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Ducati Hypermotard: extreme & fun

di Alfredo Verdicchio il 12/11/2012 in Moto & Scooter

E' una delle novità più attese di Eicma, la motardona che per il 2013 abbandona il Desmo a 2 valvole raffreddato ad aria, per l'unità a liquido di 821 cc derivata dal tecnologico 848

Ducati Hypermotard: extreme & fun
La nuova Ducati Hypermotard
Se ci si ferma al solo frontale, la Hypermotard di nuovo ha davvero poco se non gli specchietti, non più estraibili ad altezza leve ma riportati alla posizione classica, meno personale però tanto più efficaci e pratici.
Nella vista laterale, invece, ecco che la "supermotard" di Borgo Panigale mostra con fierezza non solo nuove linee più filanti e compatte della precedente, ma soprattutto una ciclistica totalmente rinnovata, a partire dal telaio sempre in tubi di acciaio ma dal disegno diverso e che non si allunga più sino al perno forcellone. Su questo, sempre monobraccio realizzato in alluminio come il nuovo telaietto reggisella, lavora una nuova unità ammortizzante, con inedita inclinazione studiata per migliorarne la progressività e garantire il massimo della trazione per sfruttare al meglio le prestazioni del nuovo bicilindrico raffreddato a liquido.
L'inedito twin è in grado di erogare una potenza massima dichiarata di 80,9 kW (110 CV) a 9250 giri e una coppia di 89,2 Nm (9,1 kgm) a 7750 giri, prestazioni gestite tramite sistema ride by wire e tre mappature (tra cui la "low" che porta la potenza a 75 CV) e tenute a bada da ABS, antisaltellamento (il comando della frizione è a cavo) e controllo di trazione.
Con un peso di 198 kg in ordine di marcia e un fisico ancora più asciutto (ma più lungo d'interasse e "aperto" di cannotto) della versione precedente, questa Hypermotard stimola pruriti sopiti: una derapata controllata, un wheeling in uscita di curva, un piegone con fuori il piede con lei sono un dovere.
Per quanto riguarda la manutenzione, Ducati dichiara intervalli di 30.000 km per la registrazione delle valvole.
Ducati Hypermotard: extreme & fun
Con la versione Hyperstrada il bombardone bolognese allarga le sue vedute, facendosi conquistare dal turismo sportivo.
Così, oltre a godere di tutte le innovazioni tecniche, meccaniche ed elettroniche, questa versione di serie offre cupolino, cavalletto centrale, borse da 25 lt l'una, sella più imbottita a 850 mm da terra, manubrio rialzato di 20 mm, parafanghi più ampi, 2 prese da 12V e paracoppa motore.
Il prezzo, come per il modello standard, non è ancora dato a conoscere, ma possiamo aspettarci che si aggirerà intorno agli 11.000 euro
E infine la SP, versione cattiva riconoscibile per la grafica bianco-rosso-nero, unica colorazione prevista. Monta sospensioni sofisticate, completamente regolabili e di maggior escursione, ruote forgiate, parafanghi in carbonio, pompa radiale freno anteriore e sella posta a 890 mm. A differenza della standard e della Strada, la SP gode anche di una diversa taratura dell'elettronica, con una gestione dei CV, del controllo di trazione e dell'ABS (che in mappatura Race non entra in funzione al posteriroe) molto più racing, simile a quella della supersportiva 1199 Panigale. Pesa 194 kg in ordine di marcia. La SP si riconosce per la grafica bianco-rosso-nero. Monta sospensioni sofisticate e di maggior escursione, ruote forgiate, parafanghi in carbonio, pompa radiale freno anteriore e sella a 890 mm. Pesa 194 kg in ordine di marcia.
Ducati Hypermotard: extreme & fun
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