Moto & Scooter
Yamaha TDM 900
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E’ sempre “Lei” ma, grazie al minor peso e alle profonde migliorie apportate a ciclistica e propulsore, offre grande soddisfazione nel turismo sportivo ed è pronta per cogliere altri dieci anni di successi
Nata come alternativa alla moto stradale classica al suo debutto, nel '91, per possedere la TDM 850, da noi nessuno si stracciò allora le vesti e soltanto con il convincente restyling del '96, la sua grande versatilità d’impiego ha iniziato a raccogliere un crescente consenso di pubblico. Il progetto originale, del resto era valido e la possibilità di trovare l’intuitività e la facilità di guida tipica dell’enduro, l’efficacia di comportamento di una stradale pura e la fruibilità di una commuter racchiuse in una sola moto, per molti utenti praticanti e potenziali, rappresenta un’occasione assolutamente ghiotta per soddisfare in pieno e in un sol colpo tutte le proprie esigenze motociclistiche.
La Yamaha, a oltre dieci anni di distanza dall’evento, quest’anno ha presentato la terza edizione della TDM: la 900; una moto che, per l’importanza delle novità estetiche e tecniche proposte, rappresenta molto di più di una semplice evoluzione del prodotto. Proposta ad un prezzo 9.550 Euro f.c. con tre anni di garanzia formula YES, la TDM 900, pur conservando intatti i principi ispiratori del modello originale e un evidente family feeling estetico con la precedente, è infatti una moto completamente nuova, più confortevole a solo e in coppia, più leggera e maneggevole, più “vivace” e personale nelle prestazioni offerte dal nuovo propulsore con alimentazione ad iniezione elettronica.
Descrizione
Desscrizione
Nei tratti fondamentali del design, la TDM 900, non rinnega il passato ma, già al primo colpo d’occhio, è evidente che si tratta di una moto completamente nuova, con tutt’altra grinta nell’aspetto e realizzata con componenti di qualità e finitura superiore. Le varie parti della carrozzeria, infatti, sono meglio studiate nel volume e l’aspetto è decisamente più armonioso, moderno e accattivante del precedente.
L’appuntito cupolino, il doppio faro dallo “sguardo cattivo”, la semicarenatura e il gruppo serbatoio-sella, sono perfettamente raccordati al protagonista della parte centrale della moto: il nuovo telaio d’alluminio con reggisella smontabile che, ben modellato e completato da un piccolo codino e da un coreografico portapacchi in lega leggera, dà maggior carattere alla parte posteriore alta della moto. A sostegno della “fresca” personalità free ride della nuova bicilindrica Yamaha, poi, non di minor importanza è la parte bassa della moto, dove i nuovi cerchi in lega leggera e i freni d’origine racing, il parafango anteriore aerodinamico e la carenatura della ruota motrice, l’argenteo e compatto propulsore e le rimodellate piastre pedane d’alluminio, quasi aderenti a scarichi modello “cannoncino”, donano alla TDM 900 una rassicurante immagine d’efficienza sportiva.
Molti accessori optional dedicati, infine, permettono un’'ampia personalizzazione della moto. In questo modo, rendere la TDM 900 perfettamente aderente alle personali esigenze di gusto e d’utilizzo, è un gioco da ragazzi.
Tecnica: la ciclistica
Tecnica: la ciclistica
Nuova dalla “testa ai piedi”; così Takuya Mochizuki, project leader della TDM 900, definisce la sua creatura e nell’analisi della ciclistica, è un’affermazione che trova piena conferma. Il telaio a doppio trave perimetrale, nella fisionomia generale, rispecchia il precedente ma, nei fatti, è completamente diverso.
Realizzato con parti scatolate e fuse d’alluminio anziché d’acciaio, rispetto al precedente è più leggero di 6 kg e offre il 40% di rigidità in più, mentre, per “regalare” alla TDM 900 una maggiore precisione dello sterzo e un comportamento più sportivo, la distribuzione dei pesi è più equilibrata (da 47% a 49,8% sull’anteriore). Le misure fondamentali, poi, sono variate per ottenere la massima stabilità della moto in piena velocità e l’inclinazione cannotto e l’avancorsa sono rispettivamente cresciuti da 25° a 25°,5 e da 105 a 114 mm, mentre l’interasse, è salito da 1470 a 1485 mm. Nel reparto sospensioni, invece, troviamo anteriormente una forcella di disegno tradizionale registrabile nel precarico molla e nel freno idraulico in estensione praticamente immutata, mentre, in luogo del precedente monoammortizzatore posteriore, finalmente c'è un più efficace sistema progressivo con ammortizzatore oleopneumatico ultraregolabile.
Tutto nuovo, e di stampo più sportivo, infine, è il comparto ruote e freni: le prime, sono invariate nel diametro (18” ant. e 17” post.) ma, hanno diversi e più leggeri cerchi d’alluminio a canale largo e coperture di maggiore sezione, mentre, i secondi, all’anteriore vedono l’'adozione della coppia di dischi da 292 mm con pinza monoblocco a 4 pistoncini della R1 e l’utilizzo di una più efficace pinza a doppio pistoncino per il disco posteriore da 245 mm..
Tecnica : il motore
Tecnica: il motore
Gli interventi migliorativi apportati dai progettisti della Yamaha al motore della TDM sono di tale portata da poter considerare il 900 completamente nuovo. Del precedente propulsore di 849 cc. effettivi, infatti, rimane soltanto lo schema progettuale di base: bicilindrico frontemarcia con raffreddamento a liquido, lubrificazione a carter secco e serbatoio dell'olio esterno, distribuzione a dieci valvole e frizione multidisco a comando meccanico.
Oltre all’aumento di cilindrata, ottenuto maggiorando l’alesaggio da 89,5 a 92 mm, per aumentare le prestazioni e ridurre il peso, il motore della TDM, è stato oggetto di una completa rivisitazione. La distribuzione a 5 valvole per cilindro (3 d’aspirazione e 2 di scarico) ha quelle di scarico di materiale più resistente al calore, mentre, gli alberi a camme hanno un inedito profilo, sono più leggeri e la catena che li collega all’albero motore ha un più efficiente e silezioso tenditore automatico derivato dalle supersportive R. I cilindri d’alluminio, ora, sono con superfice di scorrimento in materiale ceramico e i nuovi pistoni forgiati, sono più leggeri e resistenti. Le bielle d’acciaio al carburo, sono più leggere del 12% e l’albero motore è ridisegnato. Il cambio, poi, criticabile per efficienza nelle precedenti edizioni, è completamente nuovo e, per assicurare la migliore fruibilità delle maggiori performance espresse dal propulsore in qualsiasi condizione d’utilizzo, i rapporti sono aumentati da 5 a 6. Al posto dei carburatori Mikuni BDSR 38, adesso ad alimentare il propulsore provvede un sofisticato sistema ad iniezione elettronica gestito da un’apposita centralina che controlla anche l’accensione TCI e, per assicurare al bicilindrico di 897 cc. della nuova TDM un adeguato rifornimento d’aria fresca e alla giusta pressione, la scatola filtro ha una presa d’aria regolata elettronicamente nella portata. L’impianto di scarico 2 in 1 in 2 completamente d’acciaio inox e dotato di silenziatori con catalizzatori, chiude alla grande un quadro tecnico che, in tema d’emissioni nocive, supera già le normative Euro 2 e promette di restare valido ancora per molti anni.
Oltre all’aumento di cilindrata, ottenuto maggiorando l’alesaggio da 89,5 a 92 mm, per aumentare le prestazioni e ridurre il peso, il motore della TDM, è stato oggetto di una completa rivisitazione. La distribuzione a 5 valvole per cilindro (3 d’aspirazione e 2 di scarico) ha quelle di scarico di materiale più resistente al calore, mentre, gli alberi a camme hanno un inedito profilo, sono più leggeri e la catena che li collega all’albero motore ha un più efficiente e silezioso tenditore automatico derivato dalle supersportive R. I cilindri d’alluminio, ora, sono con superfice di scorrimento in materiale ceramico e i nuovi pistoni forgiati, sono più leggeri e resistenti. Le bielle d’acciaio al carburo, sono più leggere del 12% e l’albero motore è ridisegnato. Il cambio, poi, criticabile per efficienza nelle precedenti edizioni, è completamente nuovo e, per assicurare la migliore fruibilità delle maggiori performance espresse dal propulsore in qualsiasi condizione d’utilizzo, i rapporti sono aumentati da 5 a 6. Al posto dei carburatori Mikuni BDSR 38, adesso ad alimentare il propulsore provvede un sofisticato sistema ad iniezione elettronica gestito da un’apposita centralina che controlla anche l’accensione TCI e, per assicurare al bicilindrico di 897 cc. della nuova TDM un adeguato rifornimento d’aria fresca e alla giusta pressione, la scatola filtro ha una presa d’aria regolata elettronicamente nella portata. L’impianto di scarico 2 in 1 in 2 completamente d’acciaio inox e dotato di silenziatori con catalizzatori, chiude alla grande un quadro tecnico che, in tema d’emissioni nocive, supera già le normative Euro 2 e promette di restare valido ancora per molti anni.
Comfort e funzionalità
Comfort e funzionalità
Un manubrio largo, quasi come quello di una enduro stradale, la sella ampia e snella nella congiunzione con il serbatoio e le pedane centrali, alla giusta distanza dal piano di seduta furono, al momento della definizione del progetto originario, le tre regole fondamentali tenute in considerazione dai tecnici della Yamaha per assicurare alla TDM una posizione di guida che consentisse grande comfort e facilità di gestione della moto in qualsiasi condizione d’utilizzo. La 900, in questo senso, conferma tale concetto.
A bordo della nuova bicilindrica Yamaha, infatti, come sulle precedenti TDM, il pilota è decisamente inserito nel corpo della moto e siede su una sella ben modellata; trova pedane che consentono una naturale angolazione delle gambe e, grazie al manubrio meno avanzato dei precedenti, usufruisce di una più favorevole presa nelle confortevoli manopole. In sintesi, in sella alla nuova TDM, piloti di qualsiasi taglia trovano un’'ottima accoglienza, così facilità di guida e comfort, nel turismo a lungo raggio, vanno davvero d’amore e d’accordo. Molto apprezzabile, poi, è la posizione riservata al passeggero che, grazie alla conformazione della lunga sella e alla centrata posizione delle pedane, siede comodo e non è esposto al vento della corsa e, anche su lunghe percorrenze chilometriche, può assaporare senza affaticamento l’ebbrezza di un viaggio in moto.
Per agevolare l’utilizzo quotidiano, infine, la TDM 900, di serie offre sotto la sella spazio sufficiente (e protetto da serratura) per il lucchetto ad U e per la custodia di una tuta antipioggia leggera, mentre, il portapacchi e i ganci retraibili sul bordo inferiore del codino, agevolano il trasporto di un piccolo bagaglio e l’'ancoraggio di una borsa al posto del passeggero.
Su strada
Su strada
Alla prova dei fatti, la nuova TDM conferma tutte le ottime caratteristiche tuistico sportive che hanno sempre contraddistinto e reso famoso questo modello e al pilota riserva parecchie belle sorprese. Alla guida della TDM 2002, la riduzione del peso (circa 11 kg), infatti, s’avverte sin dal primo approccio; come sin dal primo contatto, si ’apprezza il plus in termini di maneggevolezza e fluidità di comportamento in curva apportato dalla nuova distribuzione dei pesi. Fatti, questi ultimi, che riducono sensibilmente l’handicap del baricentro relativamente alto rispetto ad una stradale classica e che, già in città, permettono un utilizzo quatidiano della moto molto proficuo e preannunciano le notevoli soddisfazioni di guida che la TDM elargisce su strade aperte.
Il consistente angolo di sterzata, il corpo snello e la sensazione di dominio della strada offerta dalla posizione di guida, infatti, nel caotico traffico dei centri urbani, permettono di svicolare facilmente tra le auto incolonnate anche a piloti con poca esperienza in sella a moto “grosse”. La sella non distante dal suolo e l’'ottimo bilanciamento laterale delle masse, poi, chiudono favorevolamente il cerchio e, anche chi da fermo non appoggia entrambi i piedi a terra, non troverà mai consistenti difficoltà nella guida “stop and go” tipica dell’utilizzo della moto in città. Su strade aperte, invece, s’apprezza subito il gran comfort offerto dalla posizione in sella, dalle ridotte vibrazioni e dalla notevole protezione dal vento che la TDM 900 assicura anche a velocità molto superiori a quelle consentite in autostrada e che permettono di affrontare con estrema serenità trasferte a lungo raggio.
L’ottima stabilità in rettilineo e in curva, la docilità di comportamento nello scendere in piega e nei cambi d’inclinazione fanno il resto e, sulle tortuose strade di montagna, come su percorsi veloci ma guidati, passare dalla conduzione turistica disimpegnata a quella sportiveggiante e divertirsi un sacco, con la TDM 900 è un evento del tutto normale, che richiede poco impegno fisico e ridotta esperienza motociclistica. Il nuovo impianto frenante che equipaggia la TDM 2002, infatti, è perfetto per modulabilità e potenza, la sospensione posteriore progressiva garantisce un’ottima trazione anche su asfalto sconnesso e il rinnovato propulsore a iniezione spinge sempre con “gustosa” e ben gestibile energia a qualsiasi regime e, a solo o in coppia, consente di vivere alla grande i pregi di una vera moto a 360°.
Dati tecnici
Dati tecnici
Motore: a 4 tempi, 2 cilindri in linea frontemarcia, raffreddamento a liquido, alesaggio e corsa 92x67,5mm, cilindrata 897 cc, rapporto di compressione 10,4:1, distribuzione bialbero a camme in testa, 5 valvole per cilindro, lubrificazione forzata a carter umido con pompa a ingranaggi e serbatoio olio separato (4,7 litri). Alimentazione: iniezione elettronica, capacità serbatoio 20 litri compresi 3,5 di riserva. Accensione: elettronica digitale TCI, 1 candela per cilindro. Avviamento: elettrico.
Trasmissione: primaria a ingranaggi, frizione multidisco in bagno d’olio, comando meccanico, cambio a 6 marce, finale a catena.
Ciclistica: telaio a doppio trave superiore in alluminio, inclinazione asse di sterzo 25°,5, avancorsa 114 mm. Sospensione anteriore: forcella teleidraulica regolabile nel precarico molla e nel freno idraulico in estensione, steli da 43 mm, escursione 150 mm. Sospensione posteriore: forcellone in estruso d’alluminio, con sistema progressivo e ammortizzatore idraulico regolabile nel precarico molla, escursione ruota 133 mm. Ruote: anteriore tubeless in lega leggera, pneumatico 120/70-18”, posteriore tubeless in lega leggera, pneumatico 160/60-17”. Freni: anteriore a doppio disco flottante da 298 mm con pinze a 4 pistoncini, posteriore a disco da 245 mm con pinza 2 pistoncini.
Dimensioni e peso: interasse 1485 mm, lunghezza 2180 mm, larghezza 800 mm, altezza sella 825 mm. Peso a secco: 190 kg.
Prestazioni: potenza 86,2 CV (63,4 kw) a 7.500 giri., coppia 9,1 kgm (88,8 Nm) a 6.000 giri.
Omologazione Euro-1:
Trasmissione: primaria a ingranaggi, frizione multidisco in bagno d’olio, comando meccanico, cambio a 6 marce, finale a catena.
Ciclistica: telaio a doppio trave superiore in alluminio, inclinazione asse di sterzo 25°,5, avancorsa 114 mm. Sospensione anteriore: forcella teleidraulica regolabile nel precarico molla e nel freno idraulico in estensione, steli da 43 mm, escursione 150 mm. Sospensione posteriore: forcellone in estruso d’alluminio, con sistema progressivo e ammortizzatore idraulico regolabile nel precarico molla, escursione ruota 133 mm. Ruote: anteriore tubeless in lega leggera, pneumatico 120/70-18”, posteriore tubeless in lega leggera, pneumatico 160/60-17”. Freni: anteriore a doppio disco flottante da 298 mm con pinze a 4 pistoncini, posteriore a disco da 245 mm con pinza 2 pistoncini.
Dimensioni e peso: interasse 1485 mm, lunghezza 2180 mm, larghezza 800 mm, altezza sella 825 mm. Peso a secco: 190 kg.
Prestazioni: potenza 86,2 CV (63,4 kw) a 7.500 giri., coppia 9,1 kgm (88,8 Nm) a 6.000 giri.
Omologazione Euro-1: