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I viaggi dei lettori

Cefalonia: due cuori e un cilindro

di Cristiano Guttà il 08/09/2011 in I viaggi dei lettori

Una piccola moto come la Honda XR125 è sufficiente per partire alla scoperta della celebre isola greca? La risposta è sì, e tra tornanti, strade a picco sul mare e paesaggi spettacolari, i nostri amici ci raccontano la loro indimenticabile settimana

Cefalonia: due cuori e un cilindro
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Scelta dettata dall'amore per il mare e dall'economia, quella di recarci a Cefalonia.
Prenotiamo tutto su internet a meno di una settimana dalla data di partenza, sfruttando le offerte per pernottamento e traghetto scovate on-line.
Una carezza alla mia GSR600 che per stavolta resta al suo posto in garage, cerniera del borsone chiusa e si parte.
Abbiamo previsto di affittare una piccola moto una volta arrivati sull'isola, che vanta una superficie di appena 781 km quadrati.
Si parte dal porto di Brindisi il 31 luglio sera e dopo più di 12 ore di traversata sbarchiamo finalmente al porto di Sami.
Raggiungiamo Poros in taxi e conosciamo Femis, che durante il tragitto ci consiglia massima prudenza per strada una volta saputo che avremmo affittato una moto.
Ci descrive i posti secondo lui da non perdere più suggestivi dell'isola dimostrando un amore sconsiderato per il piccolo e relativamente giovane grosso masso che emerge dallo Ionio.

Hai fatto anche tu un viaggio, una vacanza, un itinerario in moto che scatenano la libidine di un vero motociclista? Mandaci il racconto e le foto all'indirizzo: redazione@motonline.com
E' ormai ora di pranzo, ma prima di tutto costringo la mia paziente compagna di viaggio a recarci all'unico bike-rental di Poros.
Qui, all'inglese stentato sentito fino ad ora, si sostituisce una perfetta parlata britannica.
Domandiamo alla donna che ci sta servendo se fosse bilingue ed ecco che emerge una storia romanzesca.
La ragazza è in effetti inglese, e giunta anni prima sull'isola per vacanza, se ne innamora e decide di restarci a vivere lavorando a tempo pieno come meccanico nell'officina del negozio.
Roba da film, un scelta coraggiosa che mi ha fatto onestamente invidia.
L'unica moto disponibile al momento è una Honda XR 125 del 2008.
120 euro per affittarla una settimana, spesa che avevamo preventivato spulciando le esperienze in rete.
La piccoletta all'inizio ci gioca un brutto scherzo: non vuole saperne di partire.
Il meccanico le prova tutte, scoprendo infine che, semplicemente, mancava la benzina!
Indossiamo i caschi che ci vengono forniti, benchè non sia una buona abitudine in uso in Grecia, e saltiamo in sella alla piccoletta.
Strano trovarsi su un mezzo con un decimo dei cavalli che ha il mio!
Assaltiamo un ristorante a caso sul lungomare di Poros e addentiamo la prima gyros pita della vacanza.
I pasti costano poco davvero e la carne non tradisce mai.
Con 10 euro a persona si mangia a sazietà ovunque, e la carne di pollo o di maiale proviene di solito dai piccoli allevamenti dei proprietari degli stessi locali, che in inverno ritornano ad essere contadini e fattori. Facciamo il primo pieno di benzina: qui la verde costa la bellezza di 1.81 euro/litro! Il dissesto finanziario della Grecia ha imposto accise pesantissime sui carburanti.
La piccola XR continua a spegnersi, tiro fuori un cacciavite e con un quarto di giro della vite del minimo il problema si risolve.
Il pomeriggio crolliamo letteralmente, esausti per la nottata in traghetto e scendiamo a goderci il tramonto in spiaggia per poi andare a cenare.
La mattina seguente la trascorriamo sulla spiaggia di ciotoli del paese.
Nonostante ci sia un piccolo molo su cui quotidianamente sbarcano i traghetti che portano a Zante ed Itaca, l'acqua è sempre pulita e, come noteremo nei giorni successivi, il bagno si può fare davvero ovunque.
Mettiamo a punto un piano per visitare tutta l'isola nei giorni successivi, stabilendo a priori l'itinerario sulla cartina regalataci da Femis.
Sulla strada le indicazioni sono spesso contraddittorie, coperte da rami o presenti solo in un senso di marcia, più di una volta ci siamo dovuti esibire in scomode inversioni di marcia.
Cefalonia: due cuori e un cilindro
Argostoli dal castello di San Giorgio
La mattina dopo montiamo in sella e puntiamo verso Argostoli, la capitale dell'isola.
Sebbene le distanze siano limitate, le strade ed i limiti vigenti quasi ovunque di 50 e 30 km/h non permettono andature spedite.
La Hondina in questo senso si rivela sufficiente, anche se bisogna lavorare molto col cambio ed usare le marce basse per tenerla in tiro su alcune salite davvero impegnative.
Ci inerpichiamo fino alle rovine del castello di San Giorgio, che ha rappresentato il centro dell'isola fino all'insediamento dei veneziani, che hanno poi, a metà del 700, spostato la capitale ad Argostoli.
Dalla cima del castello si gode di una vista mozzafiato sul piccolo golfo della capitale e sulle campagne circostanti.
Scendiamo e dopo pochi minuti siamo immersi nella città, dopo aver attraversato l'unico rettilineo a due corsie dell'isola lungo appena un paio di km, con lo stratosferico limite di 90 km/h.
Qui la XR ha raggiunto la sua velocità di punta, ben 90 km/h segnati!
La capitale non offre spunti particolari, è il centro amministrativo dell'isola e nulla di più.
Una è la strada principale, in cui però ci sono solo negozietti di cianfrusaglie uguali dappertutto.
Dopo la pausa pranzo in un ristorante "italiano", ripartiamo alla volta di Lassi.
Qui abbiamo modo di ammirare lo scorcio di mare impreziosito dal faro di San Teodoro.
Girovaghiamo più volte tra le stradine nei dintorni per trovare il monumento in onore ai Caduti Italiani a Cefalonia della divisione Acqui.
Troviamo prima la fossa comune dove gli ultimi ufficiali superstiti furono trucidati ed ammassati dopo l'armistizio dai tedeschi, e dopo un po' di girovagare ecco il monumento su cui svetta il tricolore.
Puntiamo a questo punto verso casa, non senza perderci un paio di volte tra dei paesini e aver lasciato attraversare un gregge di capre, facendo sosta alla tomba micenea.
Un ripido pendio di pietrisco ci conduce fino all'antico monumento.
Ancora una volta ringrazio di aver lasciato a casa la mia GSR.
L'escursione è stata di soli 110km ma ci chiediamo se la moto sarà in grado di reggere le tappe dei giorni successivi.
Cefalonia: due cuori e un cilindro
il Lago di Melissani
Il giorno seguente lo dedichiamo al relax, ed esploriamo le spiagge di ciotoli bianchi poco più a nord di Poros.
Piacevolmente sorpresi dalla bassissima quantità di turisti sistemiamo i teli e ci godiamo il sole,il mare e la calma.
Il 4 di agosto lo impieghiamo nell'esplorazione del versante sud dell'isola.
Skala, dove ci siamo imbattuti per caso nei resti di una villa romana, e Katelios sono i paesi principali che guardano alle spiagge di sabbia finissima che si estendono a perdita d'occhio.
Anche in questo caso, per raggiungere le spiagge più suggestive bisogna affrontare qualche mulattiera non sempre in piano, ma il sacrificio è assolutamente sostenibile visto il relax che ci si può concedere una volta arrivati.
L'indomani siamo in sella presto.
Ci fermiamo innanzitutto alla grotta di Drogarati dove assistiamo allo spettacolo mozzafiato dei fenomeni carsici di stalattiti e stalagmiti, e a quello ignominioso dei turisti che incuranti del benessere della grotta, le toccavano a mani nude rovinandole irreversibilmente e fotografavano con i flash spianati.
Il lago di Melissani ci lascia ancora una volta a bocca aperta.
E' uno specchio d'acqua sotterraneo che attinge l'acqua dal mare.
La filtrazione delle rocce rende l'acqua cristallina e la luce che proviene dall'alto crea un effetto assolutamente indimenticabile.
Un altro panorama ci aspetta qualche decina di km più avanti, non senza esserci persi nuovamente per via delle indicazioni inesistenti, ed è la spiaggia di Myrthos.
Una ripida discesa ci porta alla spiaggia bianca dell'isola ed al mare che la polvere chiara della scogliera rende di colore latteo.
Una breve pausa, un tuffo al volo e siamo di nuovo in sella.
La strada è molto brulla ed a picco sul mare, in molti punti manca il guard rail e l'asfalto è franato o pieno di brecciolino, in più la guida malferma dei turisti non rende la passeggiata rassicurante. Inutile dire che l'unica cosa dritta che si vedeva era l'orizzonte alla nostra sinistra.
Dopo aver percorso una ventina di stretti tornati consecutivi, siamo ad Assos, piccolo paese sorto sotto una fortezza fatta erigere in epoca veneziana.
Le rovine si raggiungono solo a piedi dopo circa una mezz'ora di cammino, lassù la vista rende onore allo sforzo.
La risalita mette alla prova la XR che anche in questo caso, tra prima e seconda, non ci tradisce.
Raggiungiamo infine Fiscardo, il paese in assoluto più a nord.
Resto un po' con l'amaro in bocca: una serie di locali si affacciano sul porticciolo intasato da barconi di lusso e null'altro.
Una volta rientrati a Poros faccio due conti: 156 sono i km percorsi durante la giornata.
Ancora un giorno di riposo prima della tappa finale e più lunga del nostro tour di Cefalonia.
Cefalonia: due cuori e un cilindro
La spiaggia di Xi
Domenica 7, saggiata la resistenza della XR, ci lanciamo nell'impresa di puntare alla spiaggia di Xi, il punto più lontano che si possa raggiungere, seppure a poco meno di 100 km da noi. Si parte: si alternano sotto le ruote paesaggi di ogni tipo.
Da Poros ad Argostoli sembra di guidare sulle Dolomiti Lucane. Ci inoltriamo quindi in un paesaggio collinare per raggiungere il monastero di San Gerasimo, il patrono dell'isola, dove ancora una volta i turisti danno il peggio ciabattando in costume da bagno in chiesa.
Lancio la XR sul breve rettilineo prima della capitale, conscio che sarà l'ultima strada dritta che vedrò fino al rientro.
Incontriamo a questo punto l'unico semaforo esistente.
Attraversiamo quindi la costa a picco sul mare per una ventina di km e poi una lingua di terra che porta sull'altro braccio dell'isola.
La bassa marea espone un'ampissima zona di secca sabbiosa e ad impreziosire il quadro ci sono piccole rovine sparse, reduci dal terremoto del '53.
Le curve ed i dislivelli si addolciscono, su questo versante sono diffusi i maneggi, a conferma che il terreno è meno brullo e più piano e lussureggiante.
Attraversiamo senza fermarci la via principale di Lixouri, che ha l'aspetto di una città molto più della capitale.
Iniziamo ad incontrare i cartelli per Xi: peccato solo che ad un bivio ce ne siano due che puntano in direzioni opposte.
Scegliamo a caso e scendiamo finalmente alla meta: una lunghissima spiaggia di sabbia color ruggine e pareti di argilla fronteggiata dall'isola delle tartarughe, dove sono solite deporre le uova le Caretta Caretta.
La strada al ritorno sembra infinita, mi accodo ad una coppia di italiani con una Honda Dominator targata Brescia, e anche se non ci siamo scambiati una parola mi sono sentito in compagnia.
Ad un bivio un lampeggio, ed ognuno per la sua strada.
Alla sera siamo esausti dopo i 196 km percorsi.
Direi i "soli" 196 km visto che di solito nei giri che facciamo non sono neanche la metà del tragitto, ma con questa moto e queste strade non sono certo una passeggiata di piacere.
Il giorno seguente è prevista la partenza.
Restituisco la moto alla ragazza inglese che mi chiede: -"Quanti km avete percorso?" - Io:"520" – Lei "What?!?"
A malapena 520km, roba che comunemente è un'uscita a medio raggio, ma che ci hanno mostrato una tale varietà di paesaggi, di coste e di scorci naturali che ne sono valsi quanti 5200.
Cefalonia: due cuori e un cilindro
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