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Attualità

Lezioni pratiche in moto: perché in Italia non sono obbligatorie?

Marco Gentili
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La direttiva europea patenti lascia agli stati membri una certa discrezionalità. In Germania sono obbligatorie 12 ore di guida, da noi nessuna. Ma le cose potrebbero cambiare

Lezioni pratiche in moto: perché in Italia non sono obbligatorie?
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Lezioni pratiche in moto: perché in Italia non sono obbligatorie?
Ha appena compiuto cinque anni di vita la 3DLD, ossia la direttiva europea patenti che, dal gennaio 2013, ha normato a livello comunitario la scansione delle licenze di guida (AM per i ciclomotori, A1 per moto fino a 11kW, A2 per moto con potenza fino a 35 kW, A senza limitazioni di potenza). Eppure, a un lustro di distanza da allora, in Italia resta ancora aperta la questione dell’obbligatorietà delle guide per chi vuole conseguire una patente moto.

Come funziona all’estero

Attualmente, infatti, nel nostro Paese non è necessario dover sostenere un numero minimo di lezioni pratiche prima di conseguire una licenza di guida. Questo tipo di decisione rientra all’interno del margine di discrezione che l’Unione europea concede ai singoli stati membri, che possono quindi decidere di muoversi in autonomia su alcune questioni. Tanto per fare un esempio, l’equivalenza tra patente B e licenza A1, in vigore in Italia, non esiste in altri stati membri. Stesso discorso per le guide: in mancanza di prescrizioni precise, da noi è una questione lasciata alla scelta del singolo candidato. Altrove però non è così. Si pensi ad esempio alla Germania, dove esiste l’obbligo di frequentare la scuola guida e di partecipare a 12 ore di “Sonderfahrten”, ossia "lezioni speciali di guida".

Il braccio di ferro in Italia

La questione di fatto in Italia non è mai stata affrontata dai costruttori, mentre l’Unasca, associazione che racchiude le scuole guida, da anni spinge per introdurre anche da noi questo tipo di obbligo. Dal canto suo Ancma non ha mai preso una posizione chiara, anche se non è escluso che lo farà nei prossimi mesi. Alcune indiscrezioni però lasciano trapelare che la Confindustria delle moto non sia così favorevole a introdurre tale obbligo, che costituirebbe un aggravio economico ulteriore per chi già spende molti soldi per conseguire la patente moto.

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