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I viaggi dei lettori

All'Elefanten con l'Italjet!

di Damiano il 17/02/2011 in I viaggi dei lettori

Follia o estremo coraggio? Il nostro lettore dal Lago Maggiore è andato al più freddo dei raduni in sella ad un vecchio "trike" di 125 cc. Tanti gli imprevisti, ma alla fine la meta è stata raggiunta

All'Elefanten con l'Italjet!
Il protagonista di questo itinerario
Eccomi qui a cercare di raccontare un evento che dai più viene considerato una follia... Tutto è cominciato quando per caso sono capitato nel sito dell' "elefante".
Prima foto: un BMW GS 1200 con le catene montate e tutto intorno una valle di tende impegnate a sopportare il peso di 20 cm di neve! Un brivido.... e non di freddo…Io ci vado!
Comincia così la ricerca del mezzo ideale.

Hai fatto anche tu un viaggio, una vacanza, un itinerario in moto che scatenano la libidine di un vero motociclista? Mandaci il racconto e le foto all'indirizzo: redazione@motonline.com
Al momento ho una BMW K LT, ma sarebbe come andare in macchina e onestamente sono troppo corto e la moto troppo pesante, in caso di neve sarebbe un suicidio!
Così penso ad un'endurina, che ne so, un XT 600, piccola leggera divertentissima ma sarebbe troppo facile e il bagaglio sarebbe limitato.
Ma io ho il triciclo!
Una specie di cartone animato, un vecchio Italjet Super Ranger dell'86 con motore e meccanica Piaggio, in pratica un' Apecar portato a 125 c.c. … Fermo però da 10 anni.
E' qui inizia l'avventura!
Decido di riesumarlo: smonta e rimonta più volte con l'aiuto di alcuni amici (Lauro, Alberto e Giannino che comunque non mancano ad ogni occasione di ricordarmi quanto sono folle!) fino a che riprende vita.
Alcuni giorni prima della partenza vengo contattato dai ragazzi del gruppo Ciaoadventur che mi propongono di unirmi a loro.
E' un sollievo: pensavo di essere fulminato solo io, ma loro sarebbero "saliti" con i Ciao della Piaggio!
Dopo qualche tempo mi avvertono che rinunciano per motivi di salute del padre di Ruggero, uno di loro che mi segue in tutto come una chioccia!
Il risultato? Sono da solo!
Giannino allora mi dice:

dai ci vengo io!
ok, ma sai cosa ti aspetta?
cosa vuoi che sia......?!!!

Sapete com'è finta? Si presenta con il suo Guzzi Ercole del '64.
Spettacolo! Ci sta pure la maggiolina!
Detto.... Quasi fatto!
La Maggiolina è montata con tanto di cuscini, materasso e coperte in lana.
Assaporo già le ronfate al calduccio!
All'Elefanten con l'Italjet!
Il 29 mattina, per una volta, non sono io ad essere in ritardo.
Alle 11.00 siamo a Verbania sul traghetto che ci porta a Laveno, proseguiamo verso Varese e poi Como dove si presentano i primi e per fortuna rari problemi: sono senza luci!
Il collegamento errato del faro scarica molto rapidamente la batteria.
Appena entriamo in Svizzera, cerchiamo un posto per la notte.
Domani mattina avviamento a spinta!
Il 30 affrontiamo il Passo del Maloja, raggiunto affannosamente da tutti e due mezzi alla folle velocità di 15/20 all'ora.
Lì troviamo una temperatura di -14 C°.
Dopo pochi km in direzione Saint Moritz iniziamo ad avere problemi a mani e piedi e le strade sono un vetro.
Entriamo in Austria, appena dopo la frontiera c'è un piccolo bar di un ragazzo il cui padre è sardo, qualcuno che parla italiano!
Ci rifocilliamo ed una volta rientrati in temperatura si riparte, direzione Innsbruck.
A Melleck ci ferma la polizia e Giannino deve tornare a casa: il rinnovo provvisorio della sua patente non è valido all'estero.
Dopo una multa di 50 euro viene invitato a rientrare in Italia e io a malincuore riprendo tutto il bagaglio che avevo sull'Ercole, saluto Giannino (arrabbiato nero!) e riparto.
Prima di Innsbruck mi fermo per la notte.
Al mattino la proprietaria della pensione mi aiuta a far partire il triciclo con i cavi: raggiungo Salisburgo e vi assicuro che attraversare questa città con questa specie di cartone animato cattura l'attenzione di molte persone.
Chi ride, chi indica, chi rimane perplesso… Ma chi se ne frega, io vado all'Elefantentreffen!
Lo si capisce anche da Bartolomeo, un elefantino di peluches ancorato al faro.
Dopo rettilinei infiniti e salite ripide da prima e seconda arrivo vicino a Passau dove sono costretto a rifermarmi. Arriverò domani!
Il mio pensiero va a Giannino costretto al rientro, a Ruggero e ai ragazzi del Ciaoadventur costretti a casa.
Sarebbe stato un bel gruppo… Dormo, è meglio!
All'Elefanten con l'Italjet!
La mattina seguente riprendo il viaggio con l'angoscia di arrivare troppo tardi, incontro altri bikers che hanno già preso la via del ritorno e grazie a loro intuisco la direzione della tanto agognata meta.
Dopo le ultime salite affrontate in prima inizio a vedere qualche moto parcheggiata. Porca vacca, ce l'ho fatta!!!
Mi trovo davanti al mitico Elefantentreffen, il 53.esimo.
Non so più che cosa pensare, c'è rimasta poca gente, gli organizzatori stanno già smontando ma trovo uno di loro che gentilmente mi accompagna nello stand e convince gli altri a darmi la targhetta, meritata, dopo 800 km alla media dei 30 all'ora.
Si guardano in faccia perplessi, borbottano qualcosa e mi fanno capire di lasciare una mancia per il caffè.
Gli sgancio 20 euro e ritiro l'adesivo e la mitica spilla.
In un attimo sparisce la tensione, la stanchezza e il pensiero torna a tutti i ragazzi con cui avrei dovuto fare questo viaggio.
Poco dopo mi arriva un messaggio da Ruggero: "Mio papà se ne è andato".
"Mi spiace Ruggero, questa avventura la dedico a lui" .
Un lungo respiro, un saluto all'organizzatore che ho conosciuto ed ad alcuni italiani in procinto di rientrare e via verso casa, con ancora i piedi congelati.
Seguo gli ultimi bikers che però si dirigono verso l'autostrada, a me tocca la statale.
Spremendo senza pietà il "biroccio" raggiungo Salisburgo ormai all'imbrunire.
Mi fermo in una pizzeria dove l'unica cosa di italiano che c'è oltre al nome è la musica (lirica!) e con nonchalance mi metto a parlare in italiano chiedendo dove avrei potuto pernottare.
Dopo un istante di esitazione mi rispondono in tedesco: ci sono rimasto male!
Mi faccio capire a gesti e il proprietario inizia gentilmente la ricerca del mio lettino!
In 30 minuti non so quante telefonate a vuoto così quattro ragazzi si offrono di accompagnarmi in una pensione nei pressi dell'aereoporto.
Finalmente in camera..... doccia bollente… e che sete!
Però la bottiglia d'acqua che avevo nel baule era un blocco di ghiaccio.
Va beh, berrò domani!
Cerco di rilassarmi ma il mio stomaco mi ricorda che sono più di 24 ore che non mangio, lo farò domani, adesso dormo!
Al risveglio salto subito in sella e con le indicazioni fornitemi dal gestore, un po' a spanne, riesco ad arrivare ad Innsbruck.
Nonostante il vento gelido che senza nessuna pietà soffia in direzione opposta arrivo in dogana: mi viene da piangere!
Il poliziotto mi chiede dove sono diretto, "Ma le hai le catene? Verso Saint Moritz sta nevicando molto!" gli rispondo: "Si, sono davanti sul parafango!" Ormai senza luci, al primo albergo che trovo mi ci infilo e qui riesco finalmente a mangiare.
Nonostante la stanchezza, la tensione, i pensieri, il ronzio del motore e i panorami incantevoli che ho visto non riesco ad andare a dormire.
Appollaiato sulle scale, sotto le stelle (e al freddo) mi gusto fino in fondo un bel toscano al caffè.
Devo proprio andare a dormire, domani sarà lunga!
All'Elefanten con l'Italjet!
Sono le 8.00, finalmente c'è luce e posso ripartire.
Percorro i primi km con il casco aperto e l'aria gelida sul viso mi riporta alla cruda realtà, ho un mare di km da fare prima del confine italiano e intanto si mette a nevicare e le strade si imbiancano rapidamente.
Sempre arrancando, un po' per la salita e un po' per la neve, arrivo al Passo Maloja da dove poi comincia la discesa verso il confine.
La strada è pulita ma dopo pochi km il motore si ammutolisce, senza pensarci troppo cambio la candela e riparto.
A Vicosoprano si ferma ancora, questa volta non riparte. Al terzo passaggio l'autista di uno scuolabus si ferma e mi chiede se ho bisogno di un meccanico.
Cinque minuti dopo arriva un ragazzo che mi traina fino in officina ma ormai è mezzogiorno e decidiamo di andare a mangiare.
In Italia: finalmente si mangia bene!
Tornati in officina mettiamo sotto carica la batteria e comincia la ricerca del guasto.
Il connettore che dall'alternatore va al regolatore è bagnato, lo asciuga lo isola e posso ripartire.
Ormai sono le 15.00 ma voglio arrivare a casa!
A Chiavenna inizio ad avere caldo ma non mi voglio fermare così tiro fino a Como dove mi tocca la sosta per la benzina e per far tornare la circolazione al sedere.
Riparto in fretta, sono di nuovo senza luci e comincia a diventare buio.
Raggiungo Varese nell'ora di punta, resto in coda fino a Laveno dove mi infilo sul primo traghetto per Verbania.
Durante la traversata contatto Ruggero che si fionda con sua figlia e Paolo ad aspettarmi all'attracco.
Vengo accolto come un mito!
L'adrenalina e i pensieri si sprecano, strette di mano e pacche sulle spalle... Ce l'ho fatta!
In quel momento è passato tutto, stanchezza, angoscia, freddo, più niente: solo la voglia di raccontare.
Ciò che ho vissuto in questi giorni durante il viaggio non lo so descrivere a parole, ma credetemi è stata un'emozione dall'inizio alla fine!
Voglio ringraziare tutte, ma proprio tutte le persone che mi hanno aiutato a realizzare questo sogno: grazie grazie grazie!!!!
All'Elefanten con l'Italjet!
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