, a tutto vantaggio della stabilità. Aumentata anche la corsa delle sospensioni, per rendere più efficaci i trasferimenti di carico: una lezione imparata dalla F3 di Jules Cluzel, dalla quale è pure ripresa la filosofia di gestione motore che privilegia i medi regimi. L’elettronica ha infatti algoritmi completamente nuovi per tutte le funzioni, dalle mappature al quickshift, e per completare il quadro arrivano le nuove Pirelli Diablo Rosso III, coperture dall’aderenza fantastica in tutte le condizioni e che debuttano proprio con la Brutale 800 2016.

Sulla carta, insomma, la Brutale 800 2016 è un oggetto completamente diverso dal precedente. Abbiamo potuto verificare i risultati del lavoro fatto a Schiranna sulla spettacolare strada che porta da Marbella a Ronda, nell’entroterra andaluso: una serie interminabile di curve di tutti i tipi, a raggio corto e largo, paraboliche e in contropendenza, ravvicinate o separate da allunghi, che ha permesso di saggiare a fondo la guida dell’ultima MV.
Il motore e l’elettronica, che Turismo Veloce a parte ci avevano sempre consegnato delle MV decisamente reattive, quasi brusche, hanno effettivamente guadagnato molta trattabilità. Il tre cilindri 800 Euro4 riprende ora con buona regolarità già da 2.500 giri, e allunga fino a oltre 11.000 senza esitazione, ma anche senza la caratteristica entrata in coppia dei suoi predecessori. Ha forse perso un po’ di batticuore in questa circostanza, ma ha guadagnato sicuramente in termini di sfruttabilità, assistito da un cambio elettronico (sia in salita che in scalata) finalmente a punto, anche se appena un po’ lungo in termini di corsa del comando e di tempo di innesto. Ale tre mappe motore (normal, sport, rain) si affianca la quarta, “custom”, personalizzabile assemblando “pezzi” delle altre tre: una scelta intelligente per permettere di cucirsi la moto addosso in termini di risposta al comando del gas, freno motore, intervento del limitatore e una mezza dozzina di altri parametri.

Anche la ciclistica ha mantenuto l’agilità della vecchia Brutale a 3 cilindri, ma la parola “agilità” non rende completamente l’idea di quanto millimetrica sia la precisione di questa moto. Probabilmente grazie all’albero controrotante, sia i cambi di direzione che le correzioni a centro curva sono assolutamente fulminee; come contropartita c’è una comunicatività dell’avantreno in ingresso curva non fra le migliori, per quanto la stabilità anche a velocità elevata sia sempre garantita. Le sospensioni sono decisamente sostenute, soprattutto la forcella, mentre la taratura del mono è tutto sommato adeguata al tipo di moto.

Nel complesso la guida che ne risulta è senz’altro veloce, ma anche impegnativa: la Brutale è una moto che sa emozionare, ma che chiede di concentrarsi sulla guida e di pensare a quello che si sta facendo. Rispetto alla precedente è ingentilita e non scalpita per accelerare: consente anche di andare a spasso e godersi il paesaggio. Se però si vuole un passo più svelto, in cambio del coinvolgimento di prim’ordine che sa regalare, richiede impegno. L’insieme delle caratteristiche in termini di ergonomia (molto compatta), erogazione (molto pronta) e ciclistica (molto reattiva) la rendono un’amante generosa, ma anche gelosa. Del resto, se così non fosse, non potrebbe più chiamarsi Brutale.
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