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Indian dissotterra l'ascia di guerra

di Christian Cavaciuti il 05/07/2013 in Moto & Scooter

Negli States è un mito, anche se gli ultimi successi risalgono agli anni Trenta. La Indian risorge ora per mano di Polaris, e punta a diventare l'anti-Harley per eccellenza. Si parte con il motore rétro TS111.

Indian dissotterra l'ascia di guerra
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Che storia, quella della Indian. Fondata nel 1901 a Springfield, Massachussets (a 1.300 km da Milwaukee ma curiosamente alla stessa identica latitudine, sul parallelo 42,5°), è la più antica azienda motociclistica americana: ma a differenza di Harley, il suo passato è zeppo di tristi fallimenti e speranzose ripartenze.

Eppure parliamo di una Casa che nel 1911 era stata capace di occupare i primi tre posti al Tourist Trophy e nel decennio successivo divenne il più grande costruttore di motociclette al mondo. Ma negli anni Trenta la proprietà passò a Paul DuPont, attivo nel ramo vernici; il risultato fu che nel 1934 le Indian venivano offerte in ben 34 varianti di colore, in un classico caso di ecceso di forma rispetto alla sostanza, che era viceversa deboluccia: in quegli anni le Harley, più affidabili e meglio motorizzate, erano ormai più popolari sia per uso militare che per uso civile. L'azienda così chiuse una prima volta i battenti alla fine del 1934. Seguirono una lunga serie di tentativi a volte al limite della speculazione, come quando Floyd Clymer negli anni Sessanta iniziò ad impiegare il marchio – probabilmente senza averlo nemmeno acquistato – per una serie di minibike fatte realizzare a Bologna da Leopoldo Tartarini, con motore Minarelli 50. Ma anche i tentativi moderni, come la "Glory Era" iniziata nel 2001, durarono ben poco.

Eppure nei suoi primi decenni di vita la Indian era riuscita a realizzare due modelli, la Scout e la ammiraglia Chief, destinati ad entrare stabilmente nell'immaginario collettivo americano: soprattutto con le versioni del dopoguerra, caratterizzate dai parafanghi avvolgenti. Ecco perché attorno a Indian c'è sempre tanto interesse, culminato nell'acquisto, ad aprile 2011 da parte di Polaris, un gigante da un paio di miliardi di dollari di fatturato che produce motoslitte, ATV e ha lanciato nel 1998 il marchio Victory. Questo ha fatto presumere che finalmente potessero tornare tempi migliori per la Indian, che si concretizzano ora in un nuovo motore molto interessante, sigliato TS111. Si tratta di un'unità molto moderna sebbene conservi caratteristiche ultra-tradizionali.
Indian dissotterra l'ascia di guerra
Il nuovo motore della Indian

Centoundici è ovviamente la cilindrata in pollici cubici (oltre che un richiamo all'età della Casa: l'imperativo è ovviamente fare più di H-D nell'uno e nell'altro campo...) mentre TS sta per "Thunder Stroke": rombo di tuono. Si sa che di là dall'Oceano metà del successo di una moto dipende dall'heritage, il lignaggio, e l'altra metà dal "look & feel", per cui il V-twin di Minneapolis gioca molte delle sue carte sull'aspetto e sul sound. Quanto al primo, l'alettatura tondeggiante di teste e cilindri riporta alla Chief del 1948, da cui sono ripresi anchele teste ellittiche e gli scarichi rivolti verso il basso come se le valvole fossero laterali (mentre sul TS111 sono in ovviamente testa). Quanto al secondo, in attesa di vedere la gamma 2014 si può già dire che il twin ha senza dubbio una voce profonda e personale, per quanto ben silenziata.

L'originalità del bicilindrico a iniezione da 1.811 cm3, dotato di quasi 160 Nm di coppia, sta come detto nel layout ispirato agli antenati: aspirazione e iniezione sono sul lato sinistro (a destra su H-D); l'angolo della V è di 49°, sempre stretto ma diverso dai 45° di Harley; l'imbiellaggio prevede manovella singola e bielle affiancate, di nuovo uno schema differente dal classico biella madre-biella figlia di H-D. La distribuzione è ad aste e bilancieri, con tre alberi a camme nel basamento e due valvole sulla testa di ciascun cilindro; il recupero del gioco è idraulico. Il carter è semisecco, la frizione è multidisco in bagno d'olio e il cambio, a 6 rapporti, è in blocco. La trasmissione sfrutta ingranaggi elicoidali, più longevi e silenziosi e la finale è a cinghia dentata. 

E la moto? Manca poco: la Chief 2014 verrà presentata a Sturgis, a inizio agosto, e la Indian ha tutta l'intenzione di accreditarsi come l'anti-Harley per eccellenza. Ci riuscirà?

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