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Mal… ossi duri

di Stefano Gaeta il 11/10/2010 in Moto & Scooter

Quattro scooter per quattro modi diversi di vivere le corse a ruote basse. Li abbiamo provati ad Adria e malgrado il brutto tempo ci siamo divertiti come ragazzini

Mal… ossi duri
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Alla parola scooter associamo sempre l'idea di un mezzo pratico e funzionale, diventato ormai fondamentale nella mobilità urbana.
Per i ragazzi adolescenti poi, lo scooter è spesso il primo mezzo di trasporto autonomo e il primo passo verso l'indipendenza.
Ma la parola scooter possiamo associarla anche a tutt'altra idea, e cioè a quella di un mezzo da gara vero!
E quest'ultima "ipotesi" è stata per noi molto concreta durante la prova che abbiamo effettuato in concomitanza con una gara del trofeo nazionale monomarca Malossi.
Si corre ad Adria e accettiamo volentieri l'invito della Casa Emiliana che ci metterà a disposizione ben quattro varianti dei loro kit di preparazione per allestire in maniera pronto-pista diverse tipologie e marche di scooter tra le più diffuse.
Purtroppo la giornata è uggiosa e la pioggia si alterna a brevi schiarite, appena ci sembra che le condizioni migliorino decidiamo di entrare in pista e per farlo scegliamo per primo lo Yahama T-Max.
Mal… ossi duri
Vera icona dei maxi-scooter sportivi, in questo allestimento racing risulta ancora più aggressivo.
Tra tutti gli scooter presenti il T-Max è quello che subisce la preparazione meno radicale: uno scarico completo, il reparto ciclistico rivisto e un kit per la trasmissione sono gli interventi più importanti che ha subito il maxi di Iwata.
Oltre a questo è importante notare che il bicilindrico è anche l'unico scooter a montare pneumatici stradali, quindi pensati anche per l'asfalto bagnato e, di conseguenza, cominciare la prova proprio con questo veicolo ci pare la scelta più saggia. Infatti una volta in sella ritroviamo un ambiente familiare e tutta quella "confidenza" che conosciamo sul modello di serie.
Certo, qui prestazioni e guidabilità sono di un altro livello e ad ogni minima apertura del gas corrisponde un "volo" del contagiri digitale verso gli 8.000 indicati.
Il T-Max spinge con forza, è molto stabile in frenata e permette di girare su tempi interessanti.
Il tutto, per il "piacere" delle orecchie, è accompagnato da un sound veramente aggressivo e pieno.
Nelle poche tornate a disposizione abbiamo modo di girare insieme a scooter di altre classi, tra i quali i velocissimi Zip della Piaggio, tutti guidati da giovanissimi piloti. L'età media dei partecipanti al trofeo è infatti molto bassa.
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Rientriamo ai box dove ci aspetta già "caldo" un Gilera Runner che monta il Kit Malossi da 77 cc. Qui gli interventi sono decisamente radicali, al punto che praticamente è tutto concesso tranne modifiche al telaio, la sostituzione dei carter motore e ovviamente l'utilizzo di componenti che non siano Malossi.
Passiamo così da un rassicurante quattro tempi ad un nervosissimo due tempi in grado di girare a regimi impressionanti.
Qui l'unico problema è che la frizione attacca a circa 7.000 giri e gestire il comando del gas sulle prime lascia un po' sconcertati.
Ma basta poco per prendere confidenza ed iniziare a divertirsi: il nostro Runner svolta veramente "col pensiero" e fa una certa impressione guidare un mezzo a due ruote con prestazioni così elevate e senza stringere tra le gambe un serbatoio.
Le ruote da 12" danno una buona stabilità e tutto il mezzo ci sembra molto rigido e preciso… Inoltre vibra come una vera moto da corsa!
Questo anche perché il forcellone posteriore è separato dal resto del motore solo da tamponi in teflon al posto di quelli di gomma delle versioni di serie.
Con 26 cavalli i rettilinei durano poco e abbiamo tempo per apprezzare il sibilo del piccolo motore a due tempi, una "musica" che ormai si ascolta raramente.
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Un po' di pausa e siamo pronti alla prova di quello che è il modello che va per la maggiore, lo Zip SP della Piaggio.
Qui la cilindrata è di 70 cc e i componenti sostituiti sono praticamente… Tutti!
Lo Zip Malossi Trofeo eroga circa 24 cavalli con un peso nell'ordine dei 70 kg, la categoria prevede che il connubbio scooter-pilota non scenda sotto i 140 kg di peso totali.
Almeno in questo noi siamo perfetti, bastano pochi metri per capire il perché lo Zip sia il modello più gettonato.
Il motore prende i giri con una rapidità sconcertante e spesso ci ritroviamo a correggere la traettoria in ingresso curva complice una velocità di inserimento spiazzante.
Guidiamo un vero folletto e ci ritroviamo in scia ad un trenino di scalmanati ragazzini che ci fanno presto capire quanto quello sia il loro territorio.
Così evitiamo di farci prendere la mano e ci divertiamo godendoci tutti i quasi 14.000 giri che il piccolo motore è in grado di scalare.
Lo Zip, nonostante il peso contenutissimo, è stabile ed equilibrato, un vero e proprio parco-giochi per teen-agers e adulti dallo spirito giovane.
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Ci rimane da testare la versione più performante dei Kit Malossi, quella denominata Big Bore. Questo allestimento non è ora utilizzato per correre ma si parla già di una categoria dedicata per la prossima stagione di gare.
A nostra disposizione abbiamo uno Yahama Aerox con motore da 87 cc e un carburatore da ben 28 mm in grado di erogare 30 cavalli.
Prima di partire dalla corsia box il responsabile del reparto esperienze, Fabio Canetoli, ci mette in guardia.
Qui le prestazioni sono veramente impegnative rispetto al tipo di mezzo e al primo rettilineo ce ne rendiamo conto.
Ci sfila un T-Max che però non riesce a prendere il largo: il piccolo monocilindrico fila come un missile e ci rendiamo conto che ad ogni entrata in coppia corrisponde un alleggerimento dell'avantreno.
La guida è impegnativa e l'asfalto umido non invita a prendere troppa confidenza.
La versione Big Bore montata sullo Yahama Aerox ha bisogno di mani esperte per essere sfruttata.
Tutti gli scooter testati montavano gomme Dunlop, tranne il T-Max che può utilizzare coperture di qualsiasi marca.
Finiti i test ci godiamo del bel clima che si respira all'interno dei box: è bello vedere una sana competitività anche tra ragazzi così giovani ma già così appassionati.
Con poche migliaia di euro si possono allestire mezzi estremamente competitivi in grado di mettere in luce le capacità dei giovani piloti.
Le poche differenze di messa a punto delle trasmissioni non bastano a colmare il gap tra un pilota veloce e uno che lo è meno e quindi queste gare del Trofeo Monomarca Malossi divertono chi le fa come chi le segue da spettatore grazie alle performances molto livellate tra i mezzi delle varie categorie.
E l'importante seguito di partecipanti e di pubblico sta ad indicare che la formula della bolognese Malossi è quantomeno azzeccata.
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