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ANCI e ministeri studiano gli incidenti

di Riccardo Matesic il 03/12/2009 in Attualità

I dati sugli incidenti italiani sono da sempre lacunosi e in perenne ritardo. Un accordo fra la rete dei comuni e i ministeri si propone di affrontare il problema

ANCI e ministeri studiano gli incidenti
Un accordo è stato firmato in questi giorni fra i ministeri dell'Interno, dei Trasporti e l'Associazione Nazionale dei Comuni Italiani (ANCI). La finalità dell'intesa è il miglioramento della sicurezza stradale italiana, ma, andando dritti al punto, diciamo che la cosa più importante è che finalmente si affronta il problema della raccolta dei dati sugli incidenti. Ne abbiamo parlato più volte, denunciando una situazione che vede l'Italia come fanalino di coda fra gli stati europei, sia per la lentezza della raccolta dei dati sia per l'imprecisione degli stessi.
Mancano spesso i sinistri rilevati in città, cosa che hanno fatto notare anche nei giorni scorsi i rappresentanti delle Polizie locali. Già, dal computo del totale degli incidenti annunciato pomposamente da ACI e ISTAT a fine novembre, mancherebbero infatti circa 120.000 incidenti! Che risultano invece all'Associazione Professionale Polizia Locale d'Italia (anvu.it) e al portale poliziamunicipale.it.

I dati sugli incidenti sono spesso lacunosi e arrivano in ritardo

La novità è che in base all'intesa appena firmata, i ministeri predisporranno un modello informatizzato per la raccolta e l'elaborazione tempestiva dei dati degli incidenti rilevati dalle polizie locali nelle città (il 77% del totale).
L'ANCI invece si impegnerà a curare una banca dati di pronta consultazione, per la realizzazione di statistiche nazionali complete e aggiornate.
Tutto a posto quindi? Ancora no, visto che per modalità e tempistica bisognerà attendere ancora un gruppo di lavoro che verrà appositamente formato. Nel frattempo è già stato creato un "tavolo", dove si discuterà di strategie per contrastare le più gravi e pericolose violazioni del Codice della Strada che avvengono in città, e nuovi sistemi di educazione stradale e di sensibilizzazione alla legalità. Ma tutto questo ha già un tono troppo burocratico, e per ora è inutile parlarne oltre. Speriamo non restino solo parole.

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