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Le special di Zero Engineering

di Daniele Massari il 09/03/2009 in Moto & Scooter

Lo specialista giapponese era presente anche all'EICMA con una piccola gamma di chopper e bobber. Forse le vedremo anche in Europa

Le special di Zero Engineering
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All'edizione 2008 dell'EICMA, anche se esposte all'interno di uno stand piccolo e poco valorizzato, le hanno notate tutti: non solo perché gli addetti a fornire informazioni vestivano in eleganti kimono, ma perché si muovevano leggiadri tra bobber e chopper splendidi, di inconfondibile impronta orientale.
Le moto di Zero Engineering (www.zero-eng.com) si sono affermate nel panorama del custom mondiale per l'estetica essenziale e ricca di citazioni, per l'aria artigianale espressa da ogni dettaglio e per l'uso di materiali come rame e ottone, sapientemente plasmati e riutilizzati su queste special.

L'azienda, fondata nel 1992 da Shinya Kimura in un'officina di Okazaki, si è fatta conoscere in tutto il mondo per la qualità delle sue lavorazioni; nel 2002, sull'onda di un successo planetario, Zero Eng ha inaugurato una sede a Las Vegas e, nello stesso anno, ha stretto un accordo con il colosso Plot Inc. (www.plotonline.com), il maggiore distributore di accessori aftermarket dell'Oriente.
Il risultato di questa joint venture è stato che le moto Zero Engineering non sono più solo prodotti destinati a ricchissimi collezionisti, ma con questo marchio viene commercializzata anche una piccola gamma di motociclette prodotte in serie, e dunque proposte a prezzi più abbordabili.
Certo, i dettagli fatti a mano e i materiali pregiati restano appannaggio delle special di "alta gamma", ma le moto "popolari" firmate Zero Eng costituiscono pur sempre una validissima alternativa a delle anonime clone bike, e vengono già vendute in Giappone e in America.
La presenza al Salone di Milano, del resto, testimoniava il chiaro intento, da parte dell'azienda, di sondare il mercato sebbene la strada per ottenere le omologazioni necessarie alla commercializzazione in Europa sia decisamente ripida…

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Le special di Zero Engineering
La Type1, con motore Sportster
La gamma Zero Eng è articolata in 5 modelli, che sfruttano propulsori che vanno dall'ultima versione del bicilindrico XL per Sportster (cioè quello montato elasticamente nel telaio) allo Shovel, all'Evolution 1.340 cc.
Uno dei modelli più interessanti si chiama Shogun: è un bobber spinto da motore da 1.340 cc e dotato di forcella Springer abbinata al cerchio anteriore da 16". La Shogun (il termine significa "supremo capo militare"), ha un motore antico e un telaio originale denominato Dragon Neck: si tratta di un sistema di sospensione posteriore composta da un mono ammortizzatore verticale che si trova dietro il cambio e agisce su uno speciale forcellone posto dietro il triangolo finale del telaio.
L'effetto rigido è assicurato, più efficace che su un telaio Softail, dove a oscillare è tutto il triangolo posteriore.
Il motore adottato sulla Shogun è un Evolution con cambio a 5 marce, trasmissione primaria a cinghia scoperta da 3" abbinata alla finale a catena e cerchi da 16" con canale da 5". Naturalmente, essendo un modello votato alla commercializzazione di massa, non è stata impreziosita dagli accessori di rame o ottone prodotti da Shinya per le sue special, ma è pur sempre una moto dinanzi alla quale nessuno potrà restare indifferente!
Il Type5 Shovel è un rigido su cui il motore da 1.340 cc è uno Shovelhead prodotto da S&S, il cambio è a cinque marce con primaria scoperta e avviamento, oltre che elettrico, a pedale. Il telaio Gooseneck è abbinato a una coppia di cerchi da 16" e presenta una sospensione anteriore Springer nera e sella con grosse molle per il guidatore (giacché non ne è prevista una per il passeggero).
Bello anche l'impianto di scarico, ispirato alla cultura Hot Rod e composto da un unico grosso sistema che corre orizzontale, passando dietro la pedivella di avviamento.
Per il 2008 il Type5 è stato equipaggiato con un propulsore Evolution da 1.340 cc e ribattezzato Samurai: il cambio è a cinque rapporti, il propulsore è più recente ma il progetto resta quel mix di esclusività e tradizione che contraddistingue il resto della produzione.
La gamma Samurai Chopper offre anche un paio di modelli su base Sportster: lavorando sull'ultima versione dell'XL 1.200 cc, quella montata elasticamente nel telaio, Shinya ha creato la Type1, che ha telaio rigido Gooseneck e cerchi da 18" (dunque rinunciando alla consuetudine di usare cerchi da 16"); in questo, però, la forcella è una teleidraulica tradizionale. La Type2 sfrutta la stessa base, ma si distingue per l'adozione di una forcella Springer verniciata di nero.

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