Attualità
10 anni di Moto&Scooter
Un tempo erano le prestazioni e il design estremo a dominare la scena. Oggi si punta sull'elettronica e su motorizzazioni alternative, come quelle ibride. Ecco come è cambiato il mondo delle moto e degli scooter nell'ultima decade
Nel 2001 vengono presentati due scooter, l'SH125 e l'SH150, che conquisteranno per anni la testa delle classifiche di vendite. In particolare piace la versione da 150 cc che consente di percorrere autostrade e tangenziali. Praticamente indistruttibile e con prestazioni più che soddisfacenti, l'SH offre anche una comoda pedana piatta che compensa la capacità di carico ridotta del sottosella, dovuta alle ruote alte che privilegiano sicurezza e guidabilità.
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Nel 2001 lo stile italiano è rappresentato dalla MV che fa vedere al mondo la Brutale, la nuda più elegante e raffinata mai creata. Sviluppata sulla base tecnica e ciclistica della sportivissima F4, mai abbastanza celebrata, questa naked si impone all'attenzione per le finiture da oreficeria, per il quattro cilindri con valvole radiali e il telaio misto, con la parte anteriore in tubi in acciaio unita posteriormente a piastre pressofuse.
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2001, nel mercato dei pacifici commuter da passeggio arriva la rivoluzione, uno scooter di 500 cc che si guida come una moto, ovvero un successo garantito. Le soluzioni tecniche come il motore fissato al telaio, la forcella con doppia piastra e la sospensione posteriore di nuovo tipo, oltre all'estetica sportiva e la buona capacità di carico sono le doti più apprezzate di questo modello.
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Nel mondo delle motociclette americane è una rivoluzione: viene introdotto, infatti, il motore Revolution da 1130 cc raffreddato a liquido, realizzato in collaborazione con Porsche, dotato di distribuzione a camme in testa e capace di prestazioni inedite per le motociclette "made in Milwaukee". Anche lo stile è "avanti": design essenziale con sovrastrutture color alluminio spazzolato, cerchi lenticolari e l'air box al posto del serbatoio. Accolta con diffidenza dai "puristi", rappresenta oggi una pietra miliare che dimostra come nessuno possa sottrarsi al progresso.
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Look aggressivo, fisico svelto e atletico, un cuore oversize per la categoria: con un "gioco" di cc nel 2004 la Kawasaki Z750 si impone nel segmento più in voga nella prima metà del decennio e che farà la fortuna di molte case, quello delle naked. Con lei nasce il concetto di sportività per tutti.
Al salone del Motociclo di Milano (EICMA 2010), che si terrà dal 4 al 7 novembre venturi, sarà presentata la nuova "R".
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In un mondo ultra conservatore come quello dell'offroad, l'Aprilia lancia la sfida al monopolio dei "mono" con la prima bicilindrica in questo segmento. Nell'anno della sua nascita, 2004, partecipa al mondiale Supermotard con la SXV 450, portando a casa il primo titolo di questa categoria con il pilota Jerome Giraudo. In seguito vengono prodotte le sorelle tassellate, la RXV per l'enduro e la MXV per il cross (entrambe prodotte nel 2006), promuovendo anche l'introduzione dell'iniezione elettronica nel mondo dell'offroad. Due rivoluzioni con una moto.
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L'idea l'hanno avuta in tanti ma solo Piaggio si è cimentata nella sfida, riuscendo a riscuotere anche un discreto successo nonostante il prezzo del veicolo non proprio popolare.
L'innovazione ciclistica – avantreno con doppia ruota e sospensioni indipendenti, come le auto – ha innalzato il livello di sicurezza attiva sia dal punto di vista dinamico sia in frenata.
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Nel 2004 esplode il "fenomeno GS" con la presentazione del modello da 1200 cc, più leggero, guidabile e potente. Ma è nel 2009 che si consacra come regina del mercato moto, superando addirittura la Kawasaki Z750 grazie non solo al fattore-moda, ma soprattutto alle qualità di viaggiatrice unite a quelle da moto per tutti i giorni.
Il suo motore dalla grande coppia e la capacità di carico fuori dal comune, oltre all'abitabilità per pilota e passeggero hanno conquistato il cuore dei grandi viaggiatori ma anche quello dei motociclisti da città.
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Molti le sognano, pochi hanno avuto il privilegio di guidarle. Ma da quando nel 2007 la Ducati ha targato la sua MotoGP, queste moto sono meno… inarrivabili. Perché tecnicamente, nel feeling di guida ma anche nel prezzo (60.000 euro all'epoca), la Desmosedici è una moto da gara: il quattro cilindri a L Desmo di 989 arriva a 200 CV, la ciclistica è (quasi) la stessa delle moto guidate da Stoner e Capirossi, così come la linea. Peccato ne abbiano fatte solo 1500.
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Nel 2008 la supersportiva bolognese "top di gamma" è proposta con un innovativo sistema di controllo di trazione (il primo di derivazione SBK-MotoGP proposto su moto di serie) attivabile sostituendo gli scarichi di serie con quelli racing, mentre l'anno successivo la 1198 S proporrà lo stesso sistema, ma utilizzabile anche su strada. Questa scelta tecnica sancisce l'irrinunciabile apporto offerto dall'elettronica nella gestione della grandi potenze.
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