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Sbk : Max Biaggi vicino all'Olimpo

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Al romano a Magny Cours sarà sufficiente passeggiare per mettere in archivio il sesto titolo in carriera. Grazie ad una moto perfettamente a punto Max vola verso il meritato alloro iridato. Sfortunato Tom Sykes, avventato Marco Melandri

Il podio di gara 2 con Rea, Laverty e Biaggi
La grinta di Laverty vittorioso per la prima volta in sella all'Aprilia
Portimao - Le premesse per un finale pirotecnico c'erano tutte ed ognuno di noi ha sperato sino all'ultimo che la sfida potesse essere vinta grazie a gare spettacolari e difficili, magari dure, ma con i protagonisti insieme a giocarsi il tutto per tutto all'ultima staccata. Non è stato così e che le cose potessero andare nel verso non voluto lo si è visto al mattino quando un diluvio terribile è sceso sulla pista portoghese dopo tre giorni fantastici di sole e temperature estive.
Tensione a mille, set up stravolti all'ultimo secondo e volti tirati…un mix terribile per la gara che doveva chiarire chi fosse il candidato finale al titolo 2012. Biaggi, Melandri e Sykes sono tre piloti dal carattere diverso ma accomunati dalla stessa identica grinta interiore che ha bruciato e fornito l'energia per cacciare indietro la paura di un tracciato reso difficile dalla pioggia e da due partenze come in gara 1,senza contare il finale ingarbugliato dalle rain distrutte sulla pista semiasciutta. Proprio nel giorno più difficile dunque quello preposto al giusto mix di aggressività e raziocinio si sono confermati di ghiaccio Max, ad un passo dal sesto titolo iridato in carriera, Sykes, strepitoso protagonista di un week end bello e sfortunato e Jonny Rea che oggi ha saputo trarre il massimo con quello che aveva a disposizione.
Non possiamo dire lo stesso di Marco Melandri che ha replicato purtroppo in toto il pessimo week end del Nurburgring rimediando non solo un doppio zero che lo condanna in maniera definitiva ma che, oltre al serio infortunio subito, rischia di fargli perdere anche la piazza d'onore in campionato. Il sorpasso tentato su Biaggi, all'inizio della prima manche, dopo poche curve e con il tracciato inondato d'acqua forse poteva e doveva essere evitato. Max, interrogato a fine gara si è trincerato dietro ad un rigoroso "no comment" consigliando tutti di andarsi a rivedere le immagini per trarre ognuno le conclusioni più giuste, ma le dichiarazioni di coloro che lo hanno vissuto da vicino hanno riportato le stesse impressioni… Marco è un duro, senza ombra di dubbio, uno che non perdona e che se trova uno spiraglio aperto ci si butta come ogni leader deve fare ma i titoli non si vincono solo con gli attributi ma anche con la testa.
Non sapremo mai come sarebbe potuta andare a finire ma un briciolo in più di calma, proprio per la posta in palio, sarebbe stata non solo necessaria ma obbligatoria. Non era l'ultima curva dell'ultimo giro dell'ultima manche… Poteva essere un colpo di scena incredibile per la Kawasaki che con Tom Sykes ha vissuto ancora un week end strepitoso ma il sogno è svanito in una nuvola azzurrina segnale inequivocabile che il motore della potentissima ZX10R aveva deciso altrimenti. Dalle stelle alla stalle in un colpo solo quando il distacco della verdona dal V4 made in Noale si era ridotto a sole 14,5 lunghezze… A Max a questo punto sarà sufficiente arrivare per due volte sesto a Magny Cours, ammesso che Sykes faccia en plein, per mettere la sesta stella nel proprio palmares personale.
Anche a Portimao abbiamo visto come la Ducati possa essere ancora competitiva ma solo in condizioni molto particolari. Sfruttando la poderosa schiena del bicilindrico made in Bologna, la rossa italiana ha fatto la voce grossa quando le condizioni del tracciato erano bagnate risollevando per un breve istante la azioni di Carlos Checa. E' stato sufficiente che tutto rientrasse nella norma in gara 2 per ristabilire le gerarchie in pista. Ormai tutto è concentrato sulla nuova Panigale che verrà testata dagli alfieri Althea giovedì e venerdì prossimi a Misano Adriatico. E' stato un bel week end anche per Guintoli che si è rifatto con gli interessi delle ultime battute a vuoto.
Leon Camier invece è stato tradito dal cambio dopo un rovente duello con Biaggi culminato con il contatto con la ruota anteriore della sua Suzuki sulla gamba destra del pilota romano. L'inglese è cresciuto tanto ultimamente grazie all'innegabile recupero del mezzo, una rimonta che ha del tutto disintegrato Hopkins ormai solo una sbiadita fotocopia del campione stimato ed amato in Moto Gp.
Eugene Laverty
Portimao – In gara 2 è mancata una moto bianca in griglia, quella di Marco Melandri. Il bollettino medico ha confermato la contusione al polo superiore del rene destro, un infortunio che lo ha messo out ed ha consigliato il ricovero sino a domani. Aprilia a spron battuto subito dopo il via con Laverty e Davies davanti a Sykes e Max Biaggi, mentre il solo Rea è apparso in grado di tenere testa all'attacco portato dalla casa di Noale rimanendo a vista delle rivali.
Nel terzo giro l'ulteriore colpo di scena quando la Kawasaki di Tom Sykes ha dissolto le speranze iridate in un nuvola di fumo azzurrognolo. Doveva essere una sfida stellare con botti da festa del patrono mentre, seppur con tutti i distinguo del caso, si è risolta in realtà con il rumore di qualche mortaretto. Davies è scivolato nel corso del quinto giro lasciando ancor più campo agli ufficiali con le RSV4. Molto bella la gara di Guintoli, che dopo il podio di gara 1, è partito bene installandosi in quarta posizione e tirando dietro a sé Leon Camier.
La domenica di passione per Davide Giugliano è terminata presto con un ritiro ai box alla chiusura del primo quarto di gara. Con Laverty sempre più solo, Rea e Biaggi ai ferri corti, lo spettacolo è stato assicurato da Leon Camier, il più veloce in pista a metà manche in piena rimonta sulla coppia dietro al leader. L'inglese in sella alla Suzuki sta chiudendo davvero bene la stagione dopo un avvio stentato causa la mancanza di competitività della sua moto. Cresciuta nell'arco dell'anno la GSX R pur non potendo ambire ai vertici della classifica ha dimostrato di avere delle ottime chance da giocare se guidata con grinta e determinazione come ha fatto Leon.
L'inglese ha dato il 200% rischiando pure la caduta andando ad accarezzare, con decisione però, la carena sinistra della moto del rivale nella fasi conclusive. Dopo un paio di sorpassi da infarto Camier ha fatto un dritto probabilmente viziato da un problema tecnico visto il successivo immediato ritiro. Laverty ha rallentato non poco nel finale ma a Rea non è stato sufficiente, per un decimo ha perso il gradino più alto del podio. Terzo Max Biaggi che con questo risultato si presenterà a Magny Cours con 30,5 punti di vantaggio su 50 a disposizione. La matematica lascia una speranza (proprio una…) a Melandri staccato di 48,5 dal rivale italiano. Laverty è al terzo successo in carriera ed al primo in sella all'Aprilia.
1. Laverty (Aprilia) 22 Giri in 38'35.105 alla media di 157.093 km/h;
2. Rea (Honda) 0.162;
3. Biaggi (Aprilia) 3.766;
4. Guintoli (Ducati) 10.440;
5. Checa (Ducati) 20.153;
6. Badovini (BMW) 23.152;
7. Baz (Kawasaki) 27.314;
8. Fabrizio (BMW) 35.682;
9. McCormick (Ducati) 35.766;
10. Lanzi (Ducati) 38.311;
11. Hopkins (Suzuki) 47.814;
12. Zanetti (Ducati) 57.359;
13. Salom (Kawasaki) 1'11.035;
14. Lundh (Kawasaki) 1'28.197;
15. Brignola (BMW) 1'42.589;
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