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I viaggi dei lettori

In Grecia con la Multistrada 1100

di Rug & Nancy il 01/10/2009 in I viaggi dei lettori

Una vacanza in moto attraverso le strade del Peloponneso lascia un ricordo indelebile. Ecco il diario di viaggio dei nostri lettori

In Grecia con la Multistrada 1100
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Fare le vacanze in Grecia per molti significa solo raggiungere le località insulari del Dodecanneso, delle Cicladi o delle Sporadi, ma esiste anche una Grecia diversa, fatta di montagne, boschi sconfinati, strade tortuose, golfi e promontori dove l'acqua del mare è cristallina. Dove i paesaggi sono selvaggi ed incantevoli e si è circondati da colori e profumi sorprendenti.
Si scoprono luoghi dove si sono scritte pagine di storia che hanno lasciato tracce ancora oggi stupefacenti, l'ideale per motociclisti duri e puri alla ricerca di un viaggio emozionante.
Questa è la Grecia che Nancy ed io a bordo della nostra mitica Ducati Multistrada abbiamo scoperto quest' anno.

Mitologia, storia, arte e natura gli ingredienti del viaggio

Il diario
Lo sbarco nella penisola balcanica
Il nostro viaggio inizia un venerdì mattina di luglio. Partenza di buon ora da Alessandria alla volta del porto di Ancona, dove il traghetto ci attente per raggiungere, sulla sponda opposta, Igoumenenitsa. La nave salpa nel pomeriggio di venerdì e, dopo una tranquilla traversata su un mare piatto, giunge a destinazione alle otto del mattino di sabato.
Appena sbarchiamo iniziamo a percorrere la strada che conduce alla città di Ioannina; il paesaggio della regione è aspro, più brullo in vicinanza della costa, più verde e boscoso via via che ci si addentra all'interno.
Ioannina è una cittadina pittoresca sulla sponda del lago di Pamvòtis.
Al nostro arrivo il cielo è cupo e, quasi subito, inizia a cadere una pioggia battente. Preparati a sopportare il caldo torrido di un estate nel sud del mediterraneo, la situazione meteo ci lascia interdetti e desolati; ne approfittiamo per consumare la prima colazione un uno dei numerosi ed eleganti caffè che costeggiano il lungo lago.
Fortunatamente la pioggia cessa ben presto e un pallido sole ci invoglia a proseguire nel programma messo a punto nelle settimane precedenti; il centro storico è ancora circondato dalle possenti fortificazioni della cittadella di Alì Pascià il "Froùrio"; all'interno si trova l'acropoli, con l'antico palazzo del tiranno trasformato in museo bizantino dove si ammirano antiche monete, ceramiche medioevali e icone.
Con il meteo incerto, ma in netto miglioramento lasciamo la città diretti a nord, verso la regione dello Zagorì. La bellezza del paesaggio diviene ben presto sorprendente: chilometri e chilometri di foreste, di aspre distese di roccia, di fiumi spumeggianti attraversati da antichi ponti di pietra, villaggi di case in pietra con muri fortificati; poco dopo il pittoresco villaggio di Monodhéndhri uno spettacolo naturale di rara bellezza è la gola di Vìkos: un canyon le cui pareti quasi verticali raggiungono in alcuni punti quasi 1000 metri di altezza, tagliando con un solco netto le rocce calcaree dei monti circostanti. Dopo una sosta in un'osteria greca dove consumiamo uno spuntino a base di torte di verdura, dal sapore intenso ed esotico continuiamo ad addentrarci tra le alture del Pindo, verso est.
La regione è selvaggia e gli unici rumori sono il frinire delle cicale, il canto degli uccelli e il belare degli armenti; vediamo gli scoiattoli saltare tra i rami dei pini e addirittura una tartaruga avanzare tranquillamente al bordo della strada, dove abbiamo la sensazione di essere gli unici passanti …
Avvicinandoci alla località di Metsovo la strada sale e il paesaggio diviene alpestre; nei pressi del passo di Katàra, a circa 1.600 m. di altezza il freddo diventa pungente, costringendoci ad indossare i pochi indumenti protettivi a nostra disposizione. Per fortuna dopo il valico la strada scende rapidamente e la temperatura diventa più mite; alla sera raggiungiamo Kalambàka, ai piedi delle Meteore che si stagliano gigantesche sopra il villaggio, illuminate dalla luce del tramonto. Ci fermiamo in un hotel dei questa località, stanchi ma soddisfatti del sorprendente itinerario del primo giorno.
In Grecia con la Multistrada 1100
Sveglia di buon mattino, decidiamo di dedicare l'intera giornata alla visita di Meteora. Di fronte a noi si stende una distesa caotica di vette, coni di roccia giganteschi, modellati in forme bizzarre ed originali, che creano un paesaggio unico al mondo. Le cime di queste pittoresche montagne ospitano i famosi monasteri della Meteora, eretti nonostante le evidenti difficoltà di accesso e di costruzione, a partire dal X secolo d.C. dai primi eremiti, e ampliati in seguito dai monaci ortodossi. Certamente il paesaggio naturale e il pregio architettonico ed artistico dei sacri edifici costituiscono un insieme spettacolare e non ci si stanca di inerpicarsi sulle ripide scalinate che bisogna percorrere a piedi per raggiungere le cime, dopo essersi avvicinati in moto, percorrendo strade tortuose.
Occorre però poi una sosta per recuperare le energie! La località ideale è il villaggio di Kastraki, dove in una tipica trattoria possiamo consumare un più che soddisfacente pasto a base di carni cucinate sulla brace, secondo la migliore tradizione locale: in effetti il fumo ed i profumi dei barbecue dominano tutta la zona. Ritemprati dalla sosta, riprendiamo l'esplorazione dei monasteri che sovrastano la vallata.
In serata, dopo un breve temporale, passeggiamo per Kalambàka, cittadina che deve il suo fascino esclusivamente alla presenza incombente delle Meteore, ma che è accogliente e disseminata da confortevoli bar dove rilassarsi davanti a un bicchiere, prima di tornare all'hotel per il meritato riposo.
In Grecia con la Multistrada 1100
Il programma di oggi prevede un percorso lungo: perciò partiamo di buon mattino dopo aver caricato tutti i bagagli; il potente motore desmodromico ci porta in direzione di Trikala e di Larissa. Qui il paesaggio è piuttosto monotono, con alternanza di pianure coltivate intensivamente e di basse alture molto brulle; ma ben presto raggiungiamo le coste del mare Egeo; nei pressi di Platamonas scorgiamo un bel castello medioevale, con alte mura e torri merlate.
Procediamo poi verso nord, verso Salonicco, fino a che si staglia sulla nostra sinistra l'immensa sagoma del monte Olimpo; suscita una certa emozione la vista di questa montagna, ritenuta dagli antichi la dimora di Zeus e delle altre divinità "pagane". Il monte è infatti la vetta più alta della Grecia, domina la costa del mare con i suoi quasi 3000 metri d'altezza ed è quasi perennemente circondata da una corona di nubi minacciose. La strada permette di inerpicarsi parecchio in quota ed è ripida e tortuosa; dai tornanti il panorama è mozzafiato, sembra di guardare la terra dal cielo. Mentre i tuoni scuotono l'aria, quasi confermando le antiche credenze … riscendiamo le scoscese pendici in direzione di Dion, antica città sacra della Macedonia. Il sito archeologico è di dimensioni impressionanti e la ricchezza dei reperti è dovuta alla fine traumatica della città, colpita da devastanti terremoti nel corso del V secolo d.C. ed inghiottita dal fango; gli scavi hanno restituito alla luce templi, santuari, ville di diverse epoche che vanno dall' antica Macedonia al periodo Ellenistico, per finire con quello Romano e Bizantino.
Riprendiamo la strada e superata la città di Katerini, compiamo una deviazione di una quarantina di chilometri per raggiungere Veryìna; il sito archeologico di questa località, sonnacchiosa e sperduta tra i frutteti, rappresenta una delle più memorabili esperienze del viaggio. Tra il 1919 e il 1992 sono venute alla luce una serie di camere funerarie, tra cui quella di Filippo II, padre di Alessandro Magno, con i magnifici tesori ritrovati al loro interno; nelle vicinanze una tipica taverna con tavolini sotto una fresca pergola ci consente una piacevole sosta durante la quale consumiamo la tipica insalata greca, con olive, pomodori e "feta".
Torniamo verso l'autostrada costiera percorrendo la superstrada E 70; non ci sono aree di rifornimento e per far benzina dobbiamo uscire da uno svincolo e raggiungere uno dei paesi circostanti, seguendo le apposite indicazioni; raggiunto il distributore scopriamo che tutti i lampioni del paesino sono sovrastati dai nidi delle cicogne e ci godiamo lo spettacolo dei maestosi volatili che si alzano in volo. Raggiunta Salonicco, seconda città della Grecia dopo Atene, percorriamo un ampio tratto di strada circondati dalla distesa di case bianche e dalla forma squadrata, dall'aspetto tipicamente mediterraneo; proseguendo verso sud, in direzione della penisola Calcidica, attraversiamo anche moderne aree industriali; poi, finalmente la natura torna sovrana. Siamo giunti sulla penisola di Cassandra, prima della tre "dita" della Calcidica.
La nostra meta è Afitos, grazioso villaggio con un pittoresco centro storico di case di pietra, che domina il mare abbarbicato su un ripido sperone di roccia. Si rivelerà il campo base ideale per la visita dell'intera penisola, cui dedicheremo i prossimi giorni. All'Hotel "Stratos" posto nel grazioso centro ci accoglie Anastasia, la titolare, una ragazza giovane, bella e simpatica che parla perfettamente l'italiano, ci indica dove parcheggiare la moto al riparo in cortile, commentando: "Ma è una Ducati, la Ferrari delle moto!". Meglio di così! Anastasia ci indica anche la taverna dove consumare il primo pasto a base di pesce. Il consiglio è ottimo. Un tavolino in posizione panoramica, vista mare, ottima cucina marinara e prezzo che sulle riviere italiane sarebbe sufficiente si è no per un paio di aperitivi. La giornata è stata intensa, per fortuna la camera dello "Stratos" ci accoglie con il confort necessario.
In Grecia con la Multistrada 1100
Dopo il continuo susseguirsi di chilometri dei primi giorni, Nancy rivendica un po' di tempo da trascorrere in riva al mare. In effetti la penisola di Kassandra offre belle spiagge ed un mare cristallino. Percorriamo la strada che l'attraversa completamente, soffermandoci a goderci il sole (salvo il solito temporale di passaggio che, per fortuna ,è di breve durata) e il mare nei luoghi che via via ci sembrano più piacevoli. Nuotare nelle limpide acque che circondano quelle coste frastagliate è una grande soddisfazione. Alla sera Afitos ci accoglie con la sua atmosfera piacevole, i ristoranti consigliati da Anastasia, i bei locali dove bere qualcosa di fresco mentre le luci della notte punteggiano il paesaggio di terre e di mare.
Oggi, puntualmente attrezzati di teli e costumi da bagno esploriamo il secondo "dito", la penisola di Sithonìa. La costa è frastagliata con spettacolari promontori e fiordi, bracci di mare che si insinuano tra le montagne ricoperte di verdissime pinete. Soprattutto sul lato orientale ripide stradine sterrate consentono di raggiungere calette incantevoli dove, tra le scogliere, si aprono spiagge incantevoli; il mare è trasparente e non è facile riprendere la strada, meglio farsi vincere dalla tentazione di restare sdraiati al sole o di lasciarsi cullare dalle onde …soprattutto se, in fondo agli sterrati più ripidi, si trovano "stabilimenti balneari" gratuiti (solo con consumazione al bar obbligatoria), con drappeggi bianchi, divanetti super confort e musica di sottofondo.. Incanto!! In serata completiamo il periplo del promontorio e ritorniamo volentieri ad Afitos, certi che si tratti del villaggio più accogliente della regione.
In Grecia con la Multistrada 1100
La giornata è dedicata alla visita della terza penisola quella del Monte Athos, la "Repubblica dei Monaci"; entrare in questo stato autonomo è impossibile per le donne e anche gli uomini necessitano di speciali permessi: la soluzione più logica è di vederlo costeggiando con una barca.
Ci imbarchiamo in un porticciolo turistico nei pressi di Panaghias, sulla penisola di Sithonia e navighiamo fino a raggiungere le coste del sacro monte. Le pendici sono costellate da un gran numero di monasteri grandi e piccoli, abitati da monaci ortodossi provenienti da diversi Paesi nei quali è diffusa la confessione orientale del cristianesimo. Il battello, sul quale è imbarcata una folla cosmopolita di persone provenienti dall'Est e Nord Europa (siamo gli unici Italiani), fa scalo per un paio d'ore a Ouranopouli, ultima località accessibile prima dei domini dei monasteri. La cittadina, segnata dall'eccessivo afflusso di turisti è dominata dalla torre bizantina di Phosphori; la spiaggia non è certo la migliore della Calcidica, ma il mare è limpido e una bella nuotata è quel che ci vuole; nei ristorantini sul lungo mare è possibile gustare piatti marinari a prezzi decisamente economici.
Riprendiamo dopo la pausa la navigazione verso Sithonia; al porto ci attende la nostra Ducati, pronta a riportarci ad Afitos dove trascorreremo l'ultima piacevole serata nella Calcidica.
In Grecia con la Multistrada 1100
La trasferta è lunga quindi si parte di buon mattino. Dopo aver consumato la prima colazione sotto il patio in legno dello Stratos Hotel - che lasciamo con un po' di nostalgia - puntiamo verso Salonicco e poi, imboccata l'autostrada verso Sud, seguendo la direzione Atene; rivediamo l'Olimpo sempre torvo e incappucciato di nubi, procedendo senza soste fino a Volos, in Tessaglia. La città ospita un moderno porto da dove partono navi e traghetti per le vicine isole di Skiatos, Skopelos e Alonissos; qui anticamente sorgeva la città di Iolkos da cui, secondo i racconti mitologici, sarebbero partiti Giasone e gli Argonauti alla ricerca del "vello d'oro". Da qui si sale, percorrendo stradine tortuose, ripide e con asfalto decisamente scivoloso e ondulato (una bella fatica guidare la moto carica di bagagli …), sul Monte Pelio … la terra dei leggendari Centauri; noi, moderni centauri, ci troviamo ben presto a nostro agio; il paesaggio è insolitamente lussureggiante per la Grecia, con ricchi frutteti e folte foreste.
Raggiungiamo ben presto il villaggio di Makrinitsa, abbarbicato sullo scosceso versante della montagna; gli abitanti del luogo vendono erbe aromatiche lungo la strada e l'aria è invasa da un intenso profumo di origano; è una delle località più graziose del nostro viaggio con le strade lastricate, le case in pietra, le chiese e i monasteri; il punto più suggestivo è probabilmente la piazza, all'ombra di platani secolari, la bella fontana dalla quale sgorga acqua gelida. Attirati dalle taverne, ricche di atmosfera, parliamo con la titolare di una di queste, una signora bionda di mezza età (è una svedese da anni trasferitasi qui dopo aver abbandonato la sua gelida patria); ci spiega che la gastronomia del Pindo è diversa da quella del resto della Grecia, convincendoci, senza sforzo, ad assaggiare i piatti tipici; ci serve un formaggio fresco di capra ghiacciato che, sciogliendosi diventa quasi liquido e serve per condire una grigliata di salsicce rosse piccanti condite con peperoni verdi.
La sosta è stata piacevole e rinfrancante; nel primo pomeriggio ci rimettiamo in viaggio, con la convinzione che una vacanza sul Pelio varrebbe la pena di trascorrerla in tutta calma.
La strada da Volos costeggia il mare del golfo di Pagassitikos e ci consente di osservare senza fermarci le zone archeologiche di Pyrasos e Thibae prima di ricongiungerci all'autostrada in direzione Lamia – Atene.
Superato il Golfo di Maliakos giungiamo alle Termopili, teatro della famosa battaglia combattuta dai trecento opliti spartani guidati dall'indomito re Leonida contro l'esercito del "Gran Re" di Persia, forte di centinaia di migliaia di fanti e cavalieri. Il luogo delle eroiche gesta è preceduto da una fonte termale: una cascata di acqua bollente precipita dal fianco della montagna formando alcuni laghetti e ruscelli dall'intenso odore solforoso; la località, benché frequentata da numerosi turisti è sporca e disordinata, peccato. Dopo alcune centinaia di metri sorge il monumento che ricorda ai viandanti il sacrificio degli antichi eroi.
La superstrada non è sempre in condizioni perfette e un cantiere ci costringe ad una variante di alcuni chilometri su strada sterrata; va detto, però, che molti tratti sono gratuiti e che, anche dove si paga il pedaggio, le moto pagano meno della metà delle automobili, mentre da noi …
A Kastro usciamo definitivamente dall'autostrada per visitare la cittadella di Glas; la località è poco indicata e gli abitanti della cittadina, sorprendentemente, non ne sanno nulla; orientando la carta geografica troviamo la giusta direzione giungendo alla cinta muraria megalitica di origine micenea lunga ben tre chilometri interrotta dalle porte, tutta costeggiata da una strada in parte non asfaltata. Il deserto è totale, salve le poche capre al pascolo; siamo giunti in Beozia, regione particolarmente selvaggia e primitiva. Procediamo con decisione verso Delfi, mentre il paesaggio si fa sempre più impervio: stiamo costeggiando le alture rocciose e grigie del monte Parnaso, antica dimora delle Muse. In serata la distesa di antiche colonne e mura ci annuncia il nostro arrivo a Delfi, dove prendiamo albergo.
In Grecia con la Multistrada 1100
La Delfi moderna è un villaggio piuttosto anonimo, sorto, con tutta evidenza, per ospitare i numerosi turisti che si recano in visita ai siti archeologici, i più importanti della Grecia dopo l'Acropoli di Atene. La posizione è panoramica con il monte Parnaso da un lato e la frastagliata costa del mare, molto più in basso, dall'altro. La giornata è abbastanza fresca e ventilata, con un temporale che brontola dai monti. Al mattino usciamo a piedi e ci dedichiamo alla visita delle splendide vestigia dell'antica città dell'Oracolo.
Le opere d'arte contenute nel museo sono tra le più sensazionali scoperte dell'archeologia e i siti con le vestigia degli antichi monumenti, templi, teatri, stadi non sono da meno; la visita dura tutta la mattina.
Dopo di che prendiamo la moto per visitare la regione circostante.
Purtroppo la zona è desolata e ci trasmette una velata angoscia; l'unica località interessante è l'antico monastero di Osios Loukas, esempio di architettura medioevale – bizantina. Proviamo a raggiungere la costa che è di aspetto disordinato e squallido, nonostante la conformazione a golfi e promontori che dall'alto dei monti la fa sembrare pittoresca. Incontriamo anche diversi insediamenti industriali e metallurgici che rendono ancora meno gradevole questa zona. Si è fatto tardi e rientriamo a dormire a Delfi, con la sensazione che avremmo dovuto partire dopo la visita archeologica ed essere già lontani. Ci consoliamo con una cena, un po' "turistica" ma piacevole: da punto di vista gastronomico la Grecia, comunque, non delude mai.
In Grecia con la Multistrada 1100
Al mattino ripartiamo per l'ultima tappa, quella che ci condurrà a Igoumenitsa dove ci aspetta il traghetto per l'Italia. Percorriamo la tortuosa e divertente strada costiera lungo il golfo di Corinto; superata Nafpakotos si staglia l'immensa sagoma del ponte sullo stretto (qui c'è già …) che collega il continente al Peloponneso e a Patrasso. Ci avviciniamo a Messolongi lungo una costa che è diventata bassa e paludosa, con lagune e saline.
Messolongi è una città piuttosto squallida, famosa per episodi della guerra d'indipendenza combattuta dai Greci contro l'Impero Turco e perché vi morì Lord Byron nel corso della guerra stessa; visitiamo rapidamente il Giardino degli Eroi, parco con le statue dei comandanti Greci e del poeta inglese. Con la moto puntiamo ora verso la costa dove raggiungiamo una piccola caletta per l'ultimo bagno nelle acque cristalline del Mediterraneo. Qui il campeggio è libero e, purtroppo, questo comporta immondizia sparpagliata qua e là, che rovina la bellezza dei luoghi, decisamente ancora poco turistici.
Rinfrescati dalla sosta, è l'ora di un ultimo "pranzetto" a base di pesce. Il paese scelto è Mityca, un fila di case lungo una spiaggia ciottolosa, dove ci attendono triglie e crostacei.
Riprendiamo il cammino tra laghi e lagune fino a Preveda, dove un tunnel sottomarino supera lo stretto che collega il mare aperto al golfo di Amvrakikos per giungere a Nikopolis, antica città fondata dall'Imperatore Ottaviano Augusto per celebrare la vittoria su Antonio e Cleopatra ad Azio. Della città restano le formidabili mura fortificate e, su un'ampia distesa, i ruderi di un teatro, delle terme e di basiliche e palazzi di epoca bizantina, testimoniano l'antica grandezza. Compiamo una digressione verso l'interno per vedere Arta, l'antica Ambracia, capitale di Pirro, re dell'Epiro, famoso per le guerre contro i romani e per le proverbiali "vittorie di Pirro"; vi sono alcuni monumenti medioevali di pregio come il ponte di pietra a schiena d'asino e il Panayìa Paragoritissa, chiesa bizantina di forma cubica sormontata da cinque cupole e la cittadella fortificata.
Procedendo ancora lungo la costa ionica giungiamo al Necromandion di Ephyra, antico santuario di Persefone, posto nei pressi dell'Acheronte, il fiume degli inferi; dai tempi della civiltà Micenea all'Impero Romano qui c'era la presenza dell'Oracolo dei Morti, citato anche nell'Odissea di Omero. Imponenti le rovine dell'antico santuario pagano, in parte coperte da costruzioni dei primi cristiani; visitabile una camera sotterranea scavata nella roccia che i sacerdoti mostravano ai creduli pellegrini come l'anticamera dell'Ade.
Terminata l'ultima visita archeologica ci fermiamo per una breve tappa a Parga, località balneare dove ritroviamo il mondo caotico del turismo internazionale di massa: la località turistica si affaccia su un bel mare, ma è affollata con lunga serie di alberghi e ristoranti e un non so che di deja vù.
La strada costiera per Igoumemitsa attraversa, tuttavia, una zona ancora piuttosto deserta e dobbiamo rallentare più di una volta, incontrando i pastori che riconducono le greggi agli stalli dopo la giornata al pascolo. In serata entriamo nel porto dove, poco dopo, il traghetto salperà alla volta di Ancona.
Domani la fidata Ducati divorerà i 500 chilometri di autostrada che ancora ci separano da Alessandria.
Mitologia, storia, arte e natura di questo viaggio ci hanno riempito il cuore e la mente di tante emozioni, lasciando quella voglia inesauribile di tornare a viaggiare …
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