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Attualità

L'ACI affronta il problema mobilità

il 29/06/2005 in Attualità

Sempre più traffico sulle nostre strade, sempre più inquinamento e soldi bruciati, ancora troppi incidenti. L'ACI ne ha preso atto e lancia un progetto per rivedere in modo radicale questa problematica

Sempre più traffico sulle nostre strade, sempre più inquinamento e soldi bruciati, ancora troppi incidenti. L'ACI ne ha preso atto e lancia un progetto per rivedere in modo radicale questa problematica
di Riccardo Matesic

All'ACI l'hanno chiamato manifesto ?per un'etica della mobilità responsabile?, una formula che forse non descrive immediatamente l'importanza e la portata di un'iniziativa mirata a non morire di traffico. Sì, proprio così, i paladini dell'automobile non mettono la testa sotto la sabbia, e prendono atto che la nostra mobilità stradale peggiora di giorno in giorno, perché le auto aumentano e le strade restano le stesse. Così ecco una serie di proposte concrete, che vogliono coinvolgere tutti gli strati della società, per  reinventare una mobilità diversa.

Il punto di partenza sono dei numeri che non ammettono repliche. Dal 1970 al 2002, in 32 anni, in Italia le auto sono aumentate del 211%, mentre nell'Europa dei Quindici l'aumento è stato del 116%. Discorso inverso per l'estensione e la capacità delle autostrade, che nello stesso periodo è cresciuta del 230% in Europa e del 66% in Italia.

In compenso da noi aumenta sempre di più l'uso del veicolo privato. Nel '93, l'84,1% degli spostamenti erano compiuti con un'auto privata, oggi siamo all'86,5%. Così cresce anche il tempo che perdiamo in auto: 50 giorni lavorativi di 8 ore nell'89, 66 nel 2003. Vogliamo dare un valore a questo tempo? Per ognuno di noi, si tratta di 3.042 euro l'anno. Più le spese, vale a dire una media di 4.500 euro l'anno per ogni auto.

Infine c'è la spina della sicurezza. Dall'89 al 2003 l'Europa ha diminuito gli incidenti del 31%, noi del 15,7%, per un costo pari a 35,5 miliardi di euro, il 2,7% del PIL.

Capito perché è ora di iniziare a pensare una mobilità differente?

 

Il progetto messo a punto dall'ACI è ambizioso e di ampio respiro. Otto punti, in alcuni casi molto filosofici, che descrivono la necessità che tutti prendano atto della situazione e diano il loro contributo. Vediamoli.

1) Creare una nuova ?capacità di guida?, per creare in chi ogni giorno sceglie come muoversi e quale mezzo utilizzare, un senso di responsabilità per sé e per gli altri. Per capire la compatibilità fra le proprie esigenze e quelle della collettività.

2) La mobilità è un valore da maturare e condividere con gli altri. Bisogna fare in modo allora che sia soprattutto opportunità (di crescita, di socializzazione...) e non rischio, dove con questo termine non si intende solamente il rischio di incidenti, ma anche quello di infastidire o sopraffare gli altri, di rallentare o disturbare il funzionamento e la crescita della nostra società.

3) Ripensare la mobilità in una chiave sostenibile per tutti, privilegiando nuovi criteri normativi che evitino tensioni e disagi e che siano adeguati ai nostri contesti sociali e culturali. Il tutto tenendo in considerazione l'evoluzione tecnologica, la necessità di rispetto dell'ambiente, quella di sicurezza e i bisogni essenziali della collettività.

4) Serve una nuova cultura degli strumenti di mobilità, all'insegna del rispetto dell'ambiente. Bisogna arrivare a un uso collettivo o condiviso dell'auto e a breve si dovrà privilegiare la scelta della propulsione multimodale, per puntare dritti in futuro verso le emissioni zero.

5) Sviluppare una cultura del territorio, per imparare a rispettare l'ambiente, e rivedere le infrastrutture, per le quali è necessario un rilevante salto di qualità in termini progettuali, realizzativi e gestionali; per restare al passo con le esigenze dello sviluppo stesso, ma anche per arginare la crescita del traffico.

6) Integrazione fra tecnologie della mobilità e comunicazione, non per dare la possibilità di parlare al videotelefono in auto, ma per aumentare la sicurezza di chi viaggia e per studiare sistemi intelligenti che possano aiutare a rendere più razionali gli itinerari, evitando il traffico.

7) Invito alla collaborazione per tutti i protagonisti ( istituzioni, ACI stessa, operatori dei mezzi di trasporto...), perché solo uno sforzo collettivo e condiviso può cambiare lo stato delle cose.

8) E servono delle regole condivise. Perché solo se applicate da tutti possono dare realmente risultati, motivando tutti i singoli a rispettarle. Regole che facciano sentire la responsabilità verso gli altri (partecipazione), la possibilità di applicarle insieme agli altri (condivisione), e l'opportunità di farlo anche per gli altri (responsabilità).

Se avete letto fin qui, avete capito che stavolta all'ACI hanno volato alto, lanciando un progetto difficile, che potrà realizzarsi solo se tutti lo condivideranno. Un progetto impegnativo anche solo nella presentazione, perché molto filosofico. Eppure un ?manifesto? importante, che noi apprezziamo. Ecco perché bisogna parlarne in tutte le sedi, a partire dalla stampa. Perché va fatto comprendere gradualmente.

L'ACI individua anche dei canali fondamentali per far passare il messaggio. Il punto di partenza è la scuola, dove dovrebbero essere rivisti i contenuti dei programmi, migliorando anche la formazione degli insegnanti. Un altro passaggio importante sarebbe la sensibilizzazione delle famiglie, perché hanno un ruolo importante laddove possono far capire ai ragazzi come alcune tappe fondamentali della vita rappresentino passi importanti verso la vita adulta e, quindi, verso l'assunzione di responsabilità sempre maggiori. Infine le pubbliche amministrazioni, che dovrebbero sempre fare una preventiva valutazione di impatto sulla mobilità, prima di procedere con interventi urbanistici e territoriali.

Nell'immediato, l'ACI offrirà borse di studio e Master, in collaborazione con le più accreditate università, per dare da subito un contributo e un impulso all'avvio del progetto.

 

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