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I viaggi dei lettori

MotoLibia!

il 16/02/2005 in I viaggi dei lettori

Due coppie per tre moto in viaggio in un paese ancora inesplorato: la terra di Gheddafi tra cammelli, dune e siti archeologici vista dalle due ruote

MotoLibia!

di Raffaella



16.10.2004
Alle 13.30 ci vediamo al casello di Albisola con Riky & Antonella. I due bisonti (Honda Varadero & BMWGS1200) con i tre bauli da traversata sahariana e Fazerino con solo bauletto posteriore come quando si va in ufficio tutti i giorni, e si parte. La prima tappa è brevissima, km 49 fino al porto di Genova per imbarcarci sulla Carthage diretta a Tunisi.

Le ore di traghetto sono sufficienti per pregustare la vacanza, sfogliare le guide e ripassare l’arabo con la Anto. Siamo così brave che quando torneremo prepareremo un corso di arabo in audiocassette. Il mare è piuttosto agitato e la Pippi soffre di mal di pollo, o meglio “elam d’ollop”! Da Genova allo sbarco le code sono quattro: controllo Polizia di porto; cena al self-service (iniziato ieri Ramadam e la folla di tunisini affamati non è la miglior compagnia in coda al ristorante, dove ci siamo trovati in mezzo ed era troppo tardi, non si riusciva neanche a tornare indietro); timbro di sbarco in nave per noi e le moto; coda per scendere nella stiva e recuperare le moto.

17.10.2004
E’ il compleanno di Riky, allo sbarco sorpresa controlli veloci e ci allontaniamo in fretta da La Goulette. Prendiamo la strada per Kairouan e fino ad Hammamet, è piena di buchi e di pazzi con ogni mezzo (auto, scooter, bici, calessi ecc.) Poi migliora, viaggiamo un bel po’ in un meraviglioso tramonto rosa e poi al buio. Dopo soli 160 km eccoci a Kairouan, troviamo subito l’albergo (Continental alle porte della città) e ci fiondiamo a cena prima che chiuda la cucina… e rimandiamo a domani il giro nella Medina. Non posso credere di aver portato Fazerino in terra africana!

18.10.2004
Nella cronaca di ieri ho tralasciato di dire che ci siamo infilati strada facendo con tutte e tre le moto dentro un mercatino locale di frutta e verdura, e intendo proprio dentro tra una bancarella e l’altra. Purtroppo niente foto... tutti toccavano noi e le moto e un ragazzino è salito sulla moto di Davide per farsi portare… non era il momento di fermarsi per inquadrare e scattare!
Stamattina alle 7 abbiamo fatto una colazione atipica con uno strano caffelatte, pane e burro, brioches del Ramadam passato e uova sode. Per fortuna il loro pane è buonissimo. Poi giro della Medina, visita alla Grande Moschea e partenza per Ben Guardane, verso la Libia, percorriamo 381 km. Tappa “merenda/pranzo” a Gabes dove dopo aver girato l’oasi con le moto (un po’ deludente come è tenuta) abbiamo comprato delle banane al mercato e del pane in una boulangerie self-service (sembrava di essere nel retro di un forno dove ognuno tastava e si prendeva il pane dalle rastrelliere di metallo con i vassoi e poi andava alla “cassa” a pagare). Poi con le moto sulla passeggiata al mare abbiamo consumato banane, pane e i Tobleroni acquistati sulla nave. La spiaggia bianca di dune e il mare azzurro con le onde lunghe: favoloso!
Da Gabes abbiamo costeggiato un semideserto rossissimo con della vegetazione bassa, sosta acqua (niente birra perchè c’è Ramadan) in mezzo al nulla. Bellissimo!
Infine eccoci a Ben Guardane, città di confine. Albergo fuori fatiscente, dentro pulito e confortevole. Abbiamo paura che se soffia troppo vento, crolli. Il nostro amico dell’albergo che parla un francese che capisco solo io (?) ci scorta dopo la doccia al ristorante La Piramide, dove ci facciamo una zuppa piccante (ecco dove finiscono quelle montagne di peperoncini che abbiamo visto lungo la strada) e pollo arrosto, mentre un tunisino , tal Samir di Scusse, ci spiega che ben altra è la cucina del paese fuori dal Ramadam e ci invita a cena sulla strada del ritorno (ha vissuto a Milano e vendeva ricambi di auto!). Ci consiglia anche un bar dopo cena dove ci facciamo un paio di tè ai pinoli, alle mandorle, noir simple e ci fumiamo la Shisha in un ambiente gradevolissimo in stile “arabo-carino”, fontana e pavimenti in marmo e camerieri in livrea. Diamo al locale la palma d’oro anche perché il resto della città è fatto di banchetti per il cambio noir e alberghetti più fatiscenti del nostro. Questo posto di illegalità legalizzate (cambio e benzina che arrivano dalla Libia) è l’ultima tappa tunisina. Domani abbiamo appuntamento al confine con la nostra guida libica e la nostra avventura continuerà nell’altro Stato.

19.10.2004
Siamo partiti da Ben Guedane verso le 8 del mattino preparati a una lunga attesa alla frontiera libico-tunisina. Grazie alla mia amica burocratica che con un ampio sorriso precettava i doganieri nullafacenti e gli metteva in mano i nostri passaporti per le pratiche e i vari timbri, in mezz’ora abbiamo passato la frontiera tunisina quasi senza fare code (o meglio passando avanti a file di macchine che rispettavano senza batter ciglio i lunghissimi tempi di attesa senza che ci fosse un vero motivo, visto che su venti poliziotti di confine uno solo faceva le pratiche e con una lentezza esasperante). Dalla parte libica ci aspetta Bacshir che, scortato da me e la Anto, ha girato tre uffici (nel primo 15$ di mancia, nel secondo 30€ per le assicurazioni locali, nel terzo 110 dinari libici a moto per le targhe), poi sosta in banca per cambiare i soldi. Dopo solo due ore e mezzo siamo in possesso delle targhe che leghiamo con gli elastici sopra le nostre ed entriamo in Libia. Subito l’impatto è stato un po’ stressante perché la strada era solcata da buche profonde, guidano come dei pazzi in tutte le direzioni e Bacshir con la jeep davanti a noi si è messo sui 120 km/h fissi! Però sulla sinistra si intravedeva un mare azzurrissimo e una spiaggia dorata, poi la strada si è fatta sempre meno trafficata e alla prima sosta benzina è tornato l’entusiasmo: 0,07€ al litro! Praticamente il pieno alle tre moto, circa 55litri, ci costa 4€!

Prima sosta acqua ed eliminazione delle maniche della giacca, comincia davvero a fare caldo e mi guardo intorno. Man mano che ci avviciniamo a Ghadames il paesaggio muta. La prima emozione fuori programma è stato l’incontro con i cammelli, qualcuno attraversa la strada, altri ci osservano guardinghi mentre facciamo le foto. Poi il deserto continua a stupirci con le sue mille forme, dal pietroso a quello con bassa vegetazione, alle vere e proprie dune di sabbia che tirano a mangiare l’asfalto e te le ritrovi sotto le ruote che occupano le corsie. E poi i colori dal beige al rosso alle dune dorate sotto il sole battente e rosa del tramonto. Poi dopo il tramonto un altro incontro ma questo decisamente inquietante, sciami di locuste volanti ci hanno attraversato la strada sbattendo contro le moto, caschi e ahimè anche sulle braccia seminude. Avevo sottovalutato la piaga d’Egitto! Abbiamo poi scoperto che arrivano dall’Algeria e dal Mali e sono davvero una maledizione. Per fortuna al buio spariscono, quindi il viaggio è continuato nel buio più completo e mi sono sentita veramente in viaggio in mezzo al nulla. Dopo 80 km di notte nera, in lontananza le luci dell’oasi di Ghadames. Km totali del giorno 609, di cui 500 sotto un caldo torrido. La sosta più bella di oggi è stata Nalut, paese in “montagna”, otto tornanti ci hanno portato a 600 mt di altitudine dove abbiamo visitato un granaio fortificato molto bello. Abbiamo ancora la forza di fare una doccia nell’albergo migliore della città (semplice e pulito anche se non proprio nuovo) e mangiare finalmente il kebab dopo la mitica zuppa piccante e l’insalatina di pomodori e cetrioli. Poi distrutti tutti a nanna.

20.10.2004
Oggi le moto riposano.
Giornata di sole splendido, al mattino visita guidata alla città vecchia di Ghadames (assolutamente da non perdere) e pomeriggio relax nella “casabella” dove passiamo la seconda notte, molto meglio dell’albergo.

Alle 17.30 andiamo sulle dune ad aspettare il tramonto e dopo il vero tè del deserto. Cena in una casa tipica nella città vecchia (zuppa, insalatine, cuscus con zucca, patate, peperoni, e cammello!) seduti per terra nella stanza principale scalzi e sui tappeti, poi giro sui tetti sotto il celo stellato e ultimo tè in locale tipico. Domani la sveglia è alle 6, ci aspettano 800 km, il pieno già fatto stasera.

21.10.2004
Colazione nella “casabella” alle 6.30 e alle 7.00 pronti sulle moto verso il deserto. Usciti dalla città l’aria si fa fresca (fredda?) e rimpiango di non aver messo la maglietta a maniche lunghe (per esserne poi felice dopo le 12) e fa immaginare l’escursione termica nel deserto. Il cielo va schiarendosi e dopo mezzora ci fermiamo davanti all’alba che mi emoziona più del tramonto forse perché è arrivata inattesa e non l’abbiamo cercata, eppure è stata Jamila Juddar (fantastica!).
Il fresco dura ancora e si viaggia proprio bene, tiriamo un po’ le moto finché la strada è libera. Rallentiamo alla vista dei primi cammelli. La prima sosta e il sole è già caldissimo ma non possiamo perderci il granaio fortificato di Kabaw e poi ancora meglio conservato di Quasr al Hajj. Dopo il nulla per svariati km e riusciamo a mangiare qualche biscotto e bere succhi e acqua tiepida solo alle 15 (con la Pippi e Davide che danno segni di cedimento ma si quietano con un po’ d’acqua e ombra). Poi tiriamo ancora 230 km e siamo vicino alla meta, Leptis Magna. Arrivare dal deserto e trovare il mare è una strana impressione, anche il clima muta velocemente e ci troviamo con le braccia umide di salino e l’aria fresca che ci corrobora. L’albergo è più che dignitoso e il ragazzo che ci accoglie molto gentile ci appresta un garage nel ripostiglio della cucina dove lasciamo le moto assieme a farina, uova ed altri generi alimentari. Dopo la doccia, cena.
PS. albergo+cena+colazione 6€ a persona!

22.10.2004
Oggi c’è il tappone fino a Bengazi 895 km! strada-moto-strada-moto…
La trasferta è stata “tecnica” per raggiungere la partenza delle aree archeologiche, ciò non toglie che anche in mezzo al nulla ci fosse questo deserto mutevole che arriva fino al mare e fa intravedere spiagge dorate piene di dune, qualche oasi con le palme ed un mare azzurrissimo. Quando la percorreremo al ritorno ci siamo ripromessi un bagno! La strada è abbastanza buona e poco trafficata ma a Bengazi sono pazzi da legare per come guidano. Bisogna avere mille occhi e più che mai la regola qui è “nessuna regola”. Il codice della strada, il senso di marcia, i sorpassi tutto lasciato all’ispirazione del momento su un asfalto liscio e bagnato di salmastro. In questo tragitto sono molti i controlli di polizia anche se, come in Tunisia, controllano rigorosamente i documenti, ma non ci fanno togliere il casco! Senza contare che le targhe che ci hanno dato e che abbiamo plasticato sulle nostre sono tanto vecchie da essere illeggibili. Oggi una pattuglia che abbiamo incontrato e che andava in senso opposto è tornata indietro (forse per vedere le moto) e ci ha fermato con aria seria controllando le targhe e facendosi dire le marche delle moto e poi sono ripartiti suonando clacson e sirena con lampeggianti facendo ciao con la manina. Ieri invece dei tipi da una mercedes con il tettuccio apribile ci facevano le foto mentre andavamo! splendidi!
Il clima sulla costa è decisamente gradevole anche se la mattina e la sera molto umido. Oggi alle 7.30 abbiamo attraversato 80 km di nebbia bagnata (condensa o rugiada?) che ci ha ricordato quella di San Diego (California) con dietro il sole luccicante. Non ho neanche tolto per tutto il giorno le maniche della giacca, il caldo secco desertico penso sia proprio passato. Comincio ad avere appetito, d’altra parte stiamo facendo quasi anche noi il Ramadam, colazione prima dell’alba, una banana e pane a pranzo e poi nulla fino a dopo il tramonto. Vediamo cosa offre questo albergo da 20 dinari a stanza doppia (12€!).

23.10.2004
Oggi faremo solo 365 km, giornata in scioltezza!

Siamo partiti alle 9 da Bengazi per andare ad Al Bayda. Prima tappa Tolemaide (finalmente archeoLibia): dopo aver tolto i pantaloni da moto e messo i bermuda, iniziamo la visita del piccolo ma interessante museo e zona archeologica. Il clima era ideale, assolato ma ventilato, e salire e scendere dai resti (bello il Palazzo delle colonne) per fare le foto non è faticoso. Molto divertente anche incunicolarsi nelle cisterne come dei topini (corridoi paralleli sotterranei tutti collegati tra loro) e ancora arrampicarsi sulla cattedrale bizantina e salire sui gradini dell’Odeon dove abbiamo espresso al meglio il nostro stato di “Menadi danzanti” (ninfe che ornano la fontana custodita nel museo). Poi abbiamo fatto un ottimo e abbondante nonché economico (10 dinari in quattro) pranzo sulle panche di pietra antistante l’ingresso del museo a base di panini con tonno e frittatina, olive, pollo alla brace, insalata di pomodori e cetrioli, un melone dolcissimo tagliato a cubetti e già sbucciato, il tutto all’ombra degli ulivi con una dolce brezzolina. “mia mia” (ovvero, “perfetto” al cento per cento in arabo). Dopo visita a Qsar Libya, un museo con bellissimi mosaici presi dalla cattedrale bizantina fortificata accanto. Infine panorama da Ras Ilà (Ilà, “falce di luna”, come sembra infatti il golfo). La strada non asfaltata è in mezzo ad una sorta di canyon, è stata proprio bella ma scesi sulla costa Bacshir ci ha portato a quello che per me è stato il pezzo forte della giornata: un’altra cattedrale bizantina molto ben conservata con belle colonne e marmi eleganti in una posizione mozzafiato a picco sul mare. Alle 18.30 arriviamo in albergo e questa sera le moto dormono: la mia in uno studio di avvocati, quelle di Davide e Riky in un sottoscala, certo ieri sera era stato uno sballo parcheggiarle nella reception dell’albergo!


Dopo la doccia spalmati di nivea facciamo il confronto delle nostre abbronzature! Davide ha esattamente l’abbronzatura della maglietta (scollo compreso) e un polso ustionato (quello dell’acceleratore), io ho il segno delle maniche corte ma soprattutto due strisce scurissime sul polpaccio dove finiscono i pantaloni da moto e prima che inizi lo scarponcino!

24.10.2004
Giornata tranquilla e archeologica.
Partiamo da Al Bayda appena svanita la nebbia per visitare Cirene, area archeologica piuttosto estesa, così Bacshir ci porta all’ingresso nord del quartiere dell’Agorà dove lasciamo le moto (ovviamente non nel parcheggio delle auto e pullman ma dentro al sito, cosicché i guardiani del sito facciano la guardia anche alle moto). Partendo da qui dopo l’Agorà visitiamo anche il quartiere di Apollo, passando a vedere l’acropoli che però ci delude, sono pochi i resti. Alla fine dell’Apollion più a sud, Bacshir ci recupera con la jeep e ci porta alle moto che guidiamo senza casco per pochi km (o metri?) fino al tempio di Zeus (bello anche se ricostruito da archeologi italiani). Quindi alla volta di Apollonia (appena fuori dal sito sulla strada dalle moto guardiamo la necropoli, bella adagiata sui fianchi della collina). Apollonia è proprio sul mare e facciamo un bagno sotto le colonne della basilica bizantina occidentale, ha dell’incredibile, un archeotuffo. Tornando indietro passiamo dal punto dove è stato giustiziato il “Leone del Deserto”, eroe libico ucciso dagli italiani e dove c’è un ponte di ferro costruito per volere di Mussolini. Dentro di me simpatizzo sicuramente per il “Leone”. Un panino al volo sulla strada che torna verso il mare (vista bellissima) e alla volta di Bengazi. Doccetta e ristorante in centro (il migliore fino ad adesso : shorba, pane arabo con salsina, kebab e spiedino di pollo, tè) poi subito a nanna, domani partenza alle 7.30 e ritorno verso Tripoli (Leptis Magna circa 900 km).

25.10.2004
Oggi altro (ultimo) tappone di 901 km fino ad Al Khoms di cui gli ultimi 100 sono stati i più lunghi della storia!
Casco ricoperto di moscerini, al buio totale a 120km/h con le auto che sbucavano ovunque (qualcuna anche contromano) e pedoni che all’improvviso attraversavano. Ho alzato la visiera (che ogni tanto si richiudeva spinta dall’aria rispedendomi al buio) e le macchine che viaggiavano ai lati della strada alzavano la sabbia del deserto che finiva negli occhi. Ma andiamo con ordine!
Partiti dal mega albergo (abbiamo fatto uno strappo alla regola) alle 8.30 ci siamo messi in cammino, dopo 400 km decidiamo di concederci un tuffo in mare e un locale ci indica (anzi ci fa strada) una deviazione sterrata per raggiungere le dune bianche e il mare (che qui è veramente bellissimo). Dopo 4-5 km di sterrato compatto cominciano un po’ di pietrai ma le moto si comportano bene (Fazerino slitta un paio di volte ma resta in piedi!), poi Davide si arena su una cunetta di pura sabbia e gli si pianta la moto (leva del freno piegata verso l’esterno per cui utilizzabile). Io vorrei lasciare qui la moto (sulla sabbia proprio non me la sento) ma Bacshir dice che non è sicuro e Davide me la porta al di là della sabbia dove ricomincia la pietra. Poi altra duna di sabbia, Davide vola e stavolta prende una botta sulla pietra e si sbuccia un braccio e tibia (per fortuna era tutto vestito da moto e con il casco), io a questo punto non intendo più andare avanti anche se mancano circa 60-100 metri. Medico Davide e ce ne torniamo piano piano sull’asfalto mentre gli altri fanno il bagno. Poi dopo 10 km non contenti riproviamo in un punto che sembra più accessibile. Niente da fare, questa volta mi insabbio io e più accelero e più mi insabbio. A questo punto decidiamo di proseguire verso Al Khoms. La sciocchezza ci costa in termini di tempo e di stanchezza ma andiamo sereni sul nostro, pur pieno di buche, asfalto. Il tramonto che incontriamo è bellissimo ma appena fa buio comincio a sentire la stanchezza e mi tendo, da qui gli ultimi 100 km.
Bellissimo lungo la strada incontrare gli amici cammelli, addirittura trasportati sul rimorchio di un camion tutti vicini con le teste che spuntavano fuori, sereni e ci guardavano.
A cena siamo andati accanto alle rovine di Leptis Magna, solito menù. Rifocillati e stravolti andiamo a nanna.

26.10.2004
Oggi è il giorno dell’incredibile Leptis Magna !!! Percorriamo soli 134km.



Leptis è da togliere il fiato, ci siamo fatti anche aprire le terme dei guerrieri dove i gruppi di pullman non sono nemmeno venuti. Poi in moto, braghette corte e niente casco siamo andati al Circo Massimo, anche questo stupendo, poi alla volta di Tripoli. Arrivati sul lungomare della capitale è stato subito feeling. Il primo impatto con il mare sempre azzurrissimo, poi il grande porto su cui si affaccia prima la città moderna, poi la piazza Verde e le mura della Medina sovrastate dal castello. Sorpassata la Medina sempre sul lungomare siamo arrivati al nostro hotel circondato da grattacieli (in parte alberghi in parte uffici). Abbiamo mollato tutto, moto e bagagli, e ci siamo presi un taxi per piazza Verde. Giro della parte nuova e cenetta (col tassista che se non può portarti scende ad accompagnarti a piedi…), poi dopo le 20, visto il Ramadam, giro per la Medina.
Tripoli mi è piaciuta tantissimo! Sai com’è con le grandi città, o le ami da subito o puoi imparare a conoscerle ma non sarà mai la stessa cosa. E’ una città viva e accogliente, un po’ come i libici che abbiamo incontrato fino ad ora. Probabilmente siamo venuti in tempo, prima del turismo di massa, e spero che non cambino i lati belli di questo paese. La cosa shoccante è che non valorizzano le incredibili bellezze che hanno (forse unica eccezione Ghadames). I siti archeologici sono tutt’ora da scavare (a Tolemaide si poteva scoprire con le mani liberandoli dalla terra bellissimi mosaici solo parzialmente visibili), Leptis Magna è in gran parte ancora sotto la sabbia, le dune bianche traboccano in molti punti di spazzatura, ed il mare bellissimo è alla portata di tutti e nessuno ci va. Un’intera costa di 1800 km a disposizione. Domani dopo l’ultimo sito archeologico (Sabratah) lasceremo la Libia con la voglia di tornarci di nuovo!

27.10.2004
Lasciamo Tripoli alle 9, ma prima di andarcene dalla Libia tappa a Sabratah ed è una buona scelta, anche se dopo Leptis nulla può stupire, apprezziamo il teatro veramente bello e ben ristrutturato dagli archeologi italiani nel dopoguerra. Girelliamo tra le rovine passando per le terme, il faro, i vari tempi e dal mitico mausoleo B (e quello A e quello C?). Faccio un giro veloce per il museo punico (sarà che non me intendo ma non è un granché) e per quello romano (belle statue e mosaici), due commenti con custode in arabo e poi via.
Arriviamo al confine e ce la caviamo bene con le pratiche burocratiche (ormai siamo esperti) e salutiamo Bacshir.
Ci divertiamo molto al cambio in nero con i tunisini da una parte della grata della dogana e noi dall’altra a contare mazzette di dinari.
E così ce ne andiamo dalla Libia.

Optiamo per una piccola tirata fino a Sfax e facciamo bene perché alle 18.30 ora tunisina (19.30 libica) approdiamo all’hotel Tyna, molto carico e in stile tunisino. Cena in un bar con buoni panini e piadine con tutto dentro, l’immancabile tè e un piccolo giro nella Medina che è decisamente più bella fuori (la grande porta e le mura) che dentro (tutto chiuso!). Oggi 498 km, 25 litri di benzina di cui 10 costati ben 10 dinari (finita la pacchia libica).
Da ricordare: doganieri libici che dicono “ciao belli”, la nostra disinvoltura con l’arabo (possiamo ordinare tè,pane e qualche frutto) e con le pratiche sdoganamento.



28.10.2004
Partiamo da Sfax con destinazione Cartagine, percorreremo 285 km.
Partenza ore 9, prevediamo poca strada così decidiamo di non fare l’autostrada, ma passiamo per un sacco di paesini perdendo troppo tempo, così ritorniamo sulla decisione e ci buttiamo in autostrada. A un certo punto incrociamo la strada dell’andata e riconosciamo il porto di Rades, tra Rades e La Goulette prendiamo un traghetto (4minuti di tragitto) e superato il porto ci dirigiamo a Cartagine. Qui l’albergo è piuttosto confortevole e domani prima di imbarcarci speriamo di prendere un po’ di sole in piscina (sempre che sia bello visto che il clima è cambiato). Dobbiamo accontentarci di vedere le rovine dall’alto e da fuori visto che con il Ramadam hanno chiuso 2 ore prima! Allora optiamo per un giro a Sidi Bou Said che è un paesino arabo molto grazioso abbarbicato su una collina, tutto bianco con bellissimi portoni, peccato l’invasione di turisti a cui non siamo abituati.
Doccia e cena, l’ultima in terra d’Africa, domani a mezzogiorno dobbiamo essere al porto per imbarcarci.

29.10.2004
Mattinata a girellare, e poi a mezzogiorno imbarco per la traversata verso Genova, stavolta mare tranquillo e siamo stati tutti bene.

30.10.2004
Arriviamo a Genova puntuali alle 13.00, scendiamo dalla nave e la temperatura è molto più fresca rispetto all’Africa. Arrivati al casello di Albisola salutiamo Riky & Anto splendidi compagni di viaggio, e torniamo a casa con ancora negli occhi tutte le meraviglie che abbiamo visto. Chilometraggio

16.10 Savona-Genova (traghetto per Tunisi) ore 15.00 km 49
17.10 Arrivo a Tunisi alle 14.00-Kairouan km 160
18.10 Kairouan-Ben Guerdane km 381
19.10 Ben Guendane-Ghadames (Libia) km 610
20.10 Ghadames
21.10 Ghadames-Al Khoms km737
22.10 Al Khoms-Bengazi km 895
23.10 Bengazi-Al Bayda km 365
24.10 Al Bayda-Bengazi km 280
25.10 Bengazi-Al Khoms km 902
26.10 Al Khoms-Tripoli km 132
27.10 Tripoli-Sfax (Tunisia) km 497
28.10 Sfax-Cartagine km 290
29.10 Cartagine-La Goulette (traghetto per Genova 14.00) km 20
30.10 Genova-Savona km 49

Totale km 5367

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