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Marche

Marche: da Amandola a Sarnano

Un itinerario, di oltre 200 km a cavallo tra l'Umbria e le Marche, che ci porta a scoprire lo splendido Parco dei Monti Sibillini. Gallery fotografica e road book da scaricare

Marche: da Amandola a Sarnano
La strada corre nel verde prima di arrivare al bivio per la forca di Presta, nelle belle giornate la vista spazia fino al mare Adriatico

Diciamolo subito, ci sono degli "ingredienti" che in un viaggio in moto, degno di questo nome, non possono di certo mancare. Primo tra tutti delle belle strade, meglio se poco trafficate, con un asfalto in buone condizioni e disseminate di curve. Se, poi, queste strade si snodano tra montagne incantevoli, prati fioriti, laghi e valli da cartolina, ecco il secondo ingrediente, il paesaggio.

L'elemento naturalistico, infatti, è una delle attrattive maggiormente ricercate dai vacanzieri, motociclisti e non, che partono alla ricerca di luoghi da sogno, dove svagarsi e trascorrere piacevoli momenti di relax. Un altro aspetto da non trascurare, quando si è fuori casa, è la cucina, soprattutto tra noi motociclisti, che dopo centinaia di chilometri tra pieghe e rettilinei non disdegniamo certo una bella mangiata con gli altri biker, a base di prodotti locali, condita con vino o birra che sia, da gustarsi chiaramente a fianco alla propria amata, la moto, che a volte "siede" poco distante dalla fidanzata o dalla moglie, dipende…
Belle strade, paesaggi incantevoli e buona cucina di certo non mancano tra i luoghi visitati in questo itinerario, che si snoda a cavallo tra l'Umbria e le Marche, tra lo splendido Parco dei Monti Sibillini.



di quest'avventura su due ruote è Amandola, una cittadella di poco meno di 4.000 abitanti situata in una splendida posizione panoramica sul versante sud orientale dei Monti Sibillini. Adagiato sulla sommità di tre colli, l'abitato storico, risalente al 1250, è caratterizzato da solide strutture in cotto ed è ricco di monumenti di interesse architettonico.
Vale sicuramente una visita la Chiesa di S. Francesco (XIII-XV sec.): l'interno ha una navata unica che si apre di fronte all'abside da cui spicca l'imponente Cristo Re bizantino del XIII secolo e la Chiesa di S. Agostino, che possiede un portale realizzato dallo scultore Marino Cedrino di Venezia. Ma a parte per le sue bellezze architettoniche, Amandola è conosciuta soprattutto per la lavorazione e il restauro del legno e dell'antiquariato, oltre che per la produzione di tartufi e per la fiera che ogni febbraio-marzo viene dedicata a questo squisito tubero.
È da questo vivace paesino che seguendo le indicazioni per Montefortino si può percorrere una strada poco trafficata e immersa nel verde del Parco Nazionale dei Monti Sibillini; il traffico ridotto e un paesaggio circondato da colline di varie tonalità di verde rende il viaggio particolarmente piacevole attraverso parte di questo bellissimo parco, nato nel 1993, con oltre 50 cime di montagne che superano i 2.000 metri.
Si oltrepassa il centro di Montefortino, che conserva ancora intatte atmosfere d’epoca, con le strette vie, le case in pietra e cotto e una splendida Pinacoteca, ricca di pregevole opere, frutto della collezione del pittore Fortunato Duranti.
Da qui una strada che segue il corso del torrente Ambro, dopo circa 6 km., conduce al Santuario della Madonna dell’Ambro, che pare sia stato edificato in seguito alla miracolosa apparizione della Vergine, mentre un’altra porta alla Gola dell’Infernaccio. È una strada bianca, sterrata e in discesa, piena di buche e “dossi” che possono causare qualche difficoltà ai motociclisti che si avventurano con moto stradali. Per fortuna la mia maxienduro non teme certo percorsi accidentati e da “fuori strada”, anzi mi diverto alla grande, ma dopo poco, di fronte ad una sbarra che blocca il passaggio, sono costretto a parcheggiare e a proseguire a piedi.
Una passeggiata di circa un chilometro, sotto un sole cocente, che mi porterà dritto e senza vie d’uscita nella Gola dell’Infernaccio.



Dal nome sembra un luogo degno dei gironi dell’inferno di Dante, ma invece si rivela un percorso naturalistico particolarmente gradito, anche perché una volta raggiunto il fiume Tenna è possibile refrigerasi all’ombra della vegetazione fitta e rigogliosa che ricopre le pareti scoscese dei monti e immergere i miei poveri piedi, “quasi cotti” dagli stivali da moto, nelle acque gelide del Tenna.
Mentre mi rinfresco mi guardo intorno e osservo una vegetazione che per certi aspetti mi pare cupa e un po’ tenebrosa. Non per niente nel XV-XVI secolo in tutta Europa i Monti Sibillini furono dipinti come terra di fate, negromanti e orrori di ogni genere.



Due sono i luoghi che hanno generato tante leggende: il Monte Sibilla, regno, per alcuni, della “illustre profetessa”, per altri, della “Circe ammaliatrice associata col demonio”; e il “demoniaco” Lago di Pilato dove, secondo la leggenda, scomparve, trascinato da una mandria di bufali, il corpo del famoso procuratore romano.
Dunque, un mondo fantastico che ha affascinato da sempre artisti e scrittori, ma anche un luogo aspro e selvaggio, che conserva preziosi elementi naturali.
Ancora qualche momento di relax e poi mi dirigo verso la moto, per rimettermi in sella e percorrere a ritroso la strada bianca, per poi svoltare a sinistra in direzione Montegallo.
Il tragitto si snoda per diversi chilometri tra le linee sinuose delle colline, dove il verde cambia mille volte di tono, e il giallo lascia spazio all’ocra, al ruggine al marrone, al bruno dei campi coltivati che si aggregano in molteplici forme geometriche in una sorta di vasto mosaico.
Un paesaggio davvero splendido, soprattutto da percorrere e osservare in moto, andando piano, e concedendosi il lusso, anche grazie ad un traffico praticamente inesistente, di scrutare senza fretta il territorio.


Dopo Montemonaco la strada prosegue con una bella serie di tornanti, l’asfalto è buono, e ci si può concedere qualche piega; dopo poco si incontra Montegallo, una piccolissima cittadella di villeggiatura dalla quale però è possibile incamminarsi in numerosi e splendidi sentieri. Infatti, alle spalle di questo comune si erge maestoso il Monte Vettore (2476 m.), il più alto del massiccio dei Monti Sibillini.
Seguendo le indicazioni per Castelluccio praticamente si gira intorno al Monte Vettore e ci si ritrova sotto il versante occidentale, quello Umbro, che comprende gli splendidi Piani di Castelluccio composti dal Piano Grande e il Piano Piccolo. Insieme ai meno estesi Piano Perduto (perduto appunto da Norcia durante una contesa con Visso) e Piano dei Pantani, formavano in passato il bacino di un lago le cui acque finirono in un inghiottitoio (presso l’incisione carsica dei Mergani, nel Piano Grande), tuttora attivo, il cui sbocco resta sconosciuto.


Il Piano Grande è di una grandissima attrazione nel periodo di fioritura, che qui ha luogo generalmente a fine giugno: un tappeto di fiori talmente spettacolari da essere noto con l'appellativo di Fioritura dei Piani. Un tripudio di colori, ma anche un'esplosione di profumi inebrianti; tutti i sensi sono, appagati dalla visione della fioritura.
Papaveri, fiordalisi, margherite, ma su tutto il fiore che la fa da padrone è quello della lenticchia, largamente coltivata in questa zona e vera “regina” della piana, perché oltre ad essere bella è anche buona.
Festival tartufo bianco
Alla fine di ottobre nella Piazza di Amandola si può degustare e acquistare il più pregiato tubero dell'entroterra Sibillino: il tartufo! Da vari stand allestiti per l’occasione si può assaggiare il prelibato tartufo bianco, cucinato con ricette antiche e moderne, il tutto accompagnato da buon vino doc. marchigiano.

Montemonaco
Sagra della castagna
Alla fine di ottobre c’è la sagra della castagna dei Monti sibillini, per stare insieme e ritrovare dei buoni vecchi sapori del luogo, in un suggestivo ambiente montano come quello di Montemonaco. Oltre alle castagne arrosto, potrete degustare altre buonissime vecchie ricette del luogo, in cui la castagna veniva cucinata e servita come una normale pietanza quotidiana. Il tutto accompagnato da un ottimo vino rosso dei ricchi vigneti della collina marchigiana.

Montefortino
Festival del tartufo nero pregiato
All’inizio di febbraio 2006. Il tartufo nero pregiato dei Monti Sibillini è ormai il re dei prodotti tipici del nostro parco nazionale. Durante il secondo week end di Febbraio a Montefortino è possibile assaggiare il prelibato tartufo in moltissime varianti gastronomiche, insieme ai deliziosi vini doc. della nostra regione. Il Festival si svolge nel delizioso centro storico del comune di Montefortino, tra decine di viuzze, tracciate da deliziose case e sontuosi palazzi, che si aprono su squarci di panorama mozzafiato verso i maestosi monti Sibillini.
Amandola
Ristorante “Da Stefano alle scalette”, P.zza Risorgimento, 31 - Amandola. Tel 0336 631756, chiuso il lunedì. Cucina tipica, ottima scelta di funghi porcini e tartufo.

Montefortino
Agriturismo “La Terra del Vento”, Località Colle Turano - Montefortino. Tel 0736 844607 – 328 974632. Prodotti tipici da mangiare al ristorante e possibilità di pernottamento, doppia da 40 euro.

Ristorante Pizzeria "Da Benito", Via Tenna, 9/a, Montefortino. Tel 0736 859515. Tipica de Monti Sibillini.

Dove dormire

Amandola
Agriturismo “San Lorenzo”. Contrada San Lorenzo, 3. Amandola (AP), Tel 0736 847535. 8 camere doppie e triple tutte con bagno privato. Prezzi a partire da 25 euro.

Bugione
Agriturismo. "Il Borghetto" Località Bugione. Tel. 0736 847473. Nel Parco Nazionale dei Monti Sibillini, con una vista splendida, “Il Borghetto” è circondato da 8 ettari di terreno, adiacente al fiume Tenna, coltivati a cereali, frutteto e bosco. Prezzi da 21 euro.

Castelluccio di Norcia
Agriturismo Locanda De' Senari, Via della Bufera - Castelluccio di Norcia. Tel. e fax 0743-821205 cell. 335-6423131.Prenottamento e prima colazione a partire da 35 euro.
In piazza a Castelluccio diverse norcinerie per degustare prodotti tipici della zona
La valle di Castelluccio ? anche famosa per la possibilità di praticare attività all'aria aperta, tra cui il parapendio.
Il Pian Grande in fiore
Casa cantoniera che funge anche da rifugio
La provinciale che conduce da Amandola a Montefortino
La strada verso Montegallo corre panoramica sulla valle del fiume Aso, con alle spalle i Monti Sibillini
Viaggiando verso Montegallo si attraversa la piccolissima Tofe
Per ragbgiungere l'abbazia di Madonna dell'Ambro ci si lascia alle spalle Montefortino
La strada corre nel verde prima di arrivare al bivio per la Forca di Presta
Nelle belle giornate la vista spazia fino al mare Adriatico
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