Mezzo secolo di “M”, la lettera diventata leggendaria sulle auto bavaresi e sbarcata da poco anche sulle moto a seguito dell’unificazione del reparto Motorsport di Monaco.

È nel lontano 1972 che BMW M GmbH (allora BMW Motorsport GmbH) fu fondata come reparto sportivo dotato di tutta l’autonomia che serviva. Per celebrare l’anniversario, BMW utilizza proprio la M 1000 RR, versione esclusiva e sportivamente al top della sua superbike presentata a fine 2020, che per l’occasione veste la colorazione Sao Paulo Yellow e lo storico emblema 50 Years BMW M.

Quasi una SBK

Se a livello estetico spiccano soprattutto le ormai irrinunciabili “ali” anteriori, oltre al cupolino maggiorato e ai particolari lavorati dal pieno, c'è però tanta sostanza speciale nel modello che fa da base alle moto ufficiali del team Motorrad World SBK di Scott Redding e Michael Van Den Mark ha un motore con bielle e valvole in titanio, pistoni forgiati, bilancieri a dito più sottili e camere di combustione ottimizzate. I condotti di aspirazione sono lavorati CNC come sulle moto ufficiali, e completa il tutto uno scarico Akrapovič sempre in titanio. Ben 212 i cavalli a 14.500 giri/min, con una coppia massima di 113 Nm a 11.000 giri/min.

Il telaio resta il “Flex Frame” con motore portante della S 1000 RR, modificato però a livello di quote: cresce l’avancorsa e si riduce l’inclinazione del cannotto. Il forcellone, più lungo e leggero, ha l’altezza del pivot regolabile di fino e lavora con un monoammortizzatore pluriregolabile, così come la forcella Marzocchi da 45 mm: niente sospensioni semiattive. L’impianto frenante è prodotto da Nissin su specifiche BMW, mentre i cerchi sono in carbonio per portare il peso della M 1000 RR a soltanto 192 kg in ordine di marcia. 

Una storia importante

BMW Motorsport GmbH è stata fondata nel 1972 con l'idea di riunire tutte le attività motoristiche di BMW sotto un unico tetto e di costruire veicoli da corsa e motori da competizione ad alte prestazioni per le gare automobilistiche. Il manager Robert A. Lutz dichiarò in proposito: "Un'azienda è come un essere umano. Se fa sport, rimane in forma, è entusiasta, più efficace e potente". 

La BMW 3.0 CSL (CSL = Coupe Sport Light Construction) fu la prima auto da corsa BMW Motorsport GmbH: fece il suo debutto nel Campionato Europeo Turismo nella stagione 1973, insieme ai tre colori BMW Motorsport: blu, viola e rosso su sfondo bianco, che ancora oggi la caratterizzano. Questo schema di colori, nella versione aggiornata Blue – Dark Blue - Red, si può ritrovare nel logo BMW M e dei veicoli BMW M fino a oggi.

La leggendaria combinazione di colori si trovava già sui primi veicoli BMW M da strada nella seconda metà degli anni Settanta e caratterizza anche i veicoli da corsa venuti in seguito, insieme con i loro successi nel motorsport. Ad esempio, nel 1978 la supersportiva M1, e, dal 1980 in poi, le auto da corsa di Formula 1 con cui Nelson Piquet vinse il titolo mondiale F1 nel 1983.

Dall'Isola di Man alla Dakar

Anche nelle gare in moto, i colori BMW M sono ben presto entrati nel mito. Lo sport permea già i primi decenni di vita dell'azienda, ad esempio con la leggendaria vittoria di Georg "Schorsch" Meier con la sua BMW sovralimentata al Senior Tourist Trophy del 1939. 75 anni dopo il successo di "Schorsch" Meier nel Senior TT, Michael Dunlop ci riesce di nuovo nel 2014 sulla BMW S 1000 RR. Anche negli anni successivi, la RR ha lasciato il suo segno inconfondibile nel Tourist Trophy.

Ma i colori BMW M sono ben rappresentati anche sulle moto BMW da fuoristrada, innanzitutto sulle BMW GS ufficiali con cui Hubert Auriol e Gaston Rahier dominarono la Parigi-Dakar nei primi anni Ottanta.

Come nessun'altra moto BMW fino ad oggi, il modello M RR 50 Years M porta con sé questo storico DNA. Questa moto eccezionale potrà essere ordinata solo tra il 21 maggio e il 30 novembre 2022.