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Aprilia Shiver 750

di Alfredo Verdicchio il 20/04/2007 in Moto & Scooter

La pre-serie che abbiamo provato ci ha convinto in tutto: motore, ciclistica, frenata e posizione in sella. Buono anche il prezzo, che sarà di circa 8.000 euro Arriverà dai concessionari a fine giugno

Aprilia Shiver 750
Balocco - Ancora un mese e mezzo e potrete godervi la nuova naked di Aprilia, quella tagliente Shiver che con tanto orgoglio - a ragione - la casa di Noale ha presentato al Salone di Milano 2006.
Il modello della rinascita del marchio veneto non è una moto comune. L'aspetto è quello di una naked sportiva, dalle linee spigolose ma non aggressive come quelle della nuova Kawasaki Z750.
Segue la moda dello scarico alto sotto la sella e nella zona centrale sfoggia, a differenza della cugina Tuono, sfoggia un'estetica pulita, con un inedito telaio scomponibile molto bello da vedere. 
La scelta dell'ammortizzatore laterale, rende la linea più filante e pulita, il designer è riuscito a compattare le dimensioni lasciando dello spazio davanti al forcellone per collettori di scarico e catalizzatore.
La ciclistica sfoggia una forcella non regolabile con steli rovesciati da 43 mm e al posteriore un ammortizzatore, regolabile nel ritorno idraulico, infulcrato direttamente al forcellone, senza interposizione di leveraggi progressivi. Ma è il motore il vero asso nella manica della bicilindrica di Noale. Oltre ad essere tutto nuovo e realizzato con tutti i crismi di un propulsore sportivo (e già pensato per crescere di cilindrata per un futuro allargamento della "famiglia") sfoggia, unico tra le unità motociclistiche, il sistema "totale" (e non parziale come sulle Yamaha R6 e R1) di controllo dei corpi farfallati "Ride by Wire", preso in prestito direttamente dal mondo delle auto, dà la possibilità di controllare totalmente tramite l'elettronica l'erogazione del motore, con un sistema in grado di annullare l'effetto on-off, fastidioso quando si pela il gas in centro curva (è vero, lo abbiamo constatato nel test), di limitare al minimo il freno motore così da usarlo anche come una sorta di antisaltellamento, rientrare nelle future normative antinquinamento e mantenere sempre efficiente il motore anche dopo anni di utilizzo, riducendo quasi a zero la manutenzione.
La Shiver sarà commercializzata per fine giugno ad un prezzo che si aggirerà intorno agli 8.000 euro. Per i più ansiosi, comunque, ci sarà la possibilità di provare la nuova naked in occasione dei demo bike organizzati dai concessionari. Inoltre, durante le tappe del Campionato Dunlop Rider's Championship, sarà possibile prenotare un turno in pista in sella alla Shiver.
Facile, dolce, morbida, facile da subito. La nuova Aprilia Shiver stupisce per quanto metta a proprio agio ancora prima di togliere il cavalletto. Appena saliti in sella si capisce che con “lei” Aprilia ha puntato ad un prodotto buono per tutti, dalla manetta esperta, all’utilizzatore medio che vuole usarla anche in visione turismo, fino al neofita che deve confrontarsi con una moto di una certa potenza. L’ergonomia della seduta, infatti, soddisfa un po’ tutti: la sella, morbida e ben conformata, è ben distanziata dalle pedane che sono disposte in una posizione intermedia, comode nei lunghi spostamente e che assecondano anche una guida più brillante. Bene anche gli svasi sui fianchi del serbatoio che ospitano comodamente chi dotato anche di gamba lunga. Una volta in movimento quello che si apprezza da subito è l’enorme confidenza che riesce a trasmettere: il manubrio, così largo e non troppo lontano dà la sensazione di avere tutto sotto controllo e nelle manovre nello stretto dà una grande mano. Sembra di guidarla da sempre, una sensazione che fino ad oggi era una prerogativa tipica delle Honda. E in questo entra in gioco il motore della Shiver. Dietro quell’aspetto da cattivona la naked Aprilia nasconde un cuore d’oro e tutto per merito del sistema Ride by Wire e del lungo lavoro dei tecnici per la calibrazione delle tarature che gli hanno donato una dolcezza impensabile. Se vi aspettate un motore con una castagna in stile KTM, beh scordatevelo, il twin veneto è tutto fuorché roboante, ha qualche vibrazione sulle pedane a partire dai 6.500 giri, ma non rumoreggia per nulla. Di CV ne ha a bizzeffe per una moto stradale, ha una prontezza e una dolcezza nella risposta al gas che sui comandi tradizionali è impossibile trovare, l’erogazione è talmente lineare e progressiva che sembra non andare niente. E invece ci si ritrova dentro le curve in un battibaleno, sulle prime anche in ritardo nella frenata tanta è la dolcezza con cui la Shiver mette in mano coppia e CV. Una gran dote – perché è di questo che si tratta – che poche moto possono vantare (tra queste la Honda Hornet e la Kawasaki Z750) e che di certo nessuna bicilindrica, concorrente e non, può mettere sul piatto della bilancia. Certo per i motociclisti più conservatori e, soprattutto i ducatisti incalliti, la Shiver potrebbe sulle prime non piacere, troppo “delicata” nell’erogazione e dal timbro di voce profondo ma allo stesso tempo più civile di altri twin. Infatti, se su di una Ducati Monster o una Suzuki SV 650 il sound dello scarico è parecchio presente, sulla Shiver il rombo è più sobrio: ti “riempie” il casco senza rompere i timpani. Grazie al Ride by Wire, sulla Shiver anche il freno motore è di un morbido che non ci si crede, anzi sembra quasi non esserci. In questo per assurdo ricorda un po’ le quattro cilindri tanto è scorrevole in centro curva, mentre in inserimento la sensazione di qualcuno che ti tira dentro la curva è praticamente inesistente. Addirittura, la gestione elettronica dei corpi farfallati permette una gestione del freno motore tanto preciso da avere anche una funzione di antisaltellamento e quando le si tira il collo, non taglia la corrente di netto ma, sempre dolcemente, dà meno benzina. E per chi non ha esperienza con bicilindrici di grossa cubatura questo è solo un bene. Tornando al comportamento dinamico della Shiver, la taratura delle sospensioni di base non è troppo rigido per mettere tutti in condizione di sfruttarne le buone qualità di precisione e stabilità di marcia. La naked Aprilia è come incollata a terra – se non la si pizzica apposta per impennare – dove la si vuol mettere lei va. E se c’è da correggere la traiettoria ti asseconda con un comportamento sempre sincero e omogeneo, senza scompensi strani. Merito del telaio, bello rigido, della forcella, un po’ morbida nel primo tratto di corsa, più sostenuta nel resto e dell’ammortizzatore che, nonostante, l’attacco diretto al forcellone, mette in mostra una buona progressione nell’assecondare lo scarico a terra della potenza e nel copiare le imperfezioni dell’asfalto. La facilità con cui si guida questa Shiver la si apprezza non solo in inserimento di curva, ma anche nei cambi di direzione. Non è sveltissima, però, non mette mai il pilota in condizione di doverla forzare, rimane sempre omogenea e intuitiva. Unico limite, quando la guida si fa più sportiva, le pedane. La posizione di partenza è un buon compromesso tra comfort e guida, ma così non sono altissime da terra e limare i piolini diventa un fatto normale. In ultima analisi l’impianto frenante. Non lasciatevi spaventare dalle pinze ad attacco radiale, qui i tecnici Aprilia hanno trovato il giusto compromesso: l’attacco iniziale c’è ma non è cattivo come su di una Aprilia Tuono Factory, e se c’è bisogno di fare la staccatona non si tirano indietro, basta tirare un po’ di più la leva e il gioco è fatto. Ci è piaciuto anche il freno posteriore, molto dolce nell’attacco ma con la tendenza a bloccare se si esagera.
Motore: bicilindrico a V di 90° longitudinale a 4 tempi, raffreddamento a liquido; alesaggio per corsa 92x56,4 mm; cilindrata 749,9 cc, rapporto di compressione 11:1. Distribuzione bialbero 4 valvole per cilindro. Alimentazione a iniezione elettronica con sistema integrato Ride by Wire. Capacità serbatoio carburante 15 litri. Lubrificazione a carter umido.

Trasmissione: primaria ingranaggi, finale a catena. Frizione multidisco in bagno d’olio con comando idraulico. Cambio a sei marce.

Ciclistica: telaio scomponibile con traliccio superiore in acciaio e piastre laterali in alluminio, avancorsa 109 mm, inclinazione cannotto di sterzo 25,7°; sospensione anteriore, forcella idraulica con steli rovesciati da 43 mm, escursione ruota 120 mm; sospensione posteriore monoammortizzatore regolabile nel precarico molla e nell’idraulica in estensione, escursione ruota 130 mm. Cerchi in lega d’alluminio ant. 3,50x17”, post. 6,00x17”. Pneumatici: anteriori 120/70-17, posteriore 180/55-17. Freni: anteriore a doppio disco flottante in acciaio da 320 mm e pinze ad attacco radiale a 4 pistoncini, posteriore a disco singolo in acciaio da 245 mm e pinza a doppio pistoncino.

Dimensioni (mm) e peso:
lunghezza 2.066, larghezza 815, altezza sella 810, interasse 1.449. Peso a secco 189 kg. Prestazioni dichiarate: potenza 69,87 kW (95 CV) a 9.000 giri, coppia 80,9 Nm (8,25 kgm) a 7.000 giri.
Aprilia Shiver 750
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