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Honda RC213V-S: il sogno è realtà

di Stefano Borzacchiello e Christian Cavaciuti il 11/06/2015 in Moto & Scooter

Honda accetta la sfida lanciata anni fa da Ducati con la Desmosedici RR, e realizza una copia stradale della propria "Open" adatta per tutti i giorni... ma non per tutte le tasche: costerà 196.000 euro iva compresa, a cui vanno aggiunti 12.000 per l'irrinunciabile kit pista

Honda RC213V-S: il sogno è realtà
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Un detto anglosassone recita "Show me the numbers", fammi vedere i numeri. Ma a guardare solo i numeri si rischia di rimanere delusi dalla RC213V-S: 159 CV a 11.000 giri/min, 170 kg a secco, 1.465 mm di interasse. Valori interessanti, ma non certo sbalorditivi per una moto venduta a 188.000 euro circa (il dettaglio è da definire). Certo, col l'irrinunciabile kit HRC che fa lievitare il prezzo intorno ai 200.000 si arriva a 215 CV a 13.000 giri/min e 160 kg, numeri decisamente più estremi. Ma non così lontani da quelli delle supersportive di ultima generazione. Cos'è allora che rende speciale la RC213V-S?

La risposta è semplice: tra lei e le altre c'è la stessa differenza che c'è tra una SBK e una MotoGP. Non quindi tanto le prestazioni di motore, ma la filosofia e tecnologia costruttiva e l'esperienza di guida, che promette di essere davvero unica. Perché la Honda è la versione omologata, con modifiche minime, della moto sviluppata da Casey Stoner da cui è stata derivata la Open del 2014 e la RCV1000R di quest'anno. Stesso telaio a diamante, stessa infinità di regolazioni disponibili, stessi cerchi in magnesio (a dire il vero da 17", secondo le specifiche MotoGP 2016). Il motore V4 con distribuzione a cascata di ingranaggi e frizione a secco con antisaltellamento è stato progettato per contenere gli ingombri e riuscire a trasmettere le sensazioni del V4 da gara da cui non è ispirato ma deriva. E anche a replicarne l'efficacia, visto che la RCV213V-S ha attriti bassissimi, inerzie inferiori a una 600 Supersport e già in versione stradale (con 159 CV), rifila 2 secondi alla CBR1000RR sulla pista di Sugo. E poi c'è il kit...

Certo, rispetto alla moto di Marquez e Pedrosa mancano il cambio seamless e le valvole pneumatiche, (come peraltro sulla RCV1000R "Open") e viene aggiunto l'occorrente per circolare su strada: targa, fanali, cavalletto, gomme (pneumatici Bridgestone RS10), dischi freno in acciaio, specchietti e via dicendo. Più ovviamente una "chiave" di avviamento: però solo in un certo senso, perché la moto è in realtà "keyless". Ma ci sono 5 riding mode, il traction control, il freno motore regolabile, il quick shift e tutti i controlli della moto di Hayden nonostante il motore sia tarato per avere affidabilità e durata "stradali", come dimostrano gli intervalli di manutenzione fissati a 12.000 km: un capolavoro, per una moto che adotta gli stessi materiali, spessori e lavorazioni (tutto estremo) della versione che corre. Dal motore con i contrappesi ovoidali e i cilindri "incassati" nel basamento alle viti e alle saldature, non c'è elemento della RCV213V-S che abbia anche solo un piccolo punto di contatto con una moto stradale.

La più esclusiva Honda replica mai costruita con una preziosa carena in carbonio verrà assemblata in modo artigianale (e ci mancherebbe altro) in una piccola serie prodotta, giorno dopo giorno, da qui a fine 2016 nello stabilimento di Kumamoto in Giappone. E per una moto che costa come un bilocale in centro, una procedura d'acquisto non troppo diversa: la si prenota sul sito e si viene poi contattati per verificare le possibilità di acquisto del cliente. Del resto con edizioni limitate di questo tipo una forma o un'altra di "prudenza" è consuetudine sia tra le Case moto che tra le Case auto.

La RC213V-S è insomma l'ultimo capitolo nella tradizione di Honda di presentare chicche tecnologiche come la RC30, la RC45, la NR 750. Moto che non hanno stupito tanto per le prestazioni assolute, quanto per la tecnologia impiegata e per le emozioni che sono riuscite a trasmettere... per quanto ai pochi fortunati che si sono potuti permettere il lusso di guidarle. Ma nemmeno Honda aveva mai osato mettere su strada qualcosa di così vicino a una GP, moto che fino a non molti anni fa venivano regolarmente "pressate" a fine stagione, salvo i rarissimi esemplari destinati ai musei: i segreti della tecnologia di Tokyo dovevano morire con loro. Per la prima volta, è invece possibile provarli dal vero. O magari metterli in salotto. Oggi chi ha sempre sognato di incrociare per strada una vera moto da corsa ha capito cosa vuol dire la frase: a volte i sogni diventano realtà. Brava Honda!

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