Da Sapere
Guidare con il freddo: la guida ragionata
Con l’arrivo dell’autunno, diventa più importante attrezzarsi a dovere per continuare a godere del piacere delle due ruote. Ecco la guida ragionata per chi vuole mettersi in sella a una moto e uscire dalla città per godersi la guida e il viaggio
Non ci sono più le mezze stagioni, si dice sempre: se sei un automobilista e le guardi da dietro un finestrino te ne accorgi sì e no, ma se sei un motociclista lo senti subito, con la temperatura che cala di 10 gradi nell’arco di un weekend.
E se nelle ore centrali la situazione resta gradevole, se in una meravigliosa mattina di sole esci con i soliti guantini e la giacca traforata ma ti accorgi dopo essere partito che ci sono meno di 10 gradi, ecco: quello è il momento in cui inizi a pensare di fermare l’assicurazione, ripescare il mantenitore di carica inscatolato chissà dove e lasciare la moto nel box.
Autunno in moto: qualche accortezza
Questo almeno è quel che succedeva fino a un paio di decenni fa, complice il fatto che le moto a carburatori richiedevano magari qualche attenzione in più. Ma ormai le moto ci hanno dato una grossa mano in termini di sviluppo, compresi i sistemi di riscaldamento (manopole e sella) che si stanno diffondendo soprattutto grazie alla spinta delle nuove Case cinesi, che li propongono quasi sempre di serie già dalla fascia media delle twin 500.
Io che comunque mi muovo in qualunque giorno dell’anno con mezzi di qualunque tipo, ho ormai raccolto una serie di consigli magari semplici, ma che possono fare la differenza. Do per scontato, vista la grande variabilità delle giornate, che un antipioggia lo si abbia da qualche parte – zaino, tasche o sottosella: le previsioni meteo sono molto affidabili perlomeno nel breve, ma se ci si bagna, non c’è accorgimento che tenga.
1. Capi multistrato
L’autunno ha giornate calde nelle ore centrali, fresche o francamente fredde al mattino, specialmente se si sale di quota. È la stagione in cui la democrazia motociclistica finisce: che moto hai comincia a fare la differenza. Chi guida una touring o una adventure con un bel plexi magari regolabile, carene o deflettori e paramani quasi non si accorgerà della differenza; chi è su una sportiva inizierà a soffrire a mani e piedi; chi infine è su una naked o una classic, si troverà esposto anche con il busto e il collo.
Comincia a fare la differenza l’abbigliamento (per inciso: raccomandiamo abbigliamento tecnico da capo a piedi, compresi pantaloni e scarpe, che fanno una differenza enorme in termini di protezione in caso di caduta). Esistono completi “mezza stagione” più leggeri dei classici completi invernali: sono pratici, ma non indispensabili: si possono ancora usare i giubbotti sportivi di pelle o tessuto, magari anche traforati, pur di adottare una logica multistrato, tecnica o fai-da-te (basta una maglia in più sotto la giacca).
Per quanto riguarda i capi tecnici, potreste sorprendervi di quanta differenza possa fare una membrana antivento sottile come un paio di calze da donna: piegata sta anche in tasca, ma la mattina risolve la faccenda, oltre di solito a tenere all’asciutto in caso si incontri un po’ di pioggia (non monsonica). Ecco, direi che il grande plus dei capi tecnici è proprio questo: sono leggeri e poco ingombranti, puoi portare un sotto-giacca e un sotto-pantalone in un terzo dello spazio che occuperebbe una camicia o una felpa; e quando esce il sole, a volte non serve nemmeno uno zaino: li pieghi e li metti in tasca.
Ah: e se siete delicati con la gola, la cervicale o il collo in generale, uno scaldacollo (buff) permette di dimenticarsi dell’aria fredda e rende la guida molto più rilassata. Questo è un punto importante: il freddo irrigidisce e toglie sensibilità: due condizioni che vanno contro non solo al piacere, ma anche alla sicurezza della guida. Sbagliato dire “soffro ma resisto”.
2. Coprire mani e piedi
Tanta parte della sensazione di caldo o freddo arriva dalle nostre estremità: mani e piedi. Qui la situazione è più complicata, perché non esistono in versione multistrato (anche se qualche produttore ci ha provato, soprattutto per i guanti). Senz’altro è bene equipaggiarsi in modo da non avere freddo, soprattutto alle mani dove la perdita di sensibilità è sempre pericolosa e obbliga di fatto a fermarsi.
La situazione – e quindi la soluzione – cambia però da persona a persona: chi soffre il caldo continuerà a usare le versioni traforate o comunque estive, i freddolosi passeranno a guanti e stivali più caldi – tipicamente waterproof – già in questa stagione. Partire con guanti pesanti e tenerne un paio più leggeri nello zaino non è una cattiva idea. Sicuramente aiutano i paramani e anche le manopole riscaldate, che in questa stagione possono consentire di compensare il freddo delle ore mattutine o serali.
Inverno in moto: per veri duri
Negli ultimi anni abbiamo visto un clima favorevole all’uso della moto fino a dicembre inoltrato, anche nel nord Italia; ma arriva sempre il momento in cui le temperature minime scendono sotto lo zero e le massime, se va bene, poco sopra. E non è detto che si debba rinunciare alla moto, o che usarla comporti sofferenze da fachiro: bisogna però essere correttamente equipaggiati, il fai da te non basta più.
Lasciateci fare solo un cenno di fisiologia umana: la nostra sensazione di caldo o di freddo dipende più o meno per metà dalla temperatura dell’aria (convezione), ma per l’altra metà dalla temperatura delle pareti (irraggiamento). Una macchina col riscaldamento acceso ha non soltanto aria più calda al suo interno, ma anche “pareti” (l’abitacolo) che nel tempo arrivano a 20° e oltre anche d’inverno, consentendoci di togliere tranquillamente la giacca.
In moto l’irraggiamento non esiste – se c’è il sole, si può contare su qualche raggio un po’ più tiepido solo nelle ore centrali del giorno – per cui il motociclista è in balia della temperatura dell’aria; peggio, perché è aria in movimento, che come sappiamo asporta dal corpo più calore.
La situazione è insomma oggettivamente difficile. Questo spiega anche perché la tipologia di moto abbia, in inverno, un peso determinante. Proteggere dall’aria fredda è fondamentale, per cui la naked d’inverno, inutile negarlo, rende viaggi anche brevi decisamente meno sopportabile di quanto possano fare una crossover o una turistica. Anche le sportive deviano un po’ l’aria, ma il punto debole sono sempre le mani, e per le mani non c’è niente come i paramani; alcune tourer come la Honda NT1100 hanno dei deflettori, ma se l’aria è veramente fredda fanno poco.
1. Sigillare
Se il problema del motociclista è l’aria in movimento attorno al suo corpo, è chiaro che la regola aurea per contrastare il freddo è isolare il corpo dall’aria fredda: in una parola, sigillare. L’offerta di completi invernali, doppio o triplo strato, è ormai amplissima: il mio consiglio è di preferire quelli con pantaloni alti, meglio ancora se con bretelle, o con la cerniera che collega giacca e pantalone. Assolutamente indispensabile evitare che la “lama d’aria” riesca a entrare, e visto che in sella comunque ci si muove, la giacca e il pantalone devono potersi sovrapporre in una zona possibilmente ampia per evitare che questo succeda.
Importante anche che la giacca abbia il colletto alto, e direi indispensabile “rinforzare” la protezione con uno scaldacollo, anche questo il più lungo e protettivo possibile: deve coprire dalla base del collo a metà viso, per proteggere la zona del mento e della nuca che il casco tendenzialmente lascia scoperte.
A proposito di caschi, non tutti hanno lo stesso isolamento dal freddo. Gli integrali o apribili migliori sono quelli con la rete o il tessuto sotto la zona del mento, che insieme con lo scaldacollo permettono di sigillare la base del casco. Fondamentale anche la presenza di un sistema pin-lock o equivalente, per evitare che la differenza di temperatura tra l’interno caldo e l’esterno freddo faccia appannare la visiera: un altro problema che rende impossibile proseguire il viaggio.
Per i più freddolosi, abbinare al completo tecnico un intimo tecnico può migliorare ancora la situazione: anche in questo caso sono capi leggeri e traspiranti, ma capaci di trattenere il calore corporeo in maniera molto efficace.
Quanto a guanti e calzature, impossibile andare avanti con quelli estivi: è indispensabile passare a guanti lunghi e imbottiti e a stivali tendenzialmente waterproof. Anche in questo caso devono essere non solo protettivi ma isolanti, per cui bisogna che siano lunghi (i guanti) e alti (gli stivali); le scarpette sono comunque troppo basse per isolare dall’aria.
2. Riscaldare
Per i casi estremi, o comunque per chi vuole fare viaggi più lunghi e magari tentare qualche passo, l’abbigliamento riscaldato è un must. Esiste ormai in tante versioni, offerto da tanti produttori, e va dai guanti ai gilet, sia con batteria integrata che collegabili alla batteria della moto. Specialmente nel secondo caso, sono ovviamente tutta un’altra cosa in quanto capi “attivi”, che non si limitano a isolare dall’aria o a trattenere il calore ma lo generano anche. Hanno un costo in molti casi ragionevole, e i guanti sono anche più efficaci delle manopole riscaldate, che scaldano solo il palmo della mano mentre i guanti arrivano anche sul dorso, più esposto all'aria. Attenzione: non tutti i guanti sono per tutti gli usi: esistono guanti city, morbidi ma in grado di riscaldare solo a basse e medie velocità e per tempo limitato, e guanti touring più protettivi e capaci di funzionare più a lungo.
A proposito di manopole riscaldate: se in autunno risolvono il 90% delle situazioni, in inverno sono efficaci solo se usate in combinazione con un buon paramani. Devono scaldare molto (e non tutte lo fanno) perché i guanti invernali sono molto isolanti, e oltre a tener fuori il freddo tendono a tener fuori anche il caldo; in compenso i guanti riscaldati, essendo molto conduttivi al loro interno, funzionano ancora meglio se la manopola è riscaldata, o comunque fanno qualcosa anche se la batteria interna è scarica, visto che il calore generato sul palmo si trasporta più efficacemente anche all’interno.
Sella, calze, gilet... e le gomme?
La sella riscaldata, nella mia esperienza, non è invece indispensabile: racchiuso tra pantaloni e sella, il fondoschiena è già ben isolato dall’aria fredda, per cui il calore in quel punto fa piacere, ma se ne può fare a meno.
Tornando all’abbigliamento riscaldato: i guanti fanno come detto la differenza, come pure le calze; il gilet è utile soprattutto se la vostra moto è debole in fatto di protezione dall’aria (plexi, carene, deflettori). Le versioni collegate alla batteria della moto sono mediamente più efficaci, e comode se non cambiate spesso moto come succede a me; ma per tratte tra i 30 e i 60 minuti anche i capi con batteria interna fanno il loro dovere.
Ma se volete affrontare percorsi più lunghi o più estremi, con molto freddo e addirittura rischio neve, chiedetevi anche: ho le gomme giuste? Le mescole delle normali gomme da moto sono ovviamente orientate alle temperature estive: ci sono produttori che offrono mescole più invernali o comunque "4 stagioni", che continuano a offrire adeguata aderenza anche con climi molto rigidi. Sono magari meno performanti in estate, ma vanno assolutamente prese in considerazione in inverno.
Oltre al freddo, la pioggia
Prima del riscaldamento globale, a scuola studiavi che autunno e primavera erano stagioni piovose, estate e inverno stagioni secche. Oggi non ci sono più regole, ma ormai sappiamo che quando piove, il rischio di trovarsi in mezzo a un monsone non si può mai escludere.
Se piove forte, anche il miglior completo ha una tenuta limitata nel tempo, diciamo tra i 30 e i 60 minuti. Meglio avere sempre con sé una classica cerata o un antipioggia moderno: costa poco, sta in qualunque zaino e messo sopra al completo ne estende di molto la tenuta (senza contare che se ti bagni all’andata, poi c’è sempre un ritorno da affrontare…).
Ma quando il freddo è intenso, la pioggia non è così probabile; è senz’altro peggiore la nebbia, che aumentando la conducibilità dell’aria migliora gli scambi termici e quindi peggiora la sensazione di freddo: per quella c’è poco da fare, ma il casco con pin-lock diventa assolutamente indispensabile. Specie se la temperatura scende sotto zero, e la nebbia ti ghiaccia sul casco (facendoti apprezzare i guanti con raschia-visiera sull’indice).
In generale in queste condizioni la cosa più saggia è effettivamente lasciare la moto nel box. Mentre in una giornata di sole, anche se molto fredda, ti puoi godere il giro, la nebbia è soltanto un pericolo. Ma naturalmente può capitare di incontrarla per strada, per cui bene sapere come affrontarla.
Conclusioni... a caldo
Andare in moto in inverno può essere uno sport estremo: di conseguenza le aziende offrono anche una tecnologia estrema, un po' come fanno le Case costruttrici sulle grandi Adventure che devono offrire la massima versatilità e non a caso sono spesso le moto che ci accompagnano in inverno.
Sembrano tante cose, ma alla fine quando hai un buon completo, un casco ben fatto, dei guanti pesanti e magari riscaldati, un paio di stivali, non hai veri limiti- Senza necessariamente spendere un capitale, anche d’inverno puoi fare un giorno intero in moto, godendoti il viaggio su panorami diversi, ma comunque affascinanti e con strade spesso ben poco affollate.
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