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Pirelli North America Performance Tour/1: Alaska Highway

il 04/09/2008 in Moto & Scooter

La prima tappa si è rivelata come il più duro banco di prova per le gomme mai incontrato dai tester, un susseguirsi di passi di montagna, saliscendi e lunghi rettilinei dal fondo tormentato. Ecco com'è andata

Pirelli North America Performance Tour/1: Alaska Highway
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Lake Louise, Alberta, Canada 2-9-08

Al primo traguardo raggiunto (un terzo del tragitto previsto, 3200 km cui vanno aggiunti gli 800 del rodaggio delle moto, effettuato attorno ad Anchorage) dal North America Performance Tour, il bilancio è positivo.
Dal punto di vista delle analisi metodologiche sono state individuate cinque macro tipologie di asfalti e superfici attraversate, che andranno a comporre il puzzle sul quale i tecnici della Ricerca & Sviluppo andranno ad analizzare i risultati.

Altrettanto varie e ben catalogate le morfologie, le altimetrie e le temperature incontrate. Queste ultime non hanno mai superato i 15 gradi con minime sulla Icefield Highway di 3°C, con una media che si è attestata attorno agli 8-10° C.
Tremila chilometri che rappresentano un mondo di situazioni diverse. Le condizioni atmosferiche, con un 20% di pioggia e un 10 % di bagnato - umido hanno consentito un'analisi approfondita in combinazione con il variare delle temperature e, come detto, delle tipologie e morfologie delle superfici incontrate.

I Night Dragon si sono rivelati superbi in tutte le condizioni, anche se avverse fino al punto di dover richiedere da parte dei collaudatori un adeguamento dei ritmi e dell'approccio alla guida in modo da superare le situazioni estreme della prova.
L'Alaska Highway in realtà è un susseguirsi di passi di montagna, saliscendi e lunghi rettilinei dal fondo tormentato, e si è rivelata come il più duro banco di prova mai incontrato. Repentini cambi d'asfalto, buche in rapida successione, sconnessioni improvvise che causano violenti fondo corsa delle sospensioni, oltre a curve e controcurve con contropendenze da brivido che mettono a dura prova la tenuta delle mescole e la spinta delle strutture nel sostenere la massa -automobilistica- di queste motociclette.
Attenzione e tensione alle stelle per ogni singolo chilometro percorso, insomma. Il rischio degli attraversamenti degli animali selvatici e' altissimo e i tester lo hanno potuto sperimentare ben tre volte. Lezione imparata e sguardo avanti, a "spazzolare" i margini della strada per individuare il minimo movimento sospetto.
La sera si ha il tempo di effettuare i rilevamenti sui pneumatici, controllare rapidamente le moto e,dopo una bella bistecca, via a dormire come ghiri.

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