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Sbk Magny Cours: Douce France…

di Luca Sordi, foto Alex Photo il 07/10/2012 in Sbk

Biaggi iridato a 41 anni è un impresa fuori dall'ordinario. Ci riproveranno presto Sykes e Melandri con il primo beffato per un'inezia. Vada come vada la Superbike 2013 riparte da qua più forte che mai

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Magny CoursE' finita come era logico che finisse con un carico d'emozioni e mille variabili in più. E' finita con solo mezzo punto di scarto, un altro record in questa Superbike che in una delle settimane più belle della sua vita ha visto sconvolgere il suo presente e mettere un pesante punto interrogativo sul proprio futuro. E' finita con la sesta stella per un pilota che ha saputo risorgere dalle proprie ceneri più volte, sbagliando, amministrando, ma anche e soprattutto sfruttando ogni stilla del suo immenso talento.
A 41 anni si può obiettare che sia un'età buona per godersi la vita, dopo tanti rischi e tanti guadagni, ma Max ha dimostrato che un numero può essere sempre messo in discussione se c'è di mezzo la volontà e la grinta per emergere. La pioggia che si è divertita più volte a scombinare i piani in questa stagione non ha fatto mancare la sua tediosa presenza nell'ultimo round della stagione rendendo, qualora possibile, ancora più teso e difficile un week end esplosivo. Biaggi con la caduta che poteva compromettere tutto in gara 1 e le sbavature commesse in gara 2 nel momento peggiore quando si stava materializzando la grande impresa, ha messo a rischio il margine piccolissimo da difendere per passare davvero alla storia.

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Si può opinare che in questo mondiale hanno sbagliato in tanti, commettendo una serie d'errori che hanno mischiato più volte le carte in tavola, ma l'incertezza, che ha regnato sovrana sino alla fine, è stata la benzina migliore per un motore spettacolare dalle grandi prestazioni. Tom Sykes alla fine è quello che lo ha perso di più questo mondiale, in fondo se togliamo le debacle meccaniche come ad Assen e Portimao o le cadute viziate da altri come avvenuto ad Aragon, è stato tra i migliori garantendo non solo una striscia invidiabile di Superpole ma anche una crescita di competitività ad una moto difficile quale la ZX10 R. Mr Smile ha chiuso con una vittoria ed un terzo posto strappato con i denti per il setting da bagnato fallace del proprio mezzo. Più di così era impossibile fare così come ha tratto il massimo da ciò che aveva Guintoli.
Il francese non solo ha fatto vivere alla sua squadra il migliore week end in 13 anni di gare (da passare alla storia visto che il prossimo anno il team sparirà) ma ha alzato l'asticella delle proprie azioni in ottica 2013 (è ormai sicuro in Suzuki a fianco di Camier)oltre ad aver degnamente salutato la carriera iridata della 1098. Jonny Rea ha saputo farsi perdonare dopo l'ennesima "birichinata" ma ha lasciato ancora una volta il dubbio che gli manchi sempre il classico verso per completare la poesia. Marco Melandri aveva un'impresa titanica da portare in fondo ed ha tentato il tutto per tutto sino alla fine incappando in un volo terribile figlio di una grinta esagerata spalmata su pochi centimetri di pista ancora umida. Il ravennate, che ha dovuto fare i conti con l'ennesima batosta fisica, si è detto dispiaciuto ma ha anche obiettivamente riconosciuto che a Phillip Island nessuno, tanto meno lui, avrebbe scommesso un centesimo su di una stagione come questa. Marco è giovane ed ha davanti a sé ancora molti anni di carriera oltre ad un mezzo che ormai ha dimostrato di essere al top della categoria…ci rifaremo nel 2013.

 

Un'ultima riflessione per la casa di Noale. L'Aprilia ha fatto centro anche nel campionato marche, un risultato notevole per la RSV4 che, come ci ha detto l'Ing. Dall'Igna nel box alla fine della gara, ha ancora tanto margine sul quale lavorare. Sognare non costa niente e come ha tenuto a precisare il tecnico veneto, senza sogni non c'è futuro.
Sbk Magny Cours: Douce France…
Max Biaggi ed il suo capotecnico, Aligi Deganello
Magny CoursWet Race anche se il tracciato è umido…con tanta, tanta pura stampato sugli occhi. Sykes, Laverty e Guintoli subito davanti con Biaggi decimo è stato il responso del primo passaggio. La tattica di Eugene è stata la migliore possibile cercando di fare da lepre, il problema, per lo meno nelle fasi iniziali, è stato lo start non eccezionale di Max e la presenza, angosciante sotto certi versi, di Loris Baz poco propenso a portare rispetto al fuoriclasse italiano.
Al settimo passaggio la brutta caduta di Melandri ha innescato anche il crash di Baz e mentre il ravennate ha cercato di rialzarsi dolorante la classifica ha reso il sorriso all'Aprilia per poco visto che il romano è arrivato lungo alla chicane perdendo una posizione ha visto nuovamente allontanarsi il titolo. Menre Fabrizio ha picchiato nuovamente duro, riportando un brutto colpo alla caviglia,davanti Sykes ha tentato la fuga. La battaglia d'Inghilterra ha vissuto un altro momento da panico quando dopo aver perso l'anteriore Laverty ha fatto un numero d'acrobazia per rimanere in piedi. Rea ha messo a segno un altro piccolo passettino in avanti per tornare sui primi.
Al quattordicesimi giro solo 0,5 punti hanno separato il sesto titolo in carriera per Biaggi anche se Guintoli h atentato sino alla fine di rendere storica la giornata per i colori della Francia. Leon Haslam si è tolto dai problemi cadendo al diciassettesimo passaggio un problema in meno contando che la coppia Ducati Althea niente ha potuto per contenere l'azione del romano. Al 21° giro l'esposizione del cartello dai box Aprilia ha avvisato Laverty di come stavano le cose pochi minuti prima del sorpasso di Rea su Guintoli che ha consolidato in questo modo al seconda posizione.
Sykes ha chiuso il 2012 al meglio vincendola quinta gara in carriera, Rea e Guintoli sono andati a podio con lui, Laverty ha finito quarto a velocità imbarazzante ma il quinto posto di Biaggi è stato sufficiente a dare il sesto titolo iridato al campione romano. Giustamente osannato dalla squadra Max ha potuto lasciare andare le emozioni sotto il podio dove ha trovato oltre ai tecnici che lo hanno seguito in questa stagione anche l'abbraccio di Eleonora Pedron, madre dei suoi due figli.
1. Sykes (Kawasaki) 23 Laps/101.453 km in 38'15.725 average 159.092 kph;
2. Rea (Honda) 1.354;
3. Guintoli (Ducati) 2.393;
4. Laverty (Aprilia) 13.122;
5. Biaggi (Aprilia) 13.955;
6. Giugliano (Ducati) 18.229;
7. Checa (Ducati) 18.430;
8. Davies (Aprilia) 26.648;
9. Badovini (BMW) 33.809;
10. Camier (Suzuki) 37.217;
11. Berger (Ducati) 38.871;
12. Corti (Kawasaki) 55.714;
13. Zanetti (Ducati) 57.621;
14. Aoyama (Honda) 1'05.487;
15. Brignola (BMW) 1 Lap

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