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Il nostro tour al Museo Piaggio

testo di Tiziana Crimella, foto di Roberto Mele il 20/11/2008 in Moto & Scooter

Sala per sala vi accompagnamo alla scoperta dell'affascinante casa dei ricordi dell'azienda di Pontedera che raccoglie la storia del marchio italiano attraverso le Vespe più significative e non solo

Il nostro tour al Museo Piaggio
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Un treno sfonda le vetrate di uno dei capannoni più antichi dello stabilimento Piaggio: è un MC2 realizzato interamente in acciaio inossidabile, prodotto dalla Casa di Pontedera nella prima metà degli Anni '30. Ci accoglie con quest'immagine il Museo Piaggio, inaugurato nei primissimi mesi di questo nuovo secolo e intitolato a Giovanni Alberto Agnelli.
Appena entrati, oltre l'imponente muso dell'MC2, sono allineate le Vespe di Giorgio Bettinelli, viaggiatore e scrittore scomparso recentemente.
Qualcuno lascia dei pensieri, qualcun altro anche dei fiori. Poi si entra. L'ingresso è un colossale ritocco post moderno, ideato per accogliere mostre di pittura; vi trova spazio il negozio di libri e abbigliamento e, sorpresa, la vecchia portineria con i cartellini dei dipendenti e la teca con le chiavi.
L'affascinante passaggio obbligato per accedere all'unica grande sala espositiva si traduce in un tuffo nel passato e una immersione totale nella storia della Piaggio, dalle sue origini a oggi.
La sezione visibile dell'Archivio Storico è un interminabile corridoio che contiene circa 4.000 raccoglitori. Questa è la parte più corposa dei 150.000 documenti che riguardano gli atti della società e le pratiche di tutti i lavoratori, dal 1917 agli anni Settanta del Novecento. Nelle teche disposte lungo il corridoio, i documenti più significativi si lasciano leggere e raccontano di brevetti, assunzioni, salari, diatribe con clienti e fornitori, debiti e crediti, vittorie e sconfitte.
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E così arriviamo nella grande sala. Quella dedicata alla Vespa. Qui si sono proprio tutte, in una tanto impressionante quanto superba sequenza di pezzi di storia, o di ricordi, per chi può dire "io c'ero". La Vespa Montlhery, nata per promuovere l'immagine sportiva della Vespa e che, il 7 aprile 1950, sul circuito francese da cui prese il nome, conquista, in dieci ore di prove e tre piloti che si alternano, 17 record del mondo. La Siluro, che nel 1951 conquista il record del chilometro lanciato correndo alla velocità di 171,18 chilometri orari. La MP6 Prototipo, progettata da Corradino D'Ascanio quando la guerra era ancora in corso: non ha ancora un nome quando lui la presenta a Enrico Piaggio che, notando la parte centrale molto ampia, esclama "Ha la vita stretta, pare una vespa!" e Vespa si chiamò. Accanto a lei, la Vespa 98 Circuito, costruita nel 1946 per dimostrare al mondo quanto fosse competitivo nelle gare il piccolo scooter uscito appena da pochi mesi. E ci sono, naturalmente, tutti gli altri modelli Vespa, dalla 125 U, come utilitaria, alla versione Corsa, con telaio in lega, alla 125 Sei Giorni, derivata dalle competizioni di regolarità. Ci sono il Paperino e la 90 Supersprint, la 150 Side-car fino alle più recenti 200 Rally. Passando per qualche oggetto bizzarro, come la Vespa 150 S Salvator Dalì, tenuta sotto vetro, e modelli di ispirazione artistica e creativa, come la "Mucca Pazza per la Vespa", seconda classificata a Vesparte 2001. La parte dedicata ai veicoli speciali comprende il Calessino, nella sua primissima versione e in quella attuale, accanto all'Ape Pentarò in una riuscita versione "Antincendi" del 1962.
La cornice della sala è un tripudio di manifesti e poster con gli slogan pubblicitari, leit motiv degli anni Settanta.
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Posta in un soppalco sopra le Vespe, la piccola sala accoglie i modelli più incredibili della storia della Gilera. A partire dalla primissima VT317 del 1909, l'inizio del mito Gilera, di stretta derivazione ciclistica nell'impostazione generale: la moto non ha né frizione né cambio ed è dotata di trasmissione per mezzo di una cinghia in cuoio. In mostra la Otto Bulloni, lanciata nel 1935, accanto alla 500 Rondine Circuito, a quattro cilindri sovralimentata con un motore di derivazione automobilistica. E poi ancora, la 500 Saturno Cross, la prima ufficiale da cross che fa la sua apparizione nel 1952 e la Saturno Sanremo, che deve il suo nome al vittorioso esordio sul circuito ligure nel 1947. Grandi manifesti ripropongono le immagini delle tappe vittoriose della Gilera: sotto di essi la Gilera 500 Quattro Cilindri Side-Car protagonista di successo delle competizioni sportive.
Il mito Gilera è riproposto anche attraverso le immagini della pubblicità tratte dai rotocalchi e dalle riviste sportive d'epoca. Roba da vecchi? No di certo, i ragazzi delle scuole rivivono, per iniziativa della Fondazione Piaggio, un'era per loro riproponibile solo qui, attraverso una entusiasmante caccia al tesoro didattica.

Il nostro tour al Museo Piaggio
Il Museo Piaggio si trova a Pontedera, in Viale Rinaldo Piaggio 7; tel. 0587.27171. È aperto al pubblico dal mercoledì al sabato compresi, con orario continuato dalle 10 alle 18.
L'ingresso è libero; all'interno shop con libri, cartoline, oggetti e t-shirt del mondo Vespa, Piaggio e Gilera.
La moto (o l'auto) si parcheggia lungo il Viale Rinaldo Piaggio, esclusivamente nell'area adibita a parcheggio, poco distante dall'ingresso del Museo. Soste in divieto sono poco tollerate; il sabato è invece possibile accedere con la moto al cortile del Museo. www.museopiaggio.it.
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