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Per il 2026 Ducati ha fatto uno dei Monster più belli di sempre
Si chiama semplicemente Monster. La quinta generazione dell’icona di Borgo Panigale, costruita attorno al motore V2 890, riduce in parte lo strappo con la tradizione rappresentato dall’ultima 937. Stile unico, peso piuma e contenuti di livello
Possiamo dire che ci avevamo preso: quella che si annuncia come la più importante novità Ducati per il 2026 è la quinta generazione della Monster (o se preferite “del Monster”, come dicono a Borgo Panigale). Se volete rinfrescarvi la memoria, le trovate tutte qui: l’originale M900 del 1992 (telaio a traliccio, serbatoio in acciaio e motore due valvole ad aria), la 696 del 2008 (telaio a traliccio corto e telaietto in alluminio, serbatoio in plastica), la 1200 del 2012 (telaio a traliccio “front”, serbatoio in acciaio, forcellone solo monobraccio) e la rivoluzionaria 937 del 2021 (telaio in alluminio “front”, forcellone solo bibraccio, linea stravolta).
Il nuovo modello si chiama semplicemente “Monster”, e dopo la rottura rappresentata dalla 937 è un tentativo di riconciliazione col passato (anche qui ci avevamo preso) tramite una linea che cerca, a nostro avviso in modo riuscito, di recuperare stilemi della prima Monster, particolarmente evidente nella versione rossa (l’andamento degli scarichi, le forme meno spigolose del serbatoio, con prese d’aria come sulla seconda generazione, e soprattutto l’andamento discendente del codino coprisella) unendoli alla tecnologia contemporanea: telaio appunto monoscocca con motore portante, forcellone bibraccio “hollow” che richiama quello di Panigale e Streetfighter e naturalmente il recente motore V2 da 890 cc, decisamente più leggero rispetto al 937 e che perde il sistema Desmo ma guadagna la fasatura variabile.
Potrete vedere questa moto e tutte le altre novità Ducati al padiglione 5 - Stand O82
Tutta attorno al motore V2 890
Molto pulito grazie anche alla pompa dell’acqua nella testa anteriore, che consente di ridurre la circuiteria idraulica, e verniciato più chiaro rispetto al nero integrale dell’ultimo Testastretta 11°, il V2 è un altro elemento che contribuisce a recuperare il colpo d’occhio Monster anche per i (numerosi) affezionati allo stile storico della nuda bolognese, con il contrasto tra il rosso brillante della parte superiore (sovrastrutture) e il grigio/nero di quella inferiore (meccanica). Uscito di scena il 937 con l’arrivo della Euro5+, sapevamo che il suo posto sarebbe stato preso dal V2 presentato allo scorso Eicma. Superata di slancio la polemica “Desmo / non Desmo” dopo le prove su strada delle moto che già lo montano, ha una qualità di erogazione veramente notevole oltre ad essere il bicilindrico più leggero mai prodotto da Ducati: 54,3 kg in questa versione. Dotato del sistema di fasatura variabile IVT sulle valvole di aspirazione a stelo cavo, modifica in modo continuo l’anticipo dell’aspirazione per la massima fluidità di risposta grazie alla regolarità della combustione, ed eroga 111 CV a 9.000 giri (con limitatore a 11.500 giri) e 91,1 Nm di coppia a 7.250 giri, con più del 70% del valore già disponibile a 3.000 giri e sempre più dell’80% fra i 4.000 e i 10.000 giri.
La trasmissione è equipaggiata con il Ducati Quick Shift (DQS) 2.0 di seconda generazione, che ha debuttato sulla nuova Panigale V4, privo di sensore sul rinvio del cambio (è montato solo sul tamburo) per offrire un feeling di cambiata più diretto e con corsa ridotta. La frizione è antisaltellamento in bagno d'olio con comando idraulico ad asservimento progressivo, e sforzo alla leva ridotto del 15% rispetto al Monster 937.
Per più giovani in possesso della patente A2 è disponibile la versione con potenza limitata a 35 kW. In questa versione la potenza massima è di 43,5 CV a 6.250 giri, e la coppia massima di 49 Nm a 5.750 giri. Gli intervalli di manutenzione prevedono il controllo del gioco valvole ogni 45.000 km, riducendo i costi di manutenzione.