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Harley-Davidson Softail Deuce

il 15/10/2000 in Moto & Scooter

Una moto tutta nuova, eppure all'insegna della tradizione. Soluzioni moderne e sapore antico in una realizzazione dal sapore inconfondibilmente Harley

Harley-Davidson Softail Deuce
L'avantreno ha un disegno
molto nitido e un nuovo freno


di Daniele Massari




A quindici anni dall'uscita della prima Softail Standard con motore Big Twin 1340, "mamma Harley" ci riprova e tira fuori dal cilindro magico una moto che sconvolge per il proprio fascino. Nonostante lo scetticismo di alcuni puristi per le sue innovazioni tecniche e stilistiche, la nuova nata della gamma Softail, la Deuce, si propone al vertice della categoria custom.
Merito del nuovo propulsore Twin Cam 88B da 1450 cc, ma anche di un'impostazione a metà tra il classico ed il moderno.





Una linea filante e perfettamente H-D, e tutta una serie di accorgimenti moderni come le frecce temporizzate, i contralberi di equilibratura e le luci di stazionamento: tutto all'insegna del rinnovamento senza stravolgere, perché, sebbene la linea sia del tutto inedita, la forza di Harley-Davidson sta proprio in quella stabilità stilistica che la caratterizza da quasi un secolo.

Con la generosa gommatura posteriore, che permette di risparmiare i tre milioni abbondanti necessari per sostituire sugli altri modelli l'originale gomma da 130 con una 150, questa FXSTD viene incontro ad una tendenza di mercato che privilegia misure abbondanti nel reparto posteriore, ma getta anche un occhio alla sicurezza: ne è ulteriore prova il rinnovato impianto frenante, con pinze a quattro pistoncini.





Certo, pesante è pesante, ma portarla a spasso può diventare una goduria se la si conduce con lo spirito giusto e sul percorso giusto: è lei che comanda, sia da ferma che in movimento. Ammesso di essere tra i pochi, fortunati possessori.






La posizione di guida è particolare, con le gambe e le braccia allungate in avanti, e costringe ad una postura piuttosto innaturale. Il sellone è ampio e ben imbottito, almeno per il guidatore: un eventuale passeggero si accorge presto che la porzione posteriore non è poi così soffice, oltre a essere scivolosa. Anche la maneggevolezza, non è da primato: c'è però il pregio che, dopo essersi abituati a condurre la Deuce, portare a spasso una qualsiasi altra due ruote sembra davvero un gioco.
Certo, nei primi chilometri la mole intimorisce, ma basta dare gas per eliminare ogni incertezza, aiutati da un motore corposo, potente abbastanza da diventare divertente, che ha un buon allungo ed una coppia inesauribile in ogni marcia. Notevoli, considerato il genere di mezzo, anche le prestazioni velocistiche.





Certo, guidare questa Softail in città non è facile, e anzi richiede un notevole impegno fisico; ma quando la si porta su percorsi extraurbani essa da il meglio di sé e dà soddisfazione anche in quinta e in due, perché basta un soffio e il motore riprende a spingere con veemenza. A cento all'ora ci si accorge che questo Twin Cam 88B vibra molto meno, nonostante sia montato ancora rigidamente come vuole la tradizione!

Anche i nuovi freni con pinze a quattro pistoncini si comportano bene; il posteriore, però, tende con troppa facilità surriscaldare, ed a fronte della migliorata potenza è caratterizzato da un consumo delle pastiglie decisamente eccessivo. Sono attese nuove pastiglie dalla casa madre.


Motore: a 4 tempi, bicilindrico a V di 45°, raffreddamento ad aria, alesaggio e corsa 95,3 x 101,6 mm, cilindrata 1449 cc, rapporto di compressione 8,8:1; distribuzione ad aste e bilancieri con due alberi a camme nel basamento, 2 valvole per cilindro, comando a ingranaggi, punterie idrauliche; lubrificazione a carter secco. Alimentazione: un carburatore a depressione; capacita' serbatoio 19 litri. Accensione elettronica digitale. Avviamento elettrico.

Trasmissione: primaria a catena duplex; frizione multidisco in bagno d'olio, comando a cavo; cambio in cascata a 5 marce; finale a cinghia dentata.

Ciclistica: telaio monotrave superiore scatolato doppia culla in acciaio, inclinazione cannotto di sterzo 34°, avancorsa 127 mm. Sospensioni: anteriore a forcella tradizionale, steli da 41 mm Æ, escursione 142 mm; forcellone tubolare in acciaio, sospensione posteriore a forcellone oscillante in acciaio, con doppio ammortizzatore orizzontali, escursione 103 mm. Ruote: anteriore a raggi, pneumatico MH 90-21"; posteriore lenticolare in alluminio, pneumatico 160/70-17". Freni: ant. e post. a disco singolo da 292 mm Æ, pinze a quattro pistoncini.

Dimensioni e peso: interasse 1691 mm, lunghezza 2424 mm, larghezza 913 mm, altezza sella 659 mm. Peso a secco 305 kg.

Prestazioni dichiarate: potenza 62,5 CV (46 kW) a 5200 giri. Coppia 10,8 kgm (106 Nm) a 3500 giri. Vel. max 175 km/h.

Omologazione Euro-1:






Non c'è proprio niente da fare. Quando ci vai in giro, a spasso per la città o al mare con la fidanzata, quando ti fermi al semaforo, quando scendi un attimo a prendere un caffè ci si ferma attorno un mucchio di gente. Leggono la scritta sul serbatoio e poi vanno via con lo sguardo scontato di chi la sa lunga, perché in fondo "normale che sia così bella, è un'Harley…"





Oppure ti si affianca un purista delle vibrazioni e "Ma come va col motore nuovo?" ti chiede, e poi "a me non piace per niente: troppo giapponese". Fatto sta che la Softail Deuce non passa inosservata, e non lascia indifferenti. Vista da ferma, si mostra imponente ma non pesante. Sul serbatoio campeggia la fascia centrale della strumentazione (circolare e modernissima) e i due tappi, uno "vero" del carburante e uno "finto" del livello.





Leggero l'aspetto della forcella, interamente cromata, insieme al resto dell'avantreno. Le generose cromature del motore si sposano con il basamento ed altri particolari neri, che insieme all'ovale del filtro dell'aria fanno risaltare ancor più le sue proporzioni monumentali. La parte posteriore svolge un ruolo importante nella linea, con un parafango avvolgente dalla coda tronca, col fanale "incastonato" nel metallo e il cerchio lenticolare in alluminio ricavato dal pieno, "vestito" da una gomma da 160 per la prima volta di serie su una Harley-Davidson. Tale innovazione è stata permessa grazie all'utilizzo di una cinghia di trasmissione nuova, più stretta e resistente.


Rispetto al modello precedente, la nuova versione si presenta completamente rinnovata nei contenuti tecnici. Le modifiche più "sostanziose" hanno riguardato il motore che, pur mantenendo il consueto schema meccanico e alcune soluzioni tecniche care al Marchio, è stato completamente ridisegnato.




Per prima cosa la cilindrata è passata da 1340 a 1449 cc, mentre il cambio è ora in blocco (prima era alloggiato in una scatola imbullonata al basamento), il che contrbuisce all'ottenimento di un'unità più rigida. Questo consente, unitamente ad un telaio razionalizzato nel numero e nel disegno dei componenti, di ottenere una rigidità del complesso motore-ciclistica superiore fino al 50% rispetto alla moto precedente.




Il motore, dato anche il montaggio rigido nel telaio, ha beneficiato di una coppia di alberi di bilanciamento controrortanti, comandati da un giro di catena. Sono state mantenute soluzioni tecniche come la distribuzione ad aste e bilancieri e le punterie a rullo con recupero idraulico del gioco, insieme alla trasmissione primaria a catena a bagno d'olio racchiusa dal carter sinistro. Anche l'alimentazione a carburatore singolo è rimasta, mentre lo scarico è stato dotato di catalizzatore ossidante per ridurre gli idrocarburi incombusti e il monossido d'azoto.




Altri miglioramenti hanno interessato le sospensioni (la forcella è stata rivista a livello di taratura) e i freni, ora dotati entrambi di pinze a quattro pistoncini. La cinghia dentata della trasmissione finale è stata ridotta di larghezza per fare posto a pneumatici anche più larghi: la riduzione di resistenza è stata compensata con l'impiego di fibra di carbonio invece di aramide (una fibra molto simile al Kevlar della Du Pont) nella struttura tessile.
Harley-Davidson Softail Deuce
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