Dopo sei anni di gestazione dalla presentazione in forma di prototipo nel 2001 al Motor Show di Tokyo, la Suzuki B-King diventa finalmente una realtà. Alluminio, plastiche, stile e prestazioni si incontrano in questa che è probabilmente la più esagerata delle nude. Tanto esagerata da creare il classico spartiacque del "piace-non piace" senza vie di mezzo. E se la custom-naked non lesina in fatto di esagerazioni stilistiche, di certo non si tira indietro quanto a prestazioni, con il suo quattro cilindri in linea da ben 1.340 cc realizzato prendendo a mani piene dall'esperienza maturata con la supersportiva di casa, la GSX-R 1000 k7. Da questa, infatti, la B-King ha ereditato la distribuzione DOHC, l'uso del titano per le valvole, i corpi farfallati a doppia valvola, insieme alla chicca hi-tech del selettore per la mappatura della centralina A e B (quest'ultima per una erogazione della coppia più dolce e gestibile) posto sulla consolle cromata del serbatoio. I dati di coppia e potenza ancora non sono svelati, ma qualche numero in più rispetto a quelli già diffusi all'EICMA di Milano possiamo darvelo, come il peso - elevato - di 235 kg a secco, l'interasse di 1.525 mm, l'altezza sella di 805 mm e la misura del pneumatico posteriore da 200" montato su un cerchio da 6". Come su di una maxi naked che si rispetti, le sospensioni sono regolabili entrambe nel precarico della molla e nell'idraulica, mentre il telaio è completamente in alluminio.

Interessante ed inaspettata novità è il Sixteen, un ruota alta che sembra avere tutte le carte in regola per sfidare il re incontrastato di questa tipologia di "automatico", cioè l'Honda SH. Per non rischiare, il Sixteen sfoggia un look in linea con la concorrenza, pulito, grazioso e filante così da piacere alla prima occhiata. I dettami del perfetto ruote alte ci sono tutti: ruote a cinque razze in alluminio da 16", pedana piatta, sella ben conformata e alta da terra 800 mm, sottosella giusto giusto per un demijet, pedane passeggero estraibili, struttura portapacchi-maniglioni di serie. In più, rispetto ai vendutissimi SH, il Suzuki Sixteen ha il freno a disco anche al posteriore che, azionando la leva sinistra, lavora in coppia con il disco anteriore. Solo due le cilindrate previste: 125 e 150, entrambe omologate Euro 3.

Motore: 4 cilindri in linea a 4 tempi, raffreddamento a liquido; alesaggio per corsa 81,0x65,0 mm; cilindrata 1.340 cc; rapporto di compressione 12,5:1. Distribuzione bialbero a camme in testa con comando a catena e 4 valvole per cilindro. Alimentazione a iniezione elettronica con doppie farfalle, diametro corpi farfallati 44 mm. Capacità serbatoio carburante 16,5 litri. Lubrificazione a carter umido.

Trasmissione: primaria ad ingranaggi, finale a catena (43/18). Frizione multidisco in bagno d’olio con dispositivo antisaltellamento e comando idraulico. Cambio a sei marce.

Ciclistica: telaio a doppio trave diagonale in alluminio; sospensione anteriore, forcella rovesciata regolabile nel precarico molla e idraulica in compressione ed estensione; sospensione posteriore, forcellone con monoammortizzatore regolabile nel precarico molla e idraulica in estensione e compressione. Cerchi: anteriore 3,50x17”, posteriore 6,00x17”. Pneumatici: anteriore 120/70-ZR17, posteriore 200/50-ZR17. Freni: anteriore a doppio disco flottante in acciaio da 310 mm e pinze con attacco radiale a 4 pistoncini, posteriore a disco singolo in acciaio da 260 mm e pinza a singolo pistoncino.

Dimensioni (in mm) e peso: lunghezza 2.220, larghezza 800, altezza sella 805, interasse 1.525. Peso a secco 242 kg.

Prestazioni dichiarate: potenza 135 kW (183,6 CV) a 9.500 giri, coppia 146 Nm (14,88 kgm) a 7.200 giri.