Benelli, Ducati, BMW (con un passaggio in SBK) e ora Triumph Italia, di cui è amministratore delegato: in oltre 20 anni nel mondo della moto, Andrea Buzzoni ha visto un po’ tutto e conosce a fondo tutte le logiche che stanno dietro allo sviluppo di un modello.

Quando nel 2009 uscì la prima Street Triple R, un paio d’anni dopo la versione base, in Triumph ci dissero che in un segmento in cui la battaglia sul prezzo era tremenda, per l’azienda la versione ‘R’ dava un po’ più di respiro in termini di margine. Oggi fate il passo opposto, presentando una entry level molto aggressiva per posizionamento.

“Sì, ma la Trident ha una missione diversa: nasce per intercettare nuovi clienti, che per vari motivi oggi l’offerta di Triumph non intercetta. Inoltre, questo segmento si sta evolvendo rapidamente, e una proposta come questa non c’era ancora, dal punto di vista sia stilistico che tecnico. Abbiamo fatto un lavoro pazzesco per dotarla del massimo in termini di contenuti senza far salire il prezzo, ed entriamo con più carisma e più valore rispetto alla media dei concorrenti: per finiture e dettagli, per ride-by-wire e traction control e via dicendo. A meno di 8.000 euro, è uno sforzo industriale importante”.

La grande novità di questo segmento nel 2020 è stata la Benelli 752 S, avanguardia delle nuove proposte in arrivo dalla Cina ma con charme e contenuti in parte europei. Non c’è nessuno che può battere i cinesi in tema di contenimento del prezzo: non temete questa concorrenza?
“Al mercato della moto sta capitando quello che è capitato ad altri mercati: la polarizzazione dell’offerta in termini di rapporto qualità/prezzo. Il mercato si divide in prodotti al prezzo più basso possibile che assolvano alla funzione richiesta e prodotti premium, ricchi ma più costosi: a volte anche due o tre volte tanto. I prodotti a bassissimo prezzo hanno anche una funzione positiva, quella di portare al mondo moto nuovi clienti che altrimenti non ci sarebbero stati. I cinesi lavorano sulla fascia del prezzo più basso possibile, che è una cosa diversa dal miglior prezzo possibile che abbiamo cercato noi con la Trident. Sono due sport diversi, in cui c’è spazio per far bene anche per un marchio premium come Triumph. Non siamo veri competitor, ci può essere contatto in qualche punto della gamma ma sono come dicevo sport diversi: guarda i contenuti e le finiture di una Trident, in questo segmento forse le si avvicina soltanto la Honda CB650, che ha infatti lo stesso prezzo”.

Che numeri di vendita avete in mente per la Trident 660?
“Numeri importanti. Ti risponderò in percentuale: oggi Triumph in Italia ha il 7,5% di quota di mercato complessiva. Pensiamo che in questo segmento, grazie a lei, si possa arrivare a più del doppio. Crediamo tantissimo nella Trident 660: è un prodotto che può ridefinire il segmento”.