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Moto & Scooter
7° Chopper & Custom Show: moto a 360 gradi
il 14/01/2001 in Moto & Scooter
, foto Giuseppe Gori
Una volta a Padova c’era spazio solo per le custom, quest’anno invece moto di ogni tipo: dalla pista allo scooter. In più: hard, bikers e cromo
di Marco Masetti
di Marco Masetti
, foto Giuseppe Gori
, fotoGiuseppe Gori
Padova – Il biglietto da visita della settima edizione della rassegna di Padova (un tempo solo dedicata al mondo biker) è davvero lodevole.
Ingresso a prezzo ridotto e parcheggio interno per tutti quelli che in moto sono entrati alla fiera da venerdì 12 a domenica 14. Dentro, sei padiglioni totalmente dedicati a moto e accessori, senza distinzioni di “razza”.
E’ indubbio che il settore custom abbia esaurito il boom di qualche anno fa. Revisioni, omologazioni e cambiamento dei gusti hanno lasciato sulla piazza solo gli specialisti più qualificati; in compenso sono arrivati autentici “gioiellieri” come Arlen Ness, H-Paradise e Paul Yaffe che propongono costosissime opere d’arte. Però a Padova oltre ai “borchiati” e al mondo Harley c’erano anche le moto racing, le naked (questo è il settore in maggiore crescita), le supermotard, le premiazioni dei vari trofei monomarca, piloti alla ricerca di squadre e sponsor e addirittura una “prima”, quella della versione racing della Mondial Piega. Con la presenza di qualche Casa costruttrice, lo spirito di questa rassegna era veramente improntato alla moto a 360°.
Ma non c’era solo questo: infatti in appositi spazi c’erano concerti rock dal vivo, mercatino “alternativo” e un’area a luci rosse che ha mantenuto vivace il pubblico con esibizioni di pornostar e talk show a sfondo erotico condotti da Maurizia. Uno spirito vicino a quello delle prime edizioni del Motorshow, nel quale quest’anno le moto erano davvero le cenerentole della situazione. A Padova tra special d’autore, belle ragazze e un tocco di trasgressione, ci siamo rifatti gli occhi.
E’ indubbio che il settore custom abbia esaurito il boom di qualche anno fa. Revisioni, omologazioni e cambiamento dei gusti hanno lasciato sulla piazza solo gli specialisti più qualificati; in compenso sono arrivati autentici “gioiellieri” come Arlen Ness, H-Paradise e Paul Yaffe che propongono costosissime opere d’arte. Però a Padova oltre ai “borchiati” e al mondo Harley c’erano anche le moto racing, le naked (questo è il settore in maggiore crescita), le supermotard, le premiazioni dei vari trofei monomarca, piloti alla ricerca di squadre e sponsor e addirittura una “prima”, quella della versione racing della Mondial Piega. Con la presenza di qualche Casa costruttrice, lo spirito di questa rassegna era veramente improntato alla moto a 360°.
Ma non c’era solo questo: infatti in appositi spazi c’erano concerti rock dal vivo, mercatino “alternativo” e un’area a luci rosse che ha mantenuto vivace il pubblico con esibizioni di pornostar e talk show a sfondo erotico condotti da Maurizia. Uno spirito vicino a quello delle prime edizioni del Motorshow, nel quale quest’anno le moto erano davvero le cenerentole della situazione. A Padova tra special d’autore, belle ragazze e un tocco di trasgressione, ci siamo rifatti gli occhi.
Dopo il debutto all’Intermot di Monaco nell’autunno scorso, la Mondial Piega si ripresenta a Padova nella nuova versione racing per la quale è previsto un futuro ingresso nel mondiale SBK. La Piega segna il ritorno del marchio Mondial (ora di proprietà di una S.p.A. del gruppo Zilletti) nel motociclismo di oggi. Si tratta di un’ipersportiva costruita senza compromessi, pensata per offrire il massimo al pilota esigente.
Il motore è un bicilindrico Honda (quello della VTR SP-1 campione del mondo SBK) preparato dalla Mondial e dotato di un sofisticato sistema di iniezione (con corpi farfallati di 60 mm) che controlla anche l’ erogazione della potenza in funzione dell’inclinazione della moto (“letta” da un apposito sensore).
Il telaio è a traliccio in materiale speciale con sospensioni racing. La forcella è a steli rovesciati da 45 mm con cartuccia ad azoto, mentre il monoammortizzatore posteriore è microregolabile anche nella velocità di risposta. Notevoli le ruote a cinque razze cave approntate in esclusiva da Marchesini e la pinza a sei pistoncini del doppio disco anteriore (da 310 mm) realizzata dal pieno in ergal dalla stessa Mondial. Posteriormente c’è un 220 mm autoventilante con pinza sempre monoblocco in ergal a 4 pistoncini.
Tornando a questa affascinante sportiva vestita completamente con una spigolosa carrozzeria in carbonio, diversa da quella vista a Monaco, c’è da ricordare che peserà 185 kg a secco nella versione strada e che ha un interasse di 1398 mm. Prezzi e consegne sono già definiti: 57 milioni “chiavi in mano” per il modello stradale e consegne nell’estate, mentre le prestazioni (la Piega è in avanzato stadio di collaudo) sono allineate con il top delle bicilindriche sportive (Aprilia, Ducati, Honda).
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di Marco Masetti
Padova – Il settore custom è in crisi? Lo dicono in parecchi, forse perché le mode cambiano, ma anche a causa delle nuove norme sulle revisioni che metteranno in difficoltà parecchi proprietari di moto customizzate, una comunità che è poco in sintonia con i ministeri e la burocrazia.
Però a Padova si è capito che alle Case il settore piace e interessa (parecchi gli stand ufficiali) e, soprattutto, che gli specialisti del settore realizzano vere e proprie opere d’arte. Ad esempio la leggenda vivente made in USA, mister Arlen Ness, lo stilista che dal 1967 ha inventato un modo di vestire le Harley più belle e strane. A Padova era presente di persona, ma non si è accontentato di questo… Ha portato una incredibile street dragster su base Harley con tanto di sovralimentazione a protossido d’azoto e finitura in stile pompieri USA, oltre alla sua linea di accessori e ha fatto sfilare la sua collezione d’abbigliamento. Questa è stata una grande sorpresa per la linea, il taglio e i colori spiccatamente europei. Anche i materiali, tecnici come piacciono ai mototuristi europei sono fuori dalla tradizione Ness.
Un misto di linee pulite ed essenziale, unite a dettagli barocchi: questa è la filosofia di Paul Yaffe, altro guru americano, venuto a Padova con le sue splendide realizzazioni. Di notevole c’è ad esempio la verniciatura “pitonata” che viene realizzata con infinita calma e pazienza, oltre ai telai Roadster e Streetster, ai D-Bar (manubri speciali), filtri aria e scarichi. Una curiosità: Yaffe lavora nel nuovo paradiso dei custom, l’Arizona. In questo stato ci sono una settantina di aziende specializzate ed è possibile ancora guidare la moto senza casco (sono però obbligatori gli occhiali!).
Dalle parti di casa nostra, oltre a specialisti di fama come De Pretto (del quale però leggete nella sezione riservata a naked e sportive), sta facendo un grande lavoro il mitico Caronte, che ha appena acquistato il marchio Custombike. Ha proposto una incredibile Harley con alimentazione a protossido dotata di una forcella a 4 steli (due controllano l’affondata, due il ritorno) equipaggiata con cambio sequenziale e “cattivissima”. Notevole anche il peso: circa 300 kg!
Per i palati fini anche le straordinarie moto di H-Paradise che a Padova festeggiava i dieci anni di attività con una mostra delle sue più belle realizzazioni. H-Paradise è il mago del “moulding” ovvero della tecnica che rende le moto tondeggianti e prive di parti accessorie in vista. Ogni vite, ogni bullone è annegato nella carrozzeria. Anche i cavi di comando passano all’interno del manubrio per non turbare la linea. Se poi aggiungiamo la verniciatura perfetta (colori cangianti, filettature a mano ecc.) e le parti speciali di carrozzeria realizzate con gusto retrò, si capisce perché le H-Paradise richiedano oltre 1000 ore di lavoro!
Naturalmente stiamo parlando di sogni che ad esempio possono costare oltre 60.000 dollari Usa, come le special di Yafee, ma per i customisti a Padova c’erano anche più abbordabili manopole frangiate in pelle che venivano via con meno di 100.000 lire. Non tutti sono sceicchi come i clienti di Battistini, specialista italiano emigrato in Gran Bretagna che proprio con gli arabi ha fatto fortuna. A proposito di Battistini, anche lui come altri “stilisti” ha avviato una linea più economica e abbordabile di prodotti disponibili in piccola serie. Secondo noi non è crisi del settore, ma evoluzione.
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Special di ogni tipo sbarcano in grande stile alla rassegna veneta, dimostrando che i preparatori italiani sono dotati di una vena “tecnica” fuori dal comune.
Iniziamo doverosamente da Ferruccio Codutti, grande battilastra friulano che dalla lamiera d’alluminio tira fuori grandiose seduzioni. Come la Monster trasformata in una naked sportiva, con un codone e fiancate in spirito Ducati racing e parti speciali come lo spettacolare forcellone autocostruito (in alluminio) o la forcella WP. Su questa moto ogni vite e bullone sono in ergal anodizzato: gioielleria d’alto livello!
De Pretto, famoso per le sue custom, ha iniziato la produzione di parti speciali per le stradali: ad esempio c’è un kit per la Honda Hornet o per le nuove Suzuki GSX-R, con specchietti retrovisori telescopici, indicatori di direzione, leve tipo GP al manubrio, naturalmente realizzate in ergal dal pieno. Allo stand STC, azienda specializzata nella lavorazione e lucidatura dei metalli (soprattutto telai in alluminio) troneggiava una spettacolare Hajabusa preparata per gare open accreditata di una potenza di 198 cavalli (!!!!).
Si sono viste parecchie supermotard, a conferma del boom del settore, compresa una Yamaha XT 600 con carrozzeria totalmente in carbonio.
Ma il vero pezzo pregiato era la 8 cilindri che sta allestendo Giovanni Calafassi a San Prospero di Suzzara (MN). Con un’attrezzatura “domestica” e lavorando per hobby, ha allestito un motore che sfrutta la parte alta di due Yamaha FZR 600 e un carter realizzato artigianalmente. Questo V8 di 1200 cc dalle dimensioni contenutissime è stato alloggiato in un bel telaio a traliccio in tubi, disegnato e realizzato da Taraky, specialista di ciclistiche custom ma appassionato anche di sportive. Il prototipo è in lavorazione, ma senza dubbio è uno dei pezzi più interessanti visti in questo scorcio di stagione. La versione definitiva vedrà la luce non prima della fine dell’anno.
Nel settore dragster il Sergio Team KK ha portato l’interessante mezzo che corre nella categoria Top Gas del campionato europeo nel quale ha colto un podio all’ultima gara guidato da Stefano Vellani. Il motore è un 2460 cc di lontana derivazione Harley con testata 4 valvole Rivera, basamento Delkron, carburatori Lectron e cilindri Axtell. Il telaio è della Sosman con tutto il resto autocostruito dall’organizzatissimo team KK. In un’apposita area altri dragster del campionato italiano Drag Racing, compreso il “mostruoso” Suzuki 1100 sovralimentato di Ferretti.
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Sarà il team Bertocchi, che fa correre le Kawasaki di Michele Malatesta e Ludovic Holon nel mondiale SBK, il primo a provare in gara la rivoluzionaria forcella Bitubo HDX 00.
Questo componente consente regolazioni istantanee di compressione ed estensione ad alta e bassa velocità, oltre alla costante elastica della molla e della progressione. In pratica, in pochi secondi si può effettuare un settaggio che, normalmente, richiede circa 30 minuti.
Inoltre questa forcella ricavata dal pieno in materiali pregiati ha una forma particolare dei foderi per evitare flessioni in frenata. Oltre al Team Bertocchi, sembra che la forcella Bitubo interessi altri team della Superbike; sono avviati i primi contatti, per ora segreti, anche nel mondo dei GP.
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7° Chopper & Custom Show: moto a 360 gradi
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