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Tutti gli occhi puntati sulla nuova R1, che la Yamaha ha celebrato con una cerimonia esclusiva. Modifiche tecniche anche alla Fazer 600, alla XJR 1300 e alla TW 125


Tutti gli occhi puntati sulla nuova R1, che la Yamaha ha celebrato con una cerimonia esclusiva. Modifiche tecniche anche alla Fazer 600, alla XJR 1300 e alla TW 125




La regina dello stand Yamaha è la nuova R1. Ad attribuirle questo titolo non è stato solo il grande successo ottenuto fin dalla sua prima apparizione, ma la Yamaha stessa, che nell?ormai classico meeting con la stampa internazionale, che ha preceduto l?apertura del Salone di Milano, ha dato spazio solo a lei, l?ammiraglia delle supersportive, la moto-simbolo della sua rinnovata aggressività commerciale.
Come se la Yamaha non avesse altra moto che la R1.

Così la completissima gamma della Casa di Iwata, che comprende modelli di grande appeal e di notevoli contenuti tecnici, come la R6, lo scooter 500 T-Max, la Sport Touring FJR 1300 e la popolare Fazer 600, è rimasta nell?ombra. La Yamaha si è limitata ad annunciare, con un certo anticipo sul Salone, alcuni cambiamenti apportati alla Fazer 600, alla XJR 1300 e alla TW 125. Per tutti gli altri modelli, solo variazioni cromatiche.

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FZS Fazer 600




La parte anteriore alta della Fazer 600 ha un design completamente nuovo: il cupolino, che promette di conservare la consistente protezione offerta a pilota e passeggero dal modello precedente, nel profilo ricalca infatti quello della 1000, riproponendone la grinta nell?aspetto e l?efficienza del doppio faro multifocale con regolazioni indipendenti. Il ?ponte di comando?, oltre a diversi retrovisori, con steli di supporto più lunghi e sottili, ha un cruscotto inedito, più compatto e sportivo.




La leva del freno, adesso ha la regolazione della distanza dalla manopola su cinque posizioni; i nuovi cavi del comando dell?acceleratore offrono una maggiore scorrevolezza ed i supporti degli indicatori di direzione sono più saldi e intonati al design della moto.
Il serbatoio, pur mantenendo uno stretto family feeling con la Fazer 600 2001, è completamente rivisto nel volume, con una sezione centrale più stretta, per offrire maggior spazio alle ginocchia e un miglior contatto con le gambe del pilota. Il tappo di rifornimento, inoltre, è simile a quello della sportivissima R1 e, per dare alla moto l?autonomia di una sport/touring in piena regola, la capacità del serbatoio è aumentata da 18 a 22 litri.




Sotto il profilo prettamente tecnico, la Fazer 600, 2002 presenta soltanto migliorie di dettaglio.
Per quanto concerne la meccanica, gli interventi riguardano soltanto l?adozione di un ridisegnato scarico 4 in 2 in 1 completamente in acciaio inox e di una reticella di protezione per il radiatore.

XJR 1300




La XJR 1300, nella versione 2002, propone soltanto innovazioni di stampo prevalentemente tecnico che riguardano sia la ciclistica, sia il propulsore e che hanno portato ad una riduzione del peso di 6 kg.
Il serbatoio, pur conservando la capacità di 21 litri, è più stretto nella parte posteriore e la sella ed i fianchetti sono più snelli.




Il telaio a doppia culla chiusa in tubi tondi d?acciaio, è inalterato, mentre le sospensioni, invariate nello schema, hanno una diversa taratura: la forcella con steli da 43 mm, è 100 g più leggera ed ha un?idraulica più controllata, mentre, gli ammortizzatori posteriori Ohlins con nuove staffe di supporto del serbatoio separato, per migliorare il comfort e il comportamento su asfalto sconnesso, hanno tamponi di fine corsa più grandi e morbidi.
La ruota posteriore ha un nuovo cerchio in lega leggera a tre razze simile a quello della R1, il forcellone è il relativo perno cavo sono alleggeriti e, infine, il freno posteriore ha un?inedita e più potente e modulabile pinza monoblocco a due pistoncini contrapposti.




Il propulsore di 1.251 cc, per migliorare l?erogazione della potenza ai bassi regimi e aumentare la coppia a 10,7 kgm (104,7 Nm) a 6.500 giri, ha una nuova e più leggera (1 kg) batteria di carburatori Keihin BSR37. La distribuzione a 16 valvole, ha alberi a camme diversi nel profilo, mentre, il nuovo coperchio riduce la rumorosità meccanica.
Miglioramenti anche alla trasmissione: la frizione ha un carico aumentato da 128 a 135 kg, mentre il cambio ha una seconda marcia più ?corta?. È stato infine ridisegnato il sistema di scarico 4 in 1 in due che, con nuovi collettori da 42,7 mm di diametro e con inediti silenziatori multistadio, assicura maggiore potenza e ridotte emissioni nocive.

Road Star Warrior 1700




La Yamaha Road Star Warrior 1700 appartiene alla serie ?Star?, e come tale è americana di vocazione e di temperamento. Nata come Wild Star per gli amanti delle comode e spedite sgroppate sugli eterni rettilinei delle highway, indossa oggi un vestito più attillato e aerodinamico, gonfia i muscoli e si propone anche agli appassionati della guida sportiva.

Il bicilindrico a V longitudinale di 48° raffreddato ad aria, con distribuzione a quattro valvole per cilindro comandate da aste e bilancieri, aumenta di alesaggio, passando da 95 a 97 mm per una corsa invariata di 113 mm. La cilindrata sale da 1602 cc a 1670 cc. Del tutto nuove le teste, ampiamente alettate, e dotate di doppia accensione e di bilancieri di nuovo disegno. L?alimentazione è ora affidata ad un modernissimo impianto di iniezione elettronica con due doppi iniettori integrato al sistema di accensione; il tutto è gestito da una centralina a mappatura tridimensionale dell?ultima generazione.




Il telaio è stato rifatto seguendo lo schema a doppia culla continua in tubi d?alluminio; la Yamaha denuncia un incremento del 41% della rigidità rispetto al precedente telaio della Road Star e una maggior leggerezza (del 42%) del forcellone oscillante, derivato direttamente da quello della R1.
Dall?ammiraglia delle supersportive della Yamaha derivano anche la forcella Kayaba upside-down con steli di 41 mm e i freni, che mostrano un doppio disco di 298 mm di diametro, con pinze a quattro pistoncini, sulla ruota anteriore, e un disco di 282 mm con pinza a due pistoncini su quella posteriore. Le ruote hanno cerchi a tre razze e montano pneumatici 120/70-ZR18? sulla ruota direttrice e 200/50-ZR17? su quella motrice.

YZF-R1




L?attesa è ripagata. La nuova R1 non offre piccole modifiche di dettaglio applicate più per accontentare gli incontentabili, che per reale esigenza evolutiva; la R1 2002 è veramente un?altra moto, basata sì sul modello di maggior successo fra le sportive dell?ultima generazione, ma solo per elevarsi a un livello superiore.
Cambia la carenatura, ed è solo l?inizio: più aggressiva, filante, aerodinamica. Cambiano il parafango anteriore, il serbatoio e il codone, con riflessi sulla posizione di guida, più ergonomia. Senza fare rivoluzioni, l?estetica è dunque stata stravolta.

Il motore a quattro cilindri in linea è rimasto sostanzialmente lo stesso della prima R1, ma con significativi interventi soprattutto sui sistemi di alimentazione, di aspirazione e di scarico. L?adozione dell?iniezione elettronica era un passo intuibile, ma la Yamaha ha voluto rimarcare il suo know-how installando sulla R1 un innovativo impianto con controllo del flusso di aspirazione a depressione, mediante pistoncini montati sui corpi sfarfallati. L?alimentazione sfrutta anche una nuova scatola filtro, riposizionata, che abbassa la temperatura dell?aria e ne migliora il flusso.
Nuove anche le canne dei cilindri, le bielle e le valvole di scarico. La potenza del motore è ora di 152 CV a 10.500 giri, con un maggiore allungo rispetto alla versione precedente.




L?impianto di scarico ha nuovi collettori in titanio con andamento ?4 in 2 in 1?, anziché ?4 in 1?. È presente il sistema di ottimizzazione della combustione mediante l?invio di aria a valle delle valvole di scarico, inoltre il sistema ex-up è stato reso ancor più efficiente con l?adozione di due distinte valvole a farfalla, ognuna delle quali opera su due scarichi.
Totalmente rifatto il telaio, chiamato Deltabox III, col motore spostato in alto di 20 mm e chiamato ad integrare la struttura portante in alluminio. Nuovo il forcellone asimmetrico, con fulcro rialzato di 17,5 mm, e nuovi anche la forcella, sempre upside-down, ma con steli di 43 mm, e i cerchi. Modificati infine il monoammortizzatore, i freni, la geometria dell?avantreno e la strumentazione.

Yamaha TW 125




Questa originale motocicletta, con la sella ?rasoterra? e le gomme extralarge, che si presenta come alternativa allo scooter, per versatilità ed economia d?esercizio, affronta il 2002 con alcune novità tecniche e nuove colorazioni.




La ciclistica denuncia una differente taratura delle sospensioni, l?aumento del diametro del freno a tamburo posteriore e una gommatura dei pneumatici più propensa all?asfalto. Sul motore è installato un carburatore maggiorato, con diffusore di 28 mm.




Fra i componenti accessori si notano il nuovo faro, con lampada da 60/55W e la nuova batteria.

TDM 900




Per creare un collegamento concreto fra la terza generazione della TDM e quelle precedenti, il cambiamento estetico appare assai limitato, anche se il rifacimento della carrozzeria e totale. Molto più radicali le modifiche alla ciclistica e al motore. Il telaio è completamente nuovo: per ridurre il peso, la struttura ora è in alluminio anziché in acciaio e stando a quanto dichiarato dalla Casa, ha una resistenza alla torsione superiore del 40%. Sono cambiate anche la geometria della ciclistica e la distribuzione dei pesi; il forcellone è stato allungato e sono state adottate le ruote della YZF R6.




Sul motore è stata operata una consistente trasformazione: innanzitutto la cilindrata è cresciuta da 850 a 897 cc portando l?alesaggio da 89,5 mm a 92,0 mm. La potenza è passata da 77 CV a 86 CV, al medesimo regime di 7500 giri e la coppia è stata incrementata da 7,8 kgm a 6000 giri a 9,1 kgm.
La modifica più eclatante è comunque l?adozione dell?alimentazione ad iniezione elettronica, impreziosita oltretutto da un sistema esclusivo di variazione dell?area di ingresso dell?aria nel condotto di aspirazione.




Questo congegno, contenuto nella scatola-filtro, riduce l?apertura della presa d?aria di circa un terzo al di sotto dei 4000 giri e l?aumenta progressivamente al di sopra, operando in modo integrato al sistema di iniezione e garantendo così la miglior risposta all?apertura dell?acceleratore in ogni condizioni e a qualsiasi altitudine. L?iniezione elettronica ottimizza l?alimentazione riducendo consumi e inquinamento; l?opera di ?pulizia? è perfezionata dall?adozione di una marmitta con catalizzatore a tre vie.
Il rinnovamento del motore è completato da un cambio a sei marce riprogettato per migliorare la precisione degli innesti, che sul vecchio modello aveva destato alcune critiche.

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Jog 50




Il Jog, 50 presentato dalla Yamaha al Salone di Parigi, è uno scooter concepito soprattutto per i teen-ager .
I 76 kg della versione raffreddata ad aria e i 78 kg di quella raffreddata a liquido lo rendono decisamente leggero, inoltre la pedana piatta, priva di tunnel centrale, offre abbondanza di spazio per le gambe del pilota, o per carichi ingombranti, mentre la sella, a soli 770 mm dal suolo, rende il nuovo Jog accessibile e confortevole per persone di tutte le misure.

La versione raffreddata a liquido ha il radiatore posizionato sotto la pedana, col doppio vantaggio di abbassare il centro di gravità del Jog (per aumentarne la maneggevolezza), e di posizionare le prese d?aria di raffreddamento in basso, lungo entrambi i fianchi, anziché sullo scudo anteriore, in modo da non rovinarne la pulizia delle linee.
Le ruote sono da 12? per migliorare la stabilità e l?assorbimento delle asperità che costellano gli asfalti cittadini; di sezione abbondante, con la loro abbondante impronta al suolo garantiscono maggiore aderenza, migliorando contemporaneamente sia la velocità in curva, sia la sicurezza in presenza di superfici scivolose.




Il freno a disco anteriore è da 190 mm e garantisce un?azione azione potente ed modulabile. Sicurezza e stile si incontrano di nuovo nel faro anteriore del Jog, multifocale, slanciato e aerodinamico, che incorpora le frecce anteriori all?interno della sua copertura trasparente.
Le dotazioni sono completate da un vano portacasco protetto da serratura, da un gancio per il trasporto di carichi sulla pedana, e da una copertura (opzionale) del quadro strumenti.
La nuova Yamaha R1.
Il motore della R1-2002 gode di significativi miglioramenti tra cui l'alimentazione ad iniezio
Il nuovo telaio in alluminio.
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