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Mercato moto: le parole d'ordine da qui a fine 2026 sono "incertezza" e "assestamento", ma non certo "crisi"

Marco Gentili
di Marco Gentili il 16/07/2025 in Attualità
Mercato moto: le parole d'ordine da qui a fine 2026 sono "incertezza" e "assestamento", ma non certo "crisi"
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Il settore motociclistico si avvia verso un periodo di stabilizzazione dopo l'espansione del periodo 2019-2024. Ecco cosa potrebbe succedere in Italia

In economia classica esistono modelli di crescita infinita, ma si tratta appunto di modelli teorici. La realtà, che è quella che viviamo tutti i giorni sulla nostra pelle, parla di dinamiche ben diverse. I mercati non crescono all'infinito: hanno momenti di alta marea e altri di bassa, e periodi stazionari. Limitando l'osservatorio all'Europa, nel nostro settore, ossia moto e scooter, dopo l'ottovolante vissuto negli anni 2019-2024 (col Covid e il successivo picco produttivo) il breve termine si prospetta come un periodo di assestamento e di incertezza.

I soliti uccelli del malaugurio parlano già di crisi. Ma si tratta di vaneggiamenti da ignorante. Certo, negli ultimi mesi abbiamo assistito a segnali evidenti (la crisi di KTM, Dainese che torna sul mercato, Ducati che rivede la durata dei contratti stagionali) che però rappresentano episodi slegati tra di loro, non sintomi di una difficoltà sistemica, e con origini ben differenti. Unendo i puntini, però, si capisce che il momento espansivo-esplosivo del mercato moto abbia i giorni contati.

 

SE LO DICE HONDA, C'E' DA FIDARSI

Giusto per dare due numeri, recuperiamo alcune cifre relative a Honda, il più grande costruttore al mondo, che ha qui in Italia un polo produttivo strategico a livello europeo come Atessa: qui nel 2024 sono stati prodotti 141.448 motoveicoli, ben oltre le più rosee previsioni che davano lo stabilimento a 130mila veicoli. Numeri che cresceranno ancora nel 2025, con una proiezione di 145.100 moto prodotte, per poi scendere a 143mila sulle previsioni 2026. Insomma, si va verso una fisiologica contrazione. E se questo fenomeno viene previsto da un colosso come Honda, c'è da credere che anche gli altri affronteranno dinamiche simili.

 

ITALIA MERCATO SANO, MA LE MOTO CALERANNO

Restringendo l'orizzonte alle dinamiche di casa nostra, più volte ci siamo sentiti ripetere che il mercato italiano è "sano", al netto delle storture cui abbiamo assistito negli ultimi anni (specialmente quelle dovute al boom di immatricolazioni di Euro5 a fine serie nel 2024).

Un mercato del nuovo da 280-300 mila pezzi all'anno (a fronte di un usato in grosso ridimensionamento, che a tendere raddoppierà i volumi del nuovo) garantisce comunque una buona sostenibilità ai costruttori. Forse la tendenza che si osserva riguarda il cambiamento del mix di mercato, con gli scooter - ossia la mobilità di prossimità - che tornano a crescere a discapito delle moto, da sempre acquisto voluttuario, che negli ultimi 3 anni hanno conosciuto una crescita a volumi difficili da prevedere solo nel 2019. 

D'altro canto il quadro economico italiano racconta di un potere d'acquisto sempre inferiore. Nel corso degli ultimi 10 anni, come ci dice l'Istat, il potere d'acquisto nell'Unione Europea è aumentato in media del 3 per cento; in Francia dell'1,1 per cento, in Spagna del 3,2 e in Germania del 5,7 per cento. In Italia è calato del 4,5 per cento.

Con stipendi sempre meno "pesanti" e un clima internazionale di sfiducia, sul quale grava la scellerata politica statunitense dei dazi al 30%, è chiaro che il sentimento prevalente dei consumatori prima di affrontare un acquisto importante (come quello di una moto, ad esempio, che richiede spesso l'accensione di un finanziamento) sia di attendismo. Magari l'acquisto è sempre desiderato, ma viene solo rimandato. Quando si hanno meno soldi in tasca, può succedere.

 

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