Moto & Scooter
BMW R75/7 "Nerboruta", special by South Garage
Legno, pelle, acciaio, alluminio, titanio... South Garage - atelier specializzato nella realizzazione di moto cucite su misura - ha trasformato questa BMW in una special che sembra uscita dritta dritta da uno di quei film di fantascienza che si rifanno agli anni della rivoluzione industriale: è antica e futurista allo stesso tempo
Cos'è una bobber? Per gli americani semplicemente la moto nella sua essenzialità più pura. E una bobber in salsa tedesca? Già, un concetto più difficile da immaginare. In questo scontro USA-Germania che sa molto di Seconda Guerra Mondiale, alla fine ne escono tutti vincitori. Soprattutto lei, la Nerboruta. Che è tedesca sia nel nome (rigoroso e marziale) sia nel cuore: la base di partenza per realizzare questo titanico lavoro di customizzazione è infatti una BMW.
TRE MOTO IN UNA
La storia ce la racconta Giuseppe Carucci di South Garage, il papà di questa moto sorprendente: "Il proprietario di quella che sarebbe stata la Nerboruta aveva già in garage molte Harley-Davidson e voleva inserire nel lotto anche una moto tedesca, rivista e corretta in modo tale che non stonasse col resto della collezione". Giuseppe ha trovato una vecchia BMW R75/7, "una base nobile e rara, in Italia se ne vedono poche di R75 di quella serie". E l'ha trasformata, rivoluzionata, facendola diventare la special che vedete in queste foto. La Nerboruta a ben vedere è l'unione di tre mondi differenti.
"Volevo dare una mia interpretazione del concetto di bobber – dice il customizzatore – e per farla mi sono ispirato allo stile minimale dei grandi preparatori giapponesi, con un occhio europeo, quindi più raffinato, nella cura dei dettagli e delle finiture".
A cominciare dai pneumatici scelti per la Nerboruta, le più iconiche tra le coperture che una bobber possa desiderare, ossia le Firestone Deluxe. E se spesso la customizzazione è solo forma, in questo caso è sostanza. La ciclistica è stata totalmente rivista, disegnata e realizzata da zero. L'obiettivo è stato quello di dar vita a qualcosa che nessuno aveva mai fatto. A partire dalla forcella e dal mozzo ruota che da soli hanno portato via intere nottate insonni a Giuseppe.
MUSO D'ALTRI TEMPI
E quindi via la banale forcella tradizionale, dentro una Springer High-Climb, di quelle che equipaggiavano alcune formidabili moto degli Anni 30 e 40 del millennio scorso. Non è stato facile trovarla: "Ci sono specialisti in Germania, nella zona di Amburgo, che trattano questo genere di ricambi per moto d'epoca americane" afferma Carucci. Ma la vera difficoltà, come sottolinea il preparatore, è stata un'altra: "Abbiamo dovuto inventarci un sistema di biellette e distanziali in alluminio ricavati dal pieno, che vanno ad agganciarsi al punto fermo del piatto del mozzo. Il problema è stato riuscire a conciliare il meccanismo oscillante della forcella, la cui escursione avviene in avanti, con il perno della ruota, che per questo è stato spostato verso l'interno. Il tutto è stato inglobato dentro il freno a tamburo che sostituisce quello a disco originale. Per l'occasione abbiamo utilizzato un mozzo Menani in magnesio a cinque ganasce".
Roba da perderci la testa, insomma. Non a caso la realizzazione di questa parte ha richiesto il coinvolgimento di un ingegnere e tre mesi di tempo, sui 12 necessari alla finalizzazione dell'intero progetto. Ma riguardandosi indietro, non era più semplice metterci una forcella di tipo tradizionale, come avrebbero fatto i comuni mortali? "Sì, ma sarebbe stato troppo facile. Era nostra intenzione stupire, spostare l'asticella verso l'alto, dimostrare quello che sappiamo fare. Non è un caso se siamo i primi a fare un esperimento del genere", replica il preparatore milanese.
TELAIO RIGIDO. OPPURE NO?
Stile, pneumatici... e telaio rigido: anche questa è una delle caratteristiche fondanti delle bobber. I ragazzi di South Garage non hanno voluto stravolgere la tradizione, se mai assecondarla: "Al posteriore abbiamo rifatto un telaio che fosse la replica di quello della R50, forse la BMW più iconica tra le classiche – afferma Carucci – e nella ricostruzione ci abbiamo affogato dentro due ammortizzatori Progressive posizionati in verticale, che di fatto suppliscono alla mancanza della coppia originale".
La Nerboruta nasce per stupire: un piccolo capolavoro di tempo, ingegneria, studio, lavorazione. Quello che si vede sul serbatoio, sulla sella e sul parafango posteriore è legno di palissandro: "Si tratta, per quanto riguarda il parafango e la sella, di un'impiallacciatura su alluminio realizzata da un ebanista del milanese. Quello che si vede sul serbatoio invece è proprio un inserto in massello di palissandro". Ma per guidare la moto, di sicuro è più conveniente sostituire la sella in legno con quella – più comoda – in pelle.
Se non fosse per il nome riportato sulla caratteristica targhetta ai lati del motore, non l'avremmo mai riconosciuta... ma la base di questa special è una BMW R 75/7. Come indica la sigla, appartiene alla serie /7. Si tratta di una famiglia di moto, lanciata nel 1976, che sta vivendo un successo postumo: quelle che all'epoca erano semplicemente delle sane, comode e robuste moto da turismo, oggi piacciono infatti per le loro forme classiche (e per le quotazioni inferiori rispetto alle /5 e /6).
UN BOXER DA 177 KM/H
E sono ancora piacevoli da guidare, se non si ha fretta. Il motore era per tutte il bicilindrico boxer "ad aria", disponibile nelle cilindrate 600, 750 e 1000. Nello specifico per la 75/7 offriva una cubatura di 745 cc e una potenza di 50 CV a 6.200 giri.
La moto aveva un velocità massima di 177 km/h, un peso abbastanza contenuto (215 kg a secco), sospensioni dalla taratura soffice e dalla lunga escursione (200 mm per la forcella). L'impianto frenante abbinava il disco anteriore da 260 mm al tamburo dietro da 200 mm. Nel 1977 la R75/7 venne sostituita dalla R80/7 da 797 cc, identica nelle forme (foto in alto) e con potenza sempre di 50 CV.
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