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Lazio

Fra le cime più alte del Lazio

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Un itinerario di 190 km che si snoda a poche decine di chilometri da Roma, da Tivoli verso paesaggi incantevoli, tra ampi valloni e montagne presidiate da borghi medievali, fino a Guadagnolo, il paese più alto della regione

Olevano Romano, il centro storico







Un viaggio all'insegna della tranquillità e della distensione, per dimenticare i ritmi frenetici della vita metropolitana e fare un tuffo nel medioevo: nei 190 km che vi proponiamo si incontrano, a breve distanza l'uno dall'altro, piccoli borghi semi-deserti caratterizzati da centri storici affascinanti, dove le abitazioni minuscole sono racchiuse tra cinta murarie monumentali oppure si stringono tra i cunicoli di antiche fortezze; le "piazze" e le "vie", denominate tali da generosi cartelli, in realtà sono lembi di selciato angusti e scoscesi, percorribili soltanto a piedi.
In questi agglomerati di case realizzate in pietra centinaia e centinaia di anni fa, l'arrivo di un "forestiero" è un ancora avvenimento, accolto con un misto di sospetto e di interesse da chi è sempre vissuto nel borgo. Ma infine l'ospitalità prevale e, passeggiando a piedi, non meravigliatevi se vi sentirete dare il buongiorno da qualcuno degli abitanti che, al vostro arrivo, uscirà dalla sua casa lillipuziana con un pretesto per venirvi incontro.

Il paesaggio naturale offre scenari che mutano rapidamente: distese di ulivi e fichi d'india che si alternano a filari di vigneti e a boschi di castagni e di querce, cave di travertino, montagne su cui si ergono fortezze e castelli smerlati da cui si dominano vallate a perdita d'occhio.

E' difficile credere che paesi così antichi e tradizionalisti si trovino alle porte della caotica Roma. Eppure, la capitale è davvero a pochi chilometri e si staglia netta, inconfondibile per la sua ampiezza, dalle alture più elevate, quasi a ricordarci la modernità del nostro tempo: un elemento assai facile da dimenticare nei borghi medievali che visiteremo e che ci daranno più volte l'impressione di essere approdati sul set di un film storico.

L'itinerario è teoricamente percorribile in quattro ore ma si consiglia di preventivare due giorni di viaggio per visitare i numerosi borghi, con le loro caratteristiche case di pietra, le botteghe artigiane ed i resti archeologici di cui la zona è ricca, nonché per fruire della gustosa cucina locale. Le distanze sono brevi, quindi non è necessario rabboccare il serbatoio di continuo, anche perché è facile trovare i distributori self-service sulla consolare Prenestina.






La cittadina di Tivoli, da cui parte il nostro itinerario, situata sul primo contrafforte appenninico della via Tiburtina, risente in negativo della vicinanza da Roma (solo 25 chilometri): facilmente raggiungibile sia dall’autostrada A24 Roma-L’Aquila che percorrendo la consolare, offre scarsi spunti di permanenza, essendo abitata perlopiù da pendolari innervositi dai perenni rallentamenti dal traffico perenne nei loro spostamenti da e verso l’Urbe.

La circolazione è caotica come a Roma, gli edifici al di fuori del centro storico sembrano costruiti senza alcun piano regolatore e hanno fatto perdere a Tivoli il fascino che attrasse scrittori come Catullo, Orazio e Sallustio e imperatori come Augusto, Traiano e Adriano: meglio concentrarsi sulle cascate della Villa Gregoriana e sulla celebre Villa d’Este, meta di turisti da tutto il mondo con i suoi spettacolari giochi d’acqua, per poi imboccare Viale Mazzini, che porta sulla Prenestina, verso Castel Madama, noto per il Castello degli Orsini, del XIV secolo, e per i ruderi dell’acquedotto romano. Da qui si prosegue sulla pianeggiante Via Empolitana in direzione di Ciciliano, che si raggiunge con una deviazione di due chilometri dalla provinciale: ne vale la pena, perché vi aspetta borgo agricolo con un centro storico che ancora conserva la sua struttura di stampo medievale.




Sulla vetta del paese si ammira il castello dei marchesi Theodoli, che domina una rete cunicolare di abitazioni in pietra. L’impressione è di grande pulizia e ordine, anche per le decorazioni floreali che adornano tutte le case. Tornati sulla via Empolitana, si seguono le indicazioni per Cerreto Laziale, meno curato e apparentemente più povero, ma da vedere, per meravigliarsi davanti alle piccole case scavate, a volte, nella roccia, sotto il livello della strada: il borgo risale al 1300.

Finalmente si comincia a inerpicarsi per i tornanti: fiancheggiando un fresco bosco di castagne si giunge a Rocca Santo Stefano, che ripropone un’architettura tipicamente medievale, con le sue casupole abbarbicate su uno sperone di roccia calcarea. E’ consigliabile lasciare la moto e inoltrarsi a piedi: la strada è sdrucciolevole e sale fino alla Rocca con tornanti molto ripidi. Si procede quindi verso Bellegra attraversando un suggestivo tunnel naturale creato dall’intrecciarsi delle fronde dei castagni, fino a raggiungere la fortezza medievale: con i suoi 815 metri sul livello del mare, Bellegra gode di un panorama imponente dalla Valle del Sacco al mar Tirreno, dalla Valle dell’Aniene all’Appennino abruzzese.




Nonostante siano così ravvicinati, sia per ubicazione geografica che per epoca di fondazione, questi paesi si differenziano l’uno dall’altro per la tipologia delle costruzioni, del selciato e degli ornamenti floreali, tanto da costituire ciascuno un’entità autonoma e dotata di proprie caratteristiche definite. Così Olevano Romano vi resterà forse più impressa di altre cittadine, per la sua incredibile architettura: stradine da percorrere solo a piedi tra le fioriere ed i vasi di piante decorative con cui gli olevanesi amano abbellire la loro splendida città. (Qui non esistono aiuole o giardini, ma soltanto roccia e l’unica vegetazione germoglia, quindi, in vaso). Fermatevi per una passeggiata tra le silenziose viuzze di Olevano, dove anche una parola bisbigliata echeggia con grande vigore. E non meravigliatevi davanti alla semplicità degli abitanti: perlopiù anziani, seduti davanti agli usci di casa con le loro seggiole impagliate, oppure riuniti sotto qualche portico a giocare a tombola, sorvegliando i bambini che scorrazzano lietamente in bicicletta o sui moderni monopattini. La discesa da Olevano verso il fondo valle attraversa un paesaggio dolce, ricco di vigneti, oliveti e campi. La strada per San Vito poi si inerpica nuovamente, attraversando uliveti e boschi di castagno. Ancora uno scenario medievale ci aspetta a San Vito, in posizione dominante sulla Valle del Sacco, già attiva ai tempi dei romani e più volte depredata dai barbari e dai saraceni e dominata dai longobardi.






I dolci pendii tornano finalmente a lasciare il passo ai tornanti. Da San Vito verso Capranica Prenestina si procede su una tortuosa provinciale costeggiata da speroni di roccia che ad un certo punto formano una parete dall’incredibile aspetto di una cascata di pietre. In 7 km raggiungiamo Capranica, arroccato sul punto più alto dei Monti Prenestini (930 metri). Il centro storico è un groviglio di viuzze che risalgono al 730 e si intersecano in ripidi saliscendi, con il caratteristico pavé a gradinate. Come nella vicina Guadagnolo, qui la cucina casereccia è prelibata, soprattutto scegliendo le pietanze a base di cacciagione, come le famose tagliatelle al sugo di lepre. Guadagnolo, che sorge sulla vetta dell’omonimo monte, con i suoi 1.218 metri è il paese più alto del Lazio e fin da quando ci si inerpica sui tornanti, si gode di un panorama che, nelle giornate limpide, spazia dalla piana dell’Agro Romano ai Colli Albani, dai Monti Sabini a quelli Tiburtini, dai Monti Lepini ed Ernici a Roma. Peccato solo per le antiestetiche e anacronistiche antenne televisive poste proprio sulla vetta, che costituiscono un autentico scempio.

Tornati a Capranica, puntiamo su Rocca di Cave, a quota 933 metri, che conta meno di quattrocento abitanti ma offre paesaggi suggestivi e un’arietta frizzante che ritempra anima e corpo, soprattutto di sera, quando l’atmosfera è intrisa dell’odore della legna arsa nei caminetti e della carne cotta alla brace. Anche d’estate, qui si respira già il Natale. Dal torrione, edificato dai monaci benedettini nell’850, quando è sereno si vede il mare da Anzio a Fiumicino.
La provinciale che scende a tornanti ripidi e stretti, con un meraviglioso panorama sulla vallata, conduce a Cave, che non offre attrattive particolari, se non prodotti di artigianato: botti e botticelle, ferro battuto, mosaici, pellame. In breve, correndo sotto i Monti Prenestini, tra lecci e roverelle, fino a giungere al caratteristico centro di Palestrina, con la sua architettura a terrazze che domina sulla Valle del Sacco e del Liri. Seguendo la strada principale si giunge al Tempio della Fortuna Primigenia: in epoca romana, Palestrina fu uno dei santuari pagani più vasti e famosi e le folle vi accorrevano per udire i responsi dell’Oracolo. Vale la pena di allungare l’itinerario di tre chilometri per inoltrarsi verso Castel San Pietro, autentico gioiello di architettura feudale, risalente addirittura al IV secolo a.C.. Sulla Via Umberto e sulla Piazza della Chiesa si riconoscono gli ambienti che hanno costituito lo scenario del film “Pane, amore e…” con Gina Lollobrigida e Vittorio De Sica, che tra quelle viuzze volle girare una delle sue pellicole più riuscite.





La prossima tappa è Poli, che si raggiunge percorrendo la pianeggiante Pedemontana, per un tratto scavata tra pareti di tufo, e poi la Maremmana, che corre in mezzo alla campagna. Poli, dove il tufo su cui sorge viene utilizzato per costruire le case, consente un altro salto indietro di mille anni: il paese ha una struttura a spina di pesce e lungo la strada centrale che attraversa l’abitato si intersecano trentacinque vicoli, alcuni dei quali poco più larghi di un metro.

La strada verso Casape serpeggia tra le viti; il centro è imperdibile e inaspettato: nell’interno di una fortezza si snoda una via principale (percorribile solo a piedi), ai lati della quale si aprono grotte, cunicoli e vicoli punteggiati da antichi portoni, che danno accesso agli appartamenti medievali, quasi tutti abitati. Al centro, la “piazza”, con i suoi negozi e persino un telefono pubblico. Una città nella città anche a San Gregorio di Sassola: un castello smerlato che sembra uscito da un fumetto ospita un borgo rimasto integro nei suoi aspetti medievali, se non fosse per la presenza delle auto (solo in transito) e delle antenne paraboliche che di tanto in tanto fanno capolino dai balconi, a testimonianza che il futuro è arrivato anche qui.
Per il ritorno, si può optare per l’autostrada Roma-L’Aquila, raggiungibile in una quindicina di chilometri, oppure per Tivoli, percorrendo una provinciale panoramica e curvilinea che corre tra gli ulivi ed i fichi d’india.


Località
Istruzioni
Dist. (km)
Tempo
Tivoli Dalla piazza della Villa Gregoriana si imbocca Viale Mazzini 0 0
Subito dopo si svolta a sinistra sulla Via Valeria in direzione di Subiaco, raggiungendo la Statale 5 Prenestina, da percorrere fino al bivio per Castel Madama. Qui, prendere la Provinciale 40/a. 11.5 10'
Castel Madama Dalla piazza principale imboccare la discesa Empolitana, che riporta alla Provinciale 40/a. Dopo 3 km si devia per la 33/a (Via Empolitana) per Ciciliano. Dopo 5 km si svolta per il paese. 14 15'
Ciciliano Riprendere la 33/a verso Pisoniano e svoltare a sinistra al bivio per Cerreto Laziale. 8 10'
Cerreto Laziale Seguire le indicazioni per Gerano. Dopo 2 km si incontra un bivio: prendere a sinistra e poi subito a destra per Rocca Santo Stefano. Dopo 3 km si incontra un'altra deviazione per il paese. 13 20'
Rocca Santo Stefano Procedere sulla Provinciale 63/a verso Bellegra 4 7'
Bellegra Continuare sulla Provinciale verso Olevano Romano 6.5 10'
Olevano Romano Si procede sulla Provinciale in direzione Valmontone; dopo 4 km si svolta a destra per San Vito 18 22'
San Vito Seguire per Tivoli e imboccare la Provinciale 59/a per Capranica Prenestina 8 12'
Capranica Dalla piazza centrale parte la strada che conduce in vetta a Monte Guadagnolo. 9.5 15'
Guadagnolo Si ritorna sui propri passi fino a Capranica e si prende per Rocca di Cave. 12.5 20'
Rocca di Cave Procedere per Cave 8 10'
Cave Da Piazza Marconi si seguono le indicazioni per Roma e imbocca la statale 165 per Palestrina 6 7'
Palestrina Si sale verso il centro e si continua ad inerpicarsi sulla montagna fino a incontrare Castel San Pietro 5 15'
Castel San Pietro Si torna sui propri passi fino a Palestrina e qui si imbocca la Pedemontana. Procedere fino al secondo bivio per Poli (dopo la prima de






Tivoli
Villa Adriana
(aperta tutti i giorni dalle 9.00 alle 23.00, tel. 0774/530203), in cui l’imperatore Adriano fece ricostruire i luoghi che più lo avevano colpito durante i suoi viaggi, dall’Accademia di Atene alla Valle del Nilo, dai teatri alle terme.
Villa d’Este (orario 9.00-18.30, chiuso il lunedì – Tel. 0774/312070), con fontane d’acqua zampillanti e cascate capaci di effetti visivi e sonori incredibili.
Villa Gregoriana. E’ attualmente in restauro, ma si possono comunque ammirare le cascate dell’Aniene, che si getta per un salto di oltre cento metri.
Le Terme Acque Albule, in Via Nazionale Tiburtina km 22,700: sorgenti solforose che formano il lago delle Colonnelle e il lago della Regina, a ovest del quale si trovano gli antichi bagni di Menenio Agrippa.



Ciciliano
La cascata del “Barabocio”, la sorgente dell’Acquaone ed altre sorgenti montane.
Nel Castello Theodoli, le carceri, che ancora conservano i graffiti dei reclusi.

Cerreto Laziale
La torre medievale (XIV secolo) in posizione dominante sul borgo antico.

Rocca Santo Stefano
La torre, che risale all’anno mille, e tutto il centro storico, con i portali ad arco di alcune vecchie case, i selci romani che ricoprono le strade, le pietre bianche alle quali un tempo si legava l’asino.

Bellegra
Le mura ciclopiche poligonali e la Grotta dell’Arco, lunga circa un chilometro, con resti preistorici.

Olevano Romano
Le mura poligonali, dell’epoca romana; la torre del Castello Colonna; il bosco della Serpentara, apprezzato da artisti come Goethe e Doré, che si sarebbe ispirato ad alcuni scorci del bosco di querce per disegnare l’Inferno dantesco.

San Vito Romano
Il cinquecentesco Castello Theodoli; la Chiesa di Santa Maria dell’Arce, costruita nel Quattrocento.

Capranica Prenestina
Palazzo Barberini
, attuale sede del Comune; la Chiesa della Maddalena, costruita nel 1520 forse su disegno di Michelangelo (a cui si attribuisce anche il leone in pietra posto all’entrata).
L’8 dicembre: la sagra della Mosciarella, tipica castagna secca distribuita nella piazza in ciotole di terracotta.

Palestrina
Tempio della Fortuna Primigenia
(fine del II secolo a.C.); il Palazzo Barberini, del 1500, che ospita il Museo Archeologico Nazionale di Palestrina (operario di apertura 9.00-17.30, tel. 06/9538100); i resti della villa dell’imperatore Adriano.

Castel San Pietro Romano
Le mura ciclopiche, la Rocca dei Colonna, fu a lungo una prigione in cui furono rinchiusi personaggi illustri come Corradino di Svevia, Jacopone da Todi ed il Caravaggio.

Casape
Il borgo medievale arroccato intorno al Castello Baronale, le rovine della Villa Patrizia di Gneo Domizio Corbulo, cugino di Nerone.
San Gregorio di Sassola
Borgo Pio
, interessante esempio di urbanistica del XVII secolo.
Guadagnolo
Il Santuario della Mentorella, ai piedi di un compesso roccioso color bianco dove anticamente nidificavano gli avvoltoi.

Da gustare
Le fettuccine condite con la tipica salsa all’aglio, pomodoro fresco e olio; la polenta; il prosciutto di cinghiale; i formaggi; i fiori di zucca fritti. Tra i dolci: le ciambelle al latte, all’anice e al vino e specialità a base di castagne, tra cui la marmellata; le ciambelle, il panpetato.






Ristoranti
Tivoli:
Dai Cacciatori, via Maremmana inf. 68 – Tel. 9774/530655 Chiuso il mercoledì. Prezzi: da L.30.000. Il nome anticipa il menu prevalente, a base di cacciagione.

Ciciliano: Il Postiglione, Via Empolitana km 13.500m Tel.0774/790319. Chiuso il lunedì (da L.28.000) Tutte le specialità: dagli strozzapreti alla carne alla griglia.

Rocca Santo Stefano: Alberobello, Piazza San Sebastiano, 2 – Tel. 06/9567303. È situato sulla piazza centrale del paese ed è anche bar e pizzeria. Il locale è rimodernato ma la cucina è tradizionale. Prezzi: da L.25.000. Chiuso il mercoledì.

Castel San Pietro: Trattoria Giardino Panoramico, centro storico, Tel. 06/9536262, chiuso il martedì. Prezzi: da L.25.000. Famose le fettuccine al matterello.

Capranica – Hieronymus, Via Fratelli Bossi, 25 - Tel.06/9574947. Chiuso il lunedì. Prezzi: da L.20.000. Ambiente familiare e caratteristico e cucina casereccia: speciali le fettuccine al sugo di lepre ed i broccoletti ripassati.

Guadagnolo – Da Peppe, Piazza Dante Alighieri – Tel. 06/95471875. Prezzi: da L.20.000. Tra le specialità: ravioli ricotta e spinaci, fettuccine, abbacchio, salsicce di produzione propria e scamorze.

Bellegra – San Camillo, Via San Francesco - Tel. 06/9565037 - chiuso il martedì e la domenica sera. La cucina si basa sui prodotti locali, come funghi porcini, cacciagione e pasta fatta in casa. Prezzi: L.30/40.000. E’ anche albergo (L.80.000 la camera singola; L.120.000 la doppia; a pensione completa, L.100.000 a persona). Si trova vicino al Convento di San Francesco.

Alberghi
San Vito Romano
: Hotel Ai Pini, Via Empolitana 90 – Tel. 06/9571091 – Camera singola con bagno L,40.000, doppia L.60.000 Anche ristorante, da L.20.000 (chiuso il martedì).

Castel San Pietro: Hotel Ristorante Gasbarri – Via Vittorio Veneto – Tel. 06/9537381 - Pensione completa: L.80.000; mezza pensione: L.50.000. Anche ristorante, da L.35.000 (chiuso il lunedì). Specialità: gnocchetti alla puttanesca, pasta e fagioli, acqua cotta, agnello arrosto. E’ situato sul belvedere.




Olevano Romano: Il Boschetto, Via San Francesco d’Assisi, 27 – Tel. 06/9564025. E’ un piccolo albergo, con dodici camere e un bel giardino. Camera singola: L.55.000; doppia L.100.000 (con prima colazione). Anche ristorante, con tutte le specialità della zona. Il prezzo medio, escluse le bevande, si aggira su L.40/45.000 (chiuso il lunedì).

Agriturismo
Castel San Pietro:
Le Cannuccette, Strada provinciale km 6,25 – tel. 06/9535811 – Camera doppia con bagno: L.40.000 con colazione. Anche ristorante, con menù di carne e di pesce (da L.20.000), chiuso il lunedì.

Oltre agli indirizzi indicati, la zona è ricca di trattorie e anche di piccole pensioni e locande a prezzi accessibili.






Palestrina
De Santis Moto, Via Fratelli Marducci, 3 – Tel. 06/9573083

Tivoli
Tutto Moto Racing srl, Via Pio IX 17 – Tel. 0774/379286
(anche in Via Tiburtina 355 – Tel. 0774/353568)

La zona non offre un gran supporto quanto ad officine meccaniche, pertanto si consiglia di effettuare un bel check-up alla moto prima di partire.
Palestrina, Porta Santa Croce, che dà accesso al centro storico
Olevano Romano
San Gregorio di Sassola
L’agriturismo “Le Cannuccette” a Castel San Pietro
Bellegra, la porta d’accesso al borgo
San Vito, il castello Thedoli
Cerreto Laziale, la torre medievale
Una “cascata di rocce”
Guadagnolo
La strada per Monte Guadagnolo
Castel San Pietro, il corso Umberto I, dove fu girato il film “Pane, amore e…” di Vittorio De Sica
Olevano Romano, il centro storico
Tivoli, le cascate dell’Aniene a Villa Gregoriana.
Il panorama da Monte Guadagnolo
Vedute notturne di Rocca di Cave
Ciciliano, una delle caratteristiche stradine medievali
Tivoli, Rocca Pia, possente fortezza posta su ruderi di costruzioni romane per volere di Papa Pio XII, nel 1461.
Olevano Romano, il centro storico
Tivoli, le cascate dell’Aniene a Villa Gregoriana.
Castel San Pietro, il corso Umberto I, dove fu girato il film “Pane, amore e…” di Vittorio De Sica
Tivoli, Rocca Pia, possente fortezza posta su ruderi di costruzioni romane per volere di Papa Pio XII, nel 1461.
Cerreto Laziale, la torre medievale
Olevano Romano
Una “cascata di rocce”
Vedute notturne di Rocca di Cave
Guadagnolo
Palestrina, Porta Santa Croce, che dà accesso al centro storico
Ciciliano, una delle caratteristiche stradine medievali
Bellegra, la porta d’accesso al borgo
San Gregorio di Sassola
L’agriturismo “Le Cannuccette” a Castel San Pietro
Il panorama da Monte Guadagnolo
La strada per Monte Guadagnolo
San Vito, il castello Thedoli
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