Ogni mattina – magari non proprio tutte – accendo il computer sperando di vedere un nuovo modello. E di tanto in tanto, specie con l'arrivo dei Saloni, la speranza è esaudita. Ma ultimamente mi sono chiesto quanto a voi davvero interessino le novità.

Viste le reazioni immediate di molti qui su dueruote.it e sulla nostra pagina Facebook mi vien da pensare… sì, ma non troppo. Perché il più delle volte non c'è quello che volevate. Se la tal Casa presenta una nuova grafica, si poteva fare di meglio. Se arriva una nuova moto, era un altro modello che avrebbe dovuto avere la precedenza. Per anni siamo stati sommersi dalle richieste di chi desiderava la nuova Africa Twin, e alla fine quando Honda la ha finalmente presentata in molti hanno gioito, ma altrettanti hanno alzato la voce o schiacciato i tasti per lamentare che non era a V, che la volevano diversa, che era meglio prima… Quando si tratta di scooter, poi, le reazioni sono ancora più violente. Nove volte su dieci era meglio non vederlo: e via di critiche alla categoria.

Quella voglia di novità

Se poi la novità è epocale, accade anche di peggio. Penso al boato di critiche e commenti che ha suscitato la presentazione della Yamaha Niken, la prima moto a tre ruote. Quasi nessuno si è soffermato a commentare i suoi aspetti innovativi, limitandosi a gridare allo scandalo e a pronosticarne l’insuccesso senza nemmeno averla provata. E i pochi che provavano a dire “aspettiamo un attimo, vediamo”, sono stati sommersi di insulti. Nei giorni del primo test il copione è stato lo stesso: nonostante il nostro entusiasmo dopo averla guidata scoprendo che questa moto mette alla portata di tutti pieghe esagerate e cose impensabili, i più non sono andati oltre la critica.

Il gusto della critica

Alla fine criticare è giusto, e sul web più di ogni altro luogo fa parte del gioco (anche se spesso la critica segue all’aver messo un “mi piace”, quindi è già di per sé un controsenso): ma farlo sempre e comunque ha senso? Mi chiedo se queste critiche a prescindere, questo non essere mai contenti, siano normali o siano solo figli della voglia di esprimere il proprio dissenso per il puro gusto di farlo. Il nuovo il più delle volte spaventa, perché implica un cambiamento che va capito e accettato. Di fronte a una novità, a una nuova moto – anche con tre o magari quattro ruote – ho imparato che bisogna partire dallo stupore e dalla voglia di conoscere. Anche se al primo approccio mi respinge, respiro e cerco di fare tabula rasa dei miei preconcetti. Poi magari deciderò che non mi piace, ma solo dopo avergli dato una possibilità.
È con questo spirito che entrerò ai Saloni questo autunno: provateci anche voi, cercando di lasciarvi stupire e di vedere davvero le novità.
E ora… criticatemi.