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Politica: fuoco sotto la cenere

il 03/04/2002 in Moto & Scooter

L'industria motociclistica italiana è in grande fermento. Tutti i particolari dell'accordo definitivo Piaggio/Castiglioni. E l'Aprilia non sta a guardare

Politica: fuoco sotto la cenere
Lo scooter Aprilia Atlantic 500, primo esempio di collaborazione fra la Casa di Noale e quella di Pontedera


di Alan Cathcart e Luigi Rivola




Prima di tutto un riassunto: dopo più di sette mesi di trattative, lo scorso luglio i Gruppi Piaggio ed MV Agusta annunciarono di aver raggiunto un accordo che prevedeva l'acquisto immediato da parte della Piaggio del 20% del pacchetto azionario della MV Agusta, per un prezzo di circa 30 miliardi di lire. Il comunicato allora emesso presentava questa operazione come una prima fase che avrebbe portato i due Gruppi ad una fusione completa, con significativi vantaggi per entrambi i partners.

In effetti la logica industriale e commerciale di questa unione era ed è assolutamente ineccepibile, tuttavia, la seconda fase non è maturata secondo i programmi e i tempi inizialmente previsti, e addirittura si è arrivati sull'orlo della rottura.
Ora gli ostacoli sono stati superati: alla firma definitiva manca solo l'OK delle banche creditrici del Gruppo MV Agusta alla riclassificazione del debito, ma l'accordo si presenta molto diverso da quello a suo tempo annunciato.




La Piaggio, secondo le informazioni raccolte, ha deciso di acquistare i diritti sui marchi Husqvarna e Cagiva, nonché i diritti di produzione e di vendita degli attuali modelli delle due Case. In questo modo la Casa di Pontedera si troverebbe a disporre del modernissimo stabilimento di Cassinetta, in cui produrrebbe le Husqvarna, le Cagiva e anche Gilera.
Per quanto riguarda le Gilera, in un primo periodo – in attesa di disporre di una gamma propria alla quale già si sta lavorando – potrà verificarsi una sovrapposizione di modelli con la Cagiva, sull'esempio della Raptor, marcata Gilera, da noi provata con motore Piaggio 850 V2 anziché Suzuki.
Il marchio MV Agusta rimane invece di proprietà di Claudio Castiglioni, che ne trasferirà la produzione allo stabilimento di Schiranna (ex-Aermacchi). La Piaggio manterrà una quota azionaria della società e curerà la distribuzione all'estero delle moto MV. Quanto alla CRC, il Centro Ricerche Cagiva, gestito da Massimo Tamburini a Rimini, rimarrebbe nell'orbita MV Agusta, con disponibilità nei confronti di altri marchi, purché legati al Gruppo Piaggio.






È tempo di alleanze. Dopo l'annuncio-shock della collaborazione fra Suzuki e Kawasaki, è arrivato il comunicato congiunto Aprilia-Piaggio a render noto un accordo industriale fra le due aziende italiane concorrenti.
L'accordo, come è stato ben specificato, non prevede alcuna fusione, ma solo operazioni industriali comuni, soprattutto in termini di acquisti dai fornitori e di scambio di tecnologie. Si tratta quindi fondamentalmente di un accordo volto a ridurre i costi per entrambe le aziende, a vantaggio della competitività sul mercato interno e internazionale dei rispettivi prodotti. Già per il 2002 sono stati programmati acquisti in comune per 600 milioni di Euro.




Studiato e firmato solo in funzione della produzione degli scooter, il "Joint Procurement" (nessun dubbio che questo termine sia stato partorito a Pontedera, dove peraltro si pronuncia Joi Prohuremen) fra Aprilia e Piaggio potrebbe presto allargarsi al settore moto. L'Aprilia, ad esempio, volendo rilanciare il marchio Laverda di sua proprietà, ed essendo comprensibilmente restia a creare confusione montando i suoi bicilindrici su moto della medesima impostazione ed appartenenti allo stesso Gruppo, potrebbe decidere di equipaggiare le Laverda con i motori Piaggio bicilindrici a V, esattamente come oggi monta il motore Piaggio 500 sullo scooter Atlantic.

A margine di queste righe si inserisce qualcosa che con l'accordo non c'entra per nulla, ma che si illumina di una curiosa luce riflessa: il direttore commerciale due ruote della Piaggio, Giuseppe Boni, ha lasciato l'azienda per cui lavorava da quattro anni, ed è passato all'Aprilia. Fin qui, nulla di trascendentale: nel mondo dei manager, i cambiamenti d'azienda sono oggi all'ordine del giorno. La cosa che rende questo passaggio più interessante e malizioso di altri è che, mentre Boni lascia Pontedera per Noale, Leo Mercanti, già per molti anni direttore generale dell'Aprilia, e da questa polemicamente dimissionario a fine estate del 2001, sta per approdare alla Piaggio, e più precisamente al polo moto che il Gruppo Piaggio costituirà a Varese a chiusura dell'accordo con Claudio Castiglioni. Da noi interpellati, sia Mercanti, sia la Piaggio, non hanno confermato, anzi si sono sforzati di smentire convincendoci di aver visto giusto...






L'Aprilia ha molta carne al fuoco per consolidare il successo della sua gamma di motociclette di grossa cilindrata. La sua strategia di crescita in questo segmento di mercato prevederebbe lo sviluppo di tre distinte gamme di moto, ciascuna con motori differenti. Una è l'esistente gamma di modelli Aprilia con motore bicilindrico a V longitudinale (forse anche nella cilindrata di 750 cc, già pronta lo scorso anno, poi messa da parte in seguito al calo delle vendite e dei successi sportivi delle Ducati 748), un'altra è la nuova generazione delle Moto Guzzi bicilindriche a V trasversale, infine la terza è rappresentata da una famiglia di moto spinte da diverse versioni del motore a tre cilindri 900 a 12 valvole derivato dal prototipo allestito per partecipare alle corse del campionato MotoGP con Regis Laconi. Il motore "stradalizzato" sarebbe prodotto sia con valvole pneumatiche, come nella versione da competizione, sia con distribuzione tradizionale.




Tra le novità si inserisce una moto vista in Australia in occasione della seconda prova del mondiale SBK 2002, ossia la Falco Fighter, una bellissima special dalla quale la Casa di Noale aveva preso le distanze quando ne avevamo pubblicato la foto in anteprima, ipotizzando che potesse trattarsi di una novità per il Motosalone di Milano.
Allora era stata definita una realizzazione esterna all'Aprilia e si era detto che forse il kit di trasformazione sarebbe stato inserito nel catalogo aftermarket della Casa.
Ebbene, non solo il kit è stato inserito, ma la Falco Fighter a Phillip Island tronggiava su una pedana, come si vede dalla foto, in rappresentanza dell'intera produzione Aprilia. Non male per una moto che non è mai stata annunciata...
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