Dal 30 luglio all’11 settembre 2000, Giovanni Poli ha percorso 14.000 km attraversando la Siberia per raggiungere da Milano la Kawasaki Heavy Industries, casa madre della moto.

Dopo una meticolosa preparazione a fine luglio finalmente la partenza dalla Kawasaki Motors Italy: in 4 giorni Austria, Slovacchia, Repubblica Ceca, Polonia, Bielorussia, per arrivare a Mosca.

E proprio da Mosca, ha preso il via l’avventura verso la Siberia: circa 10.000 km per raggiungere l’estremità più orientale della Russia e la sua città: Vladivostok.

La KLE500 si è avventurata attraverso le steppe, il passaggio dei monti Urali, la taiga, le foreste sconfinate dove man mano che si spostava l’orizzonte gli alberi ne delineavano il confine, i villaggi dispersi nel nulla. Più ad est la regione del lago Baikal, l’unica zona dove appariva un timido accenno di turismo locale. E poi di nuovo la natura più selvaggia, attraverso le praterie ai confini della Mongolia, o le alture ricoperte di foreste lungo il confine cinese.

Con l’Italia ormai lontana Giovanni Poli è arrivato a Vladivostok. Da lì la traversata marittima verso il Giappone, gli ultimi 1000 chilometri toccando Tokyo, per arrivare ad Akashi. Accolto da una bandiera a scacchi sventolata all’ingresso della fabbrica dove nascono le "verdone" e dai colleghi giapponesi esultanti per l’arrivo trionfale il pilota ha concluso il suo viaggio in solitario senza nessuna assistenza.