Moto & Scooter
MV/Piaggio: fine della storia
Tempo e denari persi per tutti: l'accordo fra Piaggio e MV non si farà. Una grande occasione mancata, che sfuma fra le polemiche. Adesso tutto è più difficile per entrambi
di Luigi Rivola
La Piaggio insisteva fino a pochi giorni fa: "L'accordo è fatto e manca solo l'OK delle banche alla ristrutturazione del debito".
La MV taceva, ma quando si riferiva l'ipotesi di una conclusione positiva annunciata per il periodo dell'Intermot, qualcuno scuoteva la testa, come a dire: "Ci vuole una bella faccia tosta".
È una vicenda tragicomica, visto che pochi mesi fa fummo chiamati a provare una moto Cagiva verniciata di rosso con marchio Gilera sul serbatoio e motore Piaggio al posto del Suzuki originale...
Anche adesso che tutto è finito, che è ormai chiaro, anche se non dichiarato ufficialmente, che l'accordo fra MV/Husqvarna/Cagiva non si farà più, la Piaggio dà la colpa alle banche che avrebbero dato il fatidico OK troppo in ritardo. Dagli ambienti MV emerge invece che le banche sarebbero impegnate a fianco di Claudio Castiglioni al fine di trovare, anche in una situazione che a causa dell'anno abbondante di stasi è ormai pericolosamente degradata, un partner industriale o finanziario capace di risolvere finalmente e rapidamente la questione.
L'impressione che si ricava da questa vicenda, che rischia di mettere a terra un Gruppo industriale composto da marchi storici di eccezionale prestigio, come Husqvarna e MV Agusta, in possesso di una gamma produttiva completa e di ottimo livello, è che la logica industriale che era senz'altro alla base di questo mancato matrimonio, sia stata sacrificata da una logica finanziaria non sufficientemente lungimirante.
C'è anche chi azzarda ipotesi più ciniche, cioè che la Piaggio abbia volutamente portato avanti la trattativa fino all'estremo, convinta di poter forzare in questo modo la mano a Claudio Castiglioni e inserire nel "pacchetto" Husqvarna-Cagiva, già concordato, anche la MV, che sarebbe dovuta rimanere di proprietà di Castiglioni. C'è addirittura chi insinua che dietro a tutta questa manovra ci fosse la Ducati, pronta a raccogliere all'ultimo momento un po' di marchi grazie alla parentela che, per la composizione dell'azionariato Piaggio, la lega in qualche modo, attraverso la TPG, alla Casa di Pontedera.
La MV taceva, ma quando si riferiva l'ipotesi di una conclusione positiva annunciata per il periodo dell'Intermot, qualcuno scuoteva la testa, come a dire: "Ci vuole una bella faccia tosta".
È una vicenda tragicomica, visto che pochi mesi fa fummo chiamati a provare una moto Cagiva verniciata di rosso con marchio Gilera sul serbatoio e motore Piaggio al posto del Suzuki originale...
Anche adesso che tutto è finito, che è ormai chiaro, anche se non dichiarato ufficialmente, che l'accordo fra MV/Husqvarna/Cagiva non si farà più, la Piaggio dà la colpa alle banche che avrebbero dato il fatidico OK troppo in ritardo. Dagli ambienti MV emerge invece che le banche sarebbero impegnate a fianco di Claudio Castiglioni al fine di trovare, anche in una situazione che a causa dell'anno abbondante di stasi è ormai pericolosamente degradata, un partner industriale o finanziario capace di risolvere finalmente e rapidamente la questione.
L'impressione che si ricava da questa vicenda, che rischia di mettere a terra un Gruppo industriale composto da marchi storici di eccezionale prestigio, come Husqvarna e MV Agusta, in possesso di una gamma produttiva completa e di ottimo livello, è che la logica industriale che era senz'altro alla base di questo mancato matrimonio, sia stata sacrificata da una logica finanziaria non sufficientemente lungimirante.
C'è anche chi azzarda ipotesi più ciniche, cioè che la Piaggio abbia volutamente portato avanti la trattativa fino all'estremo, convinta di poter forzare in questo modo la mano a Claudio Castiglioni e inserire nel "pacchetto" Husqvarna-Cagiva, già concordato, anche la MV, che sarebbe dovuta rimanere di proprietà di Castiglioni. C'è addirittura chi insinua che dietro a tutta questa manovra ci fosse la Ducati, pronta a raccogliere all'ultimo momento un po' di marchi grazie alla parentela che, per la composizione dell'azionariato Piaggio, la lega in qualche modo, attraverso la TPG, alla Casa di Pontedera.