Oltre che il Salone della Cina, l’ultimo Eicma è stato decisamente il Salone del design. Tante le proposte interessanti e poche le moto deludenti, al punto che spiccare e farsi notare è ormai difficilissimo.

In realtà le due cose – Cina e design – si intrecciano, perché se fino a pochi anni fa il design sciatto contraddistingueva per lo più le Case cinesi, mentre ormai la Cina (che, ricordiamo, è lanciata in un programma governativo per diventare world design leader nel 2025) non mostra più particolari ritardi in questo senso, né quando si muove con designer propri (Niu, Horwin, Kove, ecc.) e tanto meno quando si affida a designer occidentali come hanno fatto CFMoto / Zeeho, Moto Morini, Benelli e Vmoto.

Vmoto, in particolare, pur essendo un costruttore relativamente piccolo è molto attivo sul fronte della promozione, anche con concept che non hanno mancato di farsi notare come la Stash, affidata nel 2021 alla sanmarinese C-Creative e la Air disegnata da Pininfarina che ha fatto il pienone di riflettori nella edizione appena conclusa.

I debiti col passato

Senz’altro un bene per Vmoto, per l’elettrico in generale e per un Salone nel complesso più concreto che visionario. L’Air, però, non sembra particolarmente originale. Se gli togliamo il vestito blu da concept con la “gonna” inferiore che lo fa sembrare un motoscafo, resta un corpo che mescola elementi già visti, in particolare in casa Piaggio.

La coda con la sella alta sulla parte posteriore della scocca sembra quella della Vespa 946 - fresca di decennale con tanto di edizione celebrativa a Eicma - mentre il vistoso trave centrale rimanda al telaio “axe frame” del Gilera Ice del 2000. Due veicoli ricordati più per il loro design che per i successi commerciali, ma che comunque riducono di molto l’effetto di novità dirompente ricercato dall'Air con la sua estetica "streamline" trainata dalla ricerca aerodinamica.

Con le moto non è mai facile

Potevamo forse aspettarci qualcosa di più da un nome prestigioso come Pininfarina? Forse, ma questa è tutto sommato la riprova della difficoltà di disegnare un oggetto a due ruote, che deve saper distillare emozioni con pochissimi elementi, oltretutto già largamente esplorati in fatto di proporzioni, superfici e dettagli.

Sono tanti i designer automobilistici, anche appassionati di moto, che si sono cimentati con le due ruote: da Giugiaro ai ragazzi di Pininfarina e da Zagato a quelli di Aston Martin. I risultati, però, raramente sono stati indimenticabili. Disegnare una moto richiede una fortissima specializzazione e un'altrettanto forte identificazione; con gli scooter (specialmente elettrici) questa regola è un po' meno forte, ma noi speriamo che la bellezza e l'originalità su due ruote restino una sfida, perché è la garanzia che la passione per le due ruote sopravvivrà a qualunque trasformazione tecnologica.