Il nuovo scudo dice addio alla soluzione del gruppo ottico integrato, che prima era a doppio proiettore: ora è a proiettore singolo inglobato nel manubrio carenato e sovrastato da un piccolo ma efficace parabrezza. Alle spalle di quest'ultimo, la strumentazione è dotata di tachimetro, contachilometri totale e parziale, termometro del liquido refrigerante, indicatore del livello del carburante, orologio e spie di servizio.
Per quanto riguarda la ciclistica, il telaio mantiene la consueta struttura in tubi di acciaio. La forcella ha steli da 41 mm e al posteriore troviamo una coppia di ammortizzatori regolabili nel precarico.
Sulle ruote da 16" agiscono dischi rispettivamente da 260 e 240 mm, non coadiuvati da alcun sistema di frenata integrale presente invece sul 400 cc.
Invariato, rispetto al passato, anche il propulsore: il monocilindrico Quasar da 250 cc a iniezione elettronica eroga ben 22 CV a 8.250 giri, posizionandosi al vertice nella sua categoria. Nelle soste si apprezza il pratico cavalletto laterale, mentre quello centrale richiede un po' più di energia per essere azionato.

Rispetto al passato resta invariato l'ottimo equilibrio complessivo che aveva caratterizzato la precedente versione: la sella è accogliente e alla portata anche dei piloti sotto al metro e settanta, sistemata com'è a soli 790 mm da terra. La sensazione a bordo è di grande stabilità, grazie all'avantreno che offre precisione e agilità nel traffico ma anche nel misto. In generale, il comportamento dinamico di questo Beverly, anche grazie al protettivo parabrezza, invita proprio a spingersi fuori porta per dei tragitti che esulino dalla solita routine cittadina.
Il motore, dotato anche di una buona trasmissione finale, sale di giri rapidamente e consente di superare i 120 km/h effettivi: al semaforo lo scatto da fermo è vivace e lo spunto è sempre ottimale per trarre d'impaccio il guidatore anche durante i sorpassi sulle statali. I consumi si mantengono nella norma: circa 16 km/l nel ciclo urbano, oltre i 20 fuori città.
L'impianto frenante richiede di agire energicamente sulle leve, ma in cambio offre spazi d'arresto ridotti. A velocità sostenute si registra invece qualche leggera vibrazione, ma solo sul manubrio.