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Honda Hornet 600: ancora tu!

di MariaVittoria Bernasconi il 12/02/2007 in Moto & Scooter

Leggera, potente e maneggevole: la Honda ripropone il suo "must" per eccellenza in chiave moderna, con un motore che accontenta tutti, sportivi e non

Honda Hornet 600: ancora tu!



Faro (POR) - Il caldo del Portogallo ha asciugato l'asfalto del misto stretto su cui abbiamo provato la nuova Honda CB600F, meglio conosciuta come Hornet. La curiosità è molta, considerato che negli ultimi anni il settore naked si è fatto davvero combattuto; una battaglia che si gioca sul filo dei CV e dei kg: le concorrenti di una delle moto più vendute in Italia sono decisamente agguerrite e parlano tutte giapponese.


Presentata nel 1998, la Hornet è diventata un fenomeno per il successo di vendite che ha avuto negli anni successivi. Per il 2007 la Honda propone una vera evoluzione, non più un semplice restyling, rispondendo alle altre Case con un modello "da sparo": motore della CBR600RR rivisto in molti dettagli e peso ridotto, anche grazie al nuovo telaio in alluminio. Il risultato è convincente soprattutto in termini di guida; all'estetica infatti bisogna abituarsi un po'…



La Hornet è stata rifatta, non solo modificata, tanto che non è nemmeno lontana parente della versione che l'ha preceduta; tutto ciò nonostante il prezzo sia rimasto pressoché lo stesso. Le aspettative della casa di Tokyo sulla nuova 600 sono importanti: ci si aspetta, insomma, che emuli le precedenti versioni in fatto di vendite. In effetti, fin dal primo contatto, quello che spicca è la piacevolezza di guida, quel family feeling che fa presagire un successo.
Naturalmente la nuova Hornet risponde alle norme di omologazione Euro 3 e sarà presto disponibile nei concessionari in due versioni: standard ed equipaggiata con sistema ABS e CBS, rispettivamente a 7.790 euro e 8.390 euro (chiavi in mano), entrambe con sistema antifurto H.I.S.S. di serie. I colori? Sono quattro e non brillano per originalità: oro, rosso scuro, nero e blu.






Potenza e centralizzazione delle masse. Questi i temi attorno a cui ruotano quasi tutte le novità inserite nel progetto Hornet, che trovano conferma nelle dimensioni contenute del motore, più leggero (di 5 kg), più stretto (di 61,5 mm) e più corto rispetto a quello che era installato sulla vecchia versione, e nello scarico posto per lo più sotto al basamento.

Per vedere tutti i dettagli vai alla gallery.

Il quattro cilindri, come dicevamo, è quello montato sulla sorella supersportiva, opportunamente modificato per fornire più coppia ai bassi e ai medi regimi: in questo senso sono stati cambiati la testata (in particolare gli alberi a camme) e i pistoni. Naturalmente questa unità è alimentata con un sistema di iniezione elettronica, laddove nella Hornet 2006 era presente una batteria di vetusti carburatori, questo per controllare in maniera raffinata il rendimento a tutti i regimi e ottimizzare la combustione, anche al fine di contenere le emissioni inquinanti.



Novità importanti anche nella ciclistica; il telaio è stato realizzato in alluminio anziché in acciaio pur mantenendo la struttura monotrave della precedente versione, a tutto vantaggio della leggerezza, della rigidità e della robustezza. Il compattamento dell’insieme motore-telaio ha permesso di realizzare un forcellone più lungo (di 39 mm), per una maggiore guidabilità e una miglior trazione in uscita di curva. Una delle modifiche più evidenti, in questo senso, è l’impianto di scarico: i quattro collettori si riuniscono sotto al motore dove è sistemato il terminale e il catalizzatore. Ciò ha permesso di centralizzare ulteriormente le masse abbassando pure il baricentro.
Completa il quadro la sospensione anteriore marcata Showa a steli rovesciati con canne da 41 mm. I cerchi in alluminio cambiano nel disegno, infatti ora sono a cinque razze. Invariato l’impianto frenante, con la pinza posteriore nuova, ma sempre ad un pistoncino e quelle anteriori a due pistoncini paralleli. Sulla versione ABS/CBS (optional) la Hornet monta all'anteriore pinze a tre pistoncini, con quello centrale della pinza di destra azionato dal pedale del freno insieme all'unico pistoncino del freno posteriore. Il serbatoio è stato infine maggiorato di 2 litri; sale dunque a 19 la capienza totale.
Tutta nuova anche la strumentazione che si appoggia sul faro a doppia lampada aggressivo e filante. Nella guida risulta chiara e leggibile ed è completa di tutti i dati necessari, partendo dal contagiri analogico, affiancato da un tachimetro digitale che registra i chilometraggi. Inoltre c'è l'orologio e tutte le spie d'ordinanza.
Alleggerito anche il retrotreno, sia esteticamente sia nella pratica: bello e funzionale il faro posteriore a led. La qualità generale che emerge dall’osservazione dei dettagli è più che soddisfacente, ma per controllare quanto sia valida la componentistica occorre un po' di utilizzo, specie per i delicati blocchetti di accensione che di solito sono il punto debole delle moto Honda.
In fatto di accessori c'è molto da scegliere, infatti sono davvero tanti gli optional disponibili, sia per il viaggio in due, sia per rendere la Hornet ancora più sportiva.

Una moto nuova ma che regala un feeling immediato. Non appena si sale in sella si scopre una posizione di guida naturale e comoda, con una triangolazione pedane-sella-manubrio ben calibrata praticamente coincidente con quella della precedente versione. In manovra si avverte il peso più contenuto - a secco sono 173 i kg dichiarati - e la buona distribuzione delle masse. Già dalle prime manovre pare di sentirla più leggera e bilanciata.
Il cambio invece mostra qualche tentennamento nel passaggio prima-seconda-terza marcia, risultando impreciso negli innesti.
Davvero rimarchevole il temperamento del propulsore con una curva di coppia davvero esemplare: il quattro cilindri sfodera una spinta piena e pronta già all'apertura del gas, con un crescendo pulito e continuo fino ai 9.000 giri, per poi allungare fino alla zona rossa più lentamente. La sensazione nel misto stretto è quella di avere per le mani una moto precisa e stabile che si inserisce in curva senza incertezze e mantiene la traiettoria in modo costante.



La nuova Hornet brilla anche in uscita, tanto che viene voglia di aprire sempre un po' di più, ascoltando le gomme - le Bridgestone BT012 - che si mostrano perfettamente all'altezza anche di una guida un po' più aggressiva. Ottima anche la stabilità alle elevate velocità, situazione in cui si può apprezzare anche la frenata potente e sempre modulabile, sia all'anteriore sia al posteriore.
Il merito di tale comportamento dinamico va anche alle sospensioni, tarate in maniera più sportiva e quindi più “consistenti” rispetto alla precedente: più rigide sia all'anteriore, dove si sente soprattutto il maggior freno idraulico nel ritorno, sia al posteriore. Il monoammortizzatore è comunque regolabile nel precarico.
La nuova naked Honda è anche più rapida nei cambi di direzione, grazie alla maggiore leggerezza e alla mutata distribuzione dei pesi che ruota intorno al compatto motore da 600 cc. Ed è una sensazione che si percepisce realmente nelle rapide chicane.



Essendo una moto "nuda" è difficile parlare di protezione aerodinamica, comunque fino ai 130 km/h la guida risulta poco stressante anche per i muscoli del collo, mentre appena si supera il limite del codice della strada la questione diventa spinosa. Converrebbe adottare il cupolino aggiuntivo optional, anche se la linea ne perderebbe decisamente.
Il passeggero non gode del trattamento di favore della precedente versione, perché il suo spazio è stato ridotto, anche se di poco, e le pedane avvicinate alla sella. Più fruibili invece le maniglie posteriori.
Nel complesso è una moto davvero semplice e versatile, ma potente e sportiva: sembra dunque che il progetto degli ingegneri Honda sia perfettamente riuscito. Volevano infatti una moto fruibile dal target più vasto possibile ma estremamente divertente. Operazione compiuta.

Motore: 4 cilindri in linea, 4 tempi, 16 valvole, raffreddato a liquido, alesaggio x corsa 67 × 42,5 mm, cilindrata 599 cc, rapporto di compressione 12:1. Alimentazione a iniezione elettronica, corpi farfallati 36 mm. Capacità serbatoio carburante 19 litri (compresi 4 litri di riserva).

Trasmissione: frizione multidisco in bagno d'olio, cambio a sei marce, finale a catena.

Telaio: monotrave in alluminio a sezione rettangolare, inclinazione cannotto di sterzo 25°, avancorsa 99 mm. Sospensioni: anteriore, forcella telescopica rovesciata da 41 mm, escursione 120 mm; posteriore, monoammortizzatore regolabile nel precarico molla (su 7 posizioni), escursione 128 mm. Freni: anteriore due dischi flottanti da 296 mm con pinze a due pistoncini, posteriore disco idraulico da 240 mm con pinza a singolo pistoncino. Ruote a sezione alveolare a 5 razze in alluminio pressofuso; cerchi: anteriore 17" × 3,50", posteriore 17" × 5,50". Pneumatici: anteriore 120/70–ZR17, posteriore 180/55–ZR17.

Dimensioni (in mm) e peso: lunghezza 2.090, larghezza 740, interasse 1.435, peso a secco 173 kg (177 kg con ABS).

Prestazioni dichiarate: potenza max 102 CV (75 kW) a 12.000 giri, coppia massima 63,5 Nm (6,5 kgm) a 10.500 giri.

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