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Attualità

Bollino blu e 2T: la FMI promuove un?azione informativa

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In una memoria inviata alle autorità competenti, le posizioni critiche della Federmoto su ?bollino blu? per le due ruote e lotta ai motorini a due tempi.


In una memoria inviata alle autorità competenti, le posizioni critiche della Federmoto su ?bollino blu? per le due ruote e lotta ai motorini a due tempi.
di Vincenzo Clemeno
Un no alla misurazione del CO2 nei test per la revisione e un'aspra critica alla lotta indiscriminata e ingiustificata contro i motori a due tempi. Attraverso una memoria inviata al Ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, alla Motorizzazione Civile e ai sindaci e agli assessori alla mobilità delle più importanti città italiane, la Federazione Motociclistica Italiana lancia ?un?opera di informazione mirata a scongiurare provvedimenti miopi e potenzialmente dannosi?.
Nel testo, che pubblichiamo nella pagina seguente di questo servizio, la Federmoto, riportando una serie di osservazioni e dati tecnici, critica la proposta italiana di introdurre la misurazione del CO2 (anidride carbonica) nei test per la revisione dei motori a due ruote e per il rilascio del cosiddetto ?bollino blu?. Il progetto, si fa inoltre notare, è in contrasto con le direttive UE in materia di omologazione di moto e motorini.
L?altro punto importante dell?azione informativa è l?attacco rivolto ad alcuni amministratori locali decisi a dichiarare guerra ai motorini 2T, reputati i principali responsabili dell?inquinamento ambientale, ?vero per quanto concerne i motori di vecchia generazione?, si osserva nella memoria, ma ?falso per i ciclomotori e gli scooter più moderni?.

Il testo della Federmoto
Alla luce di quanto sta emergendo delle strategie che i comuni italiani intendono mettere in atto nella lotta all?inquinamento, la Federazione Motociclistica Italiana ritiene opportuno fare un?opera di informazione mirata a scongiurare provvedimenti miopi e potenzialmente dannosi.
Alcune grandi città italiane stanno ad esempio pensando di adottare la misurazione del CO2, l?anidride carbonica emessa allo scarico, per concedere il ?bollino blu?. L'iniziativa, che tende a regolamentare l'accesso dei veicoli a motore alla cinta urbana della città in base alle emissioni inquinanti, ricorre a un parametro -la misurazione dell'anidride carbonica- che non risulta idoneo né univoco al raggiungimento dell'obiettivo dichiarato.
Nessuna normativa d?omologazione prescrive infatti la misurazione dell?anidride carbonica emessa allo scarico. La direttiva comunitaria 97/24/CE, conosciuta come Euro 1, prevede infatti esclusivamente la misurazione del CO (ossido di carbonio), degli HC (idrocarburi incombusti) e dei Nox (ossidi di azoto). Anche il ben noto decreto Ronchi, che obbliga i sindaci delle grandi città a bloccare il traffico in determinate condizioni d?inquinamento, prende in considerazione il benzene, e non altri inquinanti. In Italia si sta pensando invece di introdurre il ?bollino blu? permettendo la circolazione nei centri urbani a tutti i veicoli che avranno un?emissione di anidride carbonica allo scarico superiore a un determinato valore percentuale (10% per i motori 4T e per i 2T Euro 1, 7% per i ciclomotori non Euro 1 e per tutti i 2T, e 6% per i 3 e i 4 ruote oltre che per i veicoli costruiti prima del ?91).
Le argomentazioni contro questa scelta sono numerose e crediamo fondate. È infatti vero che tanto migliore è la combustione tanto più alto è il valore del CO2 presente nei gas di scarico a scapito del CO, ma è anche vero che l?anidride carbonica rimane percentualmente proporzionale al consumo di carburante: la metodica scelta potrebbe insomma premiare chi consuma di più, senza tenere in considerazione che l?anidride carbonica è ufficialmente riconosciuta dannosa per l?effetto serra. L?analisi del CO2, così come è stata pensata, potrebbe dunque andare in contrasto con gli sforzi che si stanno facendo per ridurre i consumi e le emissioni di anidride carbonica in accordo con il protocollo di Kyoto.
Di più: i motorini e soprattutto le moto più ecologiche, quelle per intenderci dotate di iniezione e catalizzatore a tre vie, in molti casi emettono anidride carbonica in quantità non sufficiente per superare il test. È realistico pensare di impostare la campagna del ?bollino blu? motociclistico su un test che penalizzerà proprio i veicoli meno inquinanti? Non sarebbe meglio pensare a un?analisi del CO, che è invece la metodica scelta da tutti gli altri paesi, compresa l?Italia, per il settore automobilistico?
C?è poi un altro punto sul quale riteniamo si debba fare chiarezza. Si sente dire che alcuni comuni sono intenzionati a vietare la circolazione nel centro storico ai motori due tempi. Il 2T è infatti da sempre considerato assai inquinante. Assolutamente vero per quanto concerne i motori di vecchia generazione, falso per i ciclomotori e gli scooter più moderni. Alcune case hanno infatti investito su questa tecnologia e oggi sono in circolazione veicoli a due tempi che inquinano meno di molti quattro tempi. Veicoli che rispettano già la normativa Euro 2 in alcuni casi, e che sono stati acquistati dagli utenti anche e proprio perché ?ecologici?.
Del resto i limiti imposti dalla normativa Euro 1 sono più severi per il 2T che non per il 4T, come si vede dalla tabella allegata (vedi in coda al messaggio), e gli oli lubrificanti specifici per 2T non contengono benzene. Non ha dunque senso la crociata contro il due tempi. L?unico parametro veramente importante, se si vuole proibire a chi inquina di più di circolare nei centri storici, è la conformità alla normativa d?omologazione europea 97/24, che prevede limiti per le emissioni nocive dello scarico e per la rumorosità, oltre a delle misure antimanomissione volte a impedire la truccatura dei motorini.
Nella speranza di aver dato un apporto costruttivo alla discussione sulle metodiche per ridurre l?impatto ambientale del traffico nelle città, la Federazione Motociclistica Italiana ribadisce la propria disponibilità a offrire la propria consulenza tecnica e a collaborare nelle sedi opportune.

Il Presidente della FMI
Paolo Sesti


I limiti delle emissioni inquinanti allo scarico imposti dalla normativa 97/24/CE per l?omologazione Euro 1


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