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Aprilia: SBK è il mondiale che conta

di Luigi Rivola il 10/02/2010 in Sbk

A Roma è stata celebrata l'apoteosi del campionato Superbike, che sia Biaggi, sia la Casa di Noale, hanno giudicato più valido del MotoGP

Aprilia: SBK è il mondiale che conta
L'Aprilia ha sposato con la massima convinzione il mondiale Superbike. La manifestazione romana di presentazione del team SBK 2010 ne è stata la conferma più eclatante, poiché – non solo per dovere di cortesia nei confronti degli ospiti Paolo Flammini e Paolo Ciabatti, rispettivamente amministratore delegato e direttore generale della Infront Motorsport, organizzatrice del campionato – ma per evidente scelta strategica, le lodi nei confronti del mondiale delle derivate di serie si sono addirittura sprecate.
"Per me c'è più competizione qui che nella MotoGP – ha detto Max Biaggi – Se ci sono sette Case che, invece di ritirarsi dalle corse, hanno deciso di investire in modo consistente sulla Superbike, significa che questo è il campionato che conta".
"Abbiamo scelto di partecipare al mondiale Superbike – gli ha fatto eco Leo Mercanti – perché lo riteniamo al momento il più qualificato, il più legato al progresso tecnico e al mercato, insomma il più competitivo e spettacolare. Qui il confronto è diretto con le migliori moto contro cui dobbiamo misurarci anche dal punto di vista commerciale. Se il nostro prodotto è valido, la partecipazione al mondiale Superbike ne esalta le qualità e la sofisticazione tecnica".
Fa un po' effetto sentire queste frasi da parte del manager di una Casa la cui gloria sportiva è cresciuta sulle vittorie nel campionato "classico", e che anni fa abbandonò la SBK, dove stava cominciando a cogliere importanti successi, per inseguire la chimera della MotoGP.
"Noi non facciamo scelte di principio – ha spiegato Mercanti – ma ragionate. Oggi il mondiale che stimiamo più vantaggioso e convincente è quello della Superbike, ma non è detto che domani non possiamo orientarci nuovamente sulla MotoGP se ci saranno le condizioni per farlo. La Moto2 era improponibile per come è stata formulata: una Casa come la nostra non può correre in una categoria di prototipi che rischia, a parità di cilindrata, di farsi battere da moto molto vicine alla produzione di serie come quelle del campionato Supersport, oltretutto con l'obbligo di usare un motore della concorrenza. Quanto alla MotoGP, il continuo mutare delle regole ci impedisce di fare programmi seri e a scadenza almeno quinquennale. Quando sarà realizzata questa fondamentale condizione, vedremo il da farsi".

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