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Moto & Scooter

Il ritorno dell'Ombra Nera

il 21/10/2002 in Moto & Scooter

Le Vincent Black Shadow e Black Lightning 1000, le  più veloci superbike degli Anni '50, saranno riprodotte, in versione moderna ma con la stessa cura di un tempo, a partire dall'estate del 2003

Il ritorno dell'Ombra Nera
Ancora la nuova Black Lightning

di Luigi Rivola


Vista di 3/4 della nuova Black Lightning 1000

La moto più veloce del mondo, inutile negarlo, possiede sempre un fascino assolutamente unico. Semmai ne ha perso un po' ultimamente, visto che superare di un soffio il muro dei 300 all'ora, come fanno la Suzuki Hayabusa, la Honda CBR 1100 XX e la Kawasaki ZX-12R, non è più così impressionante per motociclisti abituati a scale tachimetriche che la cifra "300" la contemplano comunque spesso.




La moto più veloce del mondo all'inizio degli Anni '50 era inglese, si chiamava "Black Shadow", ossia "Ombra Nera", e recava sul serbatoio il marchio Vincent-HRD che caratterizzava una piccola fabbrica dalla quale uscivano motociclette di squisita fattura e di prestazioni eccezionali: l'erede della grande Brough Superior degli Anni '30.
La produzione della Vincent-HRD cessò nel 1955; a distanza di quasi 50 anni, un americano, Bernard Li, da sempre appassionato di moto e uomo d'affari di successo, ha deciso di riportare in vita questo glorioso marchio mettendo in produzione modelli che si rifanno, esteticamente e nel nome, a quelli che hanno fatto la storia della Vincent e che oggi costituiscono il fiore all'occhiello di alcune prestigiose collezioni.

Per realizzare questo obiettivo, Bernard Li ha ottenuto la collaborazione di James Parker, un brillante ingegnere titolare di diversi brevetti, fra cui quello della sospensione anteriore della Yamaha GTS 1000, e della Roush Industries, una società di engineering molto famosa, che include nel suo portafoglio clienti nomi come Ford, Chrysler e Harley Davidson.
La nuova Vincent prevede di riuscire a mettere in produzione i tre modelli: Black Shadow, Black Lightning (in versione S e ST) e Black Eagle, a partire dall'estate del 2003 Per tutti e tre la motorizzazione prevista è quella della Honda 1000 bicilindrica che ha vinto il mondiale SBK 2002.


La Vincent 1000 Black Shadow fu costruita dal 1948 al 1954. Fin dal suo primo apparire i motociclisti inglesi compresero che si trattava di una moto davvero speciale, e non solo perché il suo tachimetro era scalato fino a 240 km/h, ma per tutta una serie di soluzioni tecniche applicate alla ciclistica e al motore, assolutamente inedite nel panorama della produzione motociclistica mondiale.
Il telaio, completamente elastico, mostrava posteriormente una sospensione di tipo "cantilever" con sistema ammortizzante sotto la sella, molto simile a quello che la Yamaha avrebbe reso celebre sulle sue moto da corsa e da strada oltre vent'anni più tardi. Inoltre non era necessario smontare il motore dal telaio per eventuali riparazioni, perché il telaio stesso era stato concepito per essere facilmente staccato dal motore.


I freni a tamburo erano doppi su entrambe le ruote, ma non si trattava di doppia camma su un solo tamburo, come allora si intendeva un freno doppio, bensì di due tamburi separati, con quattro ganasce complessive per ciascuna ruota.
Il motore era un bicilindrico a V longitudinale, soluzione cara ai tecnici inglesi nel periodo fra le due guerre, ma con l'originalissimo angolo fra i cilindri di 50° e con un sistema di distribuzione ad aste e bilancieri diverso da qualsiasi altro: aste molto corte, grazie alle camme rialzate, e bilancieri che premevano le valvole a metà del loro stelo e non alla sommità. Questo motore erogava di serie la bella potenza di 55 CV, sufficienti per spingere la moto a 200 km/h; in versione elaborata da corsa (modello Black Lightning), con alimentazione ad alcool, la potenza saliva a 100 CV.


Sia la Black Shadow che la Black Lightning furono impiegate in corsa e in numerosi e riusciti tentativi di record in tutto il mondo. La carriera della Black Lightning culminò con la conquista del record mondiale assoluto di velocità, colto da Robert Burns nel 1955 a 298 km/h: fu l'ultimo record conseguito utilizzando una motocicletta assolutamente convenzionale.
Nel 1966, 10 anni dopo la fine dell'attività della Vincent, il tecnico svizzero Fritz Egli acquistò tutto il materiale Vincent disponibile e i diritti di utilizzo del marchio per costruire una sua motocicletta in versione stradale e da corsa. Quella da corsa, col motore della Black Lightning, fu probabilmente la più bella e grintosa motocicletta del suo periodo, ma i Giapponesi erano alle porte e anche l'iniziativa di Egli ebbe vita breve. Oggi è il turno di Bernard Li.

Il ritorno dell'Ombra Nera
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