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Magny Cours: Corser stratosferico

il 07/10/2006 in Sbk

Una superpole-capolavoro premia l’impegno dell’australiano, che demolisce ogni primato del circuito francese e stacca di due decimi Toseland e di sei decimi Lanzi. Bayliss sesto. In Supersport netta superiorità di Charpentier che sulla pista di casa punta

Magny Cours: Corser stratosferico
Sebastien Charpentier - Honda CBR 600 RR

Magny Cours –

di Luigi Rivola, foto Alex Photo


Troy Corser - Suzuki GSX-R 1000

Magny Cours –
Regis Laconi, il mito degli appassionati francesi di Superbike, effettua il giro di lancio salutando il pubblico amico, poi, si abbassa in carena e inizia a fare sul serio, ma il risultato è deludente: 1’41”475. Dopo di lui, Neukirchner sulla Suzuki Alstare ex Foret; il tedesco letteralmente vola rispetto alle qualifiche: nel primo tratto abbassa il tempo di Laconi di quasi mezzo secondo, un altro mezzo secondo lo guadagna nel secondo tratto e conclude in 1’39”961, un tempo che non sarà battuto subito.

..
Non lo batte Nakatomi, che con 1’41”412 riesce comunque a sistemarsi davanti a Laconi, e nemmeno Gimbert, altro idolo dei Francesi, che qui a Magny Cours è sempre andato molto forte, ma che questa volta non fa meglio di 1’40”613, tempo col quale comunque si piazza provvisoriamente al secondo posto. E adesso tocca al nostro Fabrizio, ma il suo giro è moscio: ha già 7 decimi di distacco alla fine del primo intertempo, 1”27 alla fine del secondo e chiude in 1’41”975. Da dimenticare.


, con la stessa Kawasaki di Laconi, fa molto meglio del francese e meglio anche di Gimbert; alla fine del giro, l’inglese è secondo con 1’40”307. Ed ora è il turno di Barros, ma anche per il brasiliano non si mette bene si presenta sul tratto finale con mezzo secondo di ritardo e non riesce a recuperare: 1’41”113, per ora è quarto.
Il giro di Muggeridge è invece in crescendo: stabilisce il terzo tempo nel primo settore, il primo nel secondo, il secondo nel terzo e taglia il traguardo in 1’39”911: Neukirchner è battuto! Subito dopo spetta a Bayliss, ma il neo campione del mondo non è ancora riuscito a trovare, qui a Magny Cours, la miglior concentrazione; il suo giro è velocissimo, ma 33 millesimi di ritardo gli impediscono di far meglio di Muggeridge ed è secondo.


non può puntare alla superpole, ma almeno a piazzarsi primo fra i piloti della Kawasaki e l’impresa gli riesce, a conferma di uno stato di grazia evidente da molti gran premi a questa parte. Kagayama impressiona nel primo intertempo, mantiene un infinitesimale vantaggio sul leader anche alla fine del secondo, poi sbaglia qualcosa e con 1’40”079 è solo quarto.
Ma in pista c’è già Corser, e sembra proprio che l’australiano, molto probabilmente alla sua ultima corsa sulla Suzuki, sia carico a palla. Suo è il primato nel primo tratto, il vantaggio cresce nel secondo, la decisione con la quale si avventa sulle curve è impressionante, e la resa è eccellente; arriva con netto anticipo sul rettilineo d’arrivo e taglia il traguardo in 1’39”147, il tempo di Muggeridge è letteralmente distrutto.
Pitt non va oltre il sesto posto facendo girare la sua Yamaha in 1’40”090, ma arretra al settimo dopo l’impresa di Lanzi, che con una guida estremamente redditizia ottiene un eccellente 1’39”773 e strappa il secondo tempo a Muggeridge. Da Toseland oggi ci si può aspettare tutto: l’inglese è carico e si trova bene su questa pista; il suo giro lo conferma: velocissimo, senza sbavature, chiude in 1’39”355 e Lanzi deve cedergli il posto d’onore.
La superpole termina con Haga, il più veloce in prova. Il giapponese attacca come al solito, guida una Yamaha che si agita parecchio, ci mette del suo, ma il cronometro lo vede in ritardo e gli assdegna alla fine un 1’39”914 che lo insedia in quinta posizione davanti a Bayliss e primo della seconda fila nella griglia di partenza.
Per Corser, primatista assoluto di superpole, è la trentanovesima.

Il secondo turno di prove ufficiali del GP di Francia è stato avversato da condizioni atmosferiche decisamente difficili: asfalto bagnato, o umido in punti diversi della pista, freddo pungente e vento forte. La maggioranza dei piloti non ha ritenuto di dover scendere in pista nemmeno per tentare una messa a punto in queste condizioni specifiche, che potrebbero ripetersi domani pur se è previsto un miglioramento.
I pochissimi che hanno girato lo hanno fatto in punta di spilli, lontanissimi ovviamente dai tempi ottenuti nel primo turno, che sono quindi invariati.
Difficilmente miglioreranno le condizioni prima dell’avvio della Superpole.
Riepilogando: Haga mantiene quindi la pole provvisoria davanti a Toseland e Lanzi. Bayliss è solo otavo, dopo essere incappato in una caduta nel primo turno, e Barros, il vincitore della prima manche di Imola, è decimo.


Quando il direttore di gara apre il circuito alle Supersport per il secondo turno di prove, le condizioni atmosferiche sono migliorate e l’asfalto, se non è del tutto asciutto, presenta però un’aderenza ben superiore a quella saggiata dalle Superbike.


Le moto in pista in pochi giri asciugano completamente il manto stradale e immediatamente compaiono i primi risultati positivi sul tabellone dei tempi: Charpentier migliora ulteriormente il suo fantastico giro di ieri, ottenendo un 1’42”506 che lo consolida in prima posizione con sei decimi di vantaggio sul compagno di squadra Sofuoglu, il quale, a metà del turno, incappa in una brutta caduta dalla quale si rialza zoppicando vistosamente.

Molti piloti abbassano i loro precedenti tempi, in particolare Parkes, che così passa dal sesto al terzo posto, seguito da Checa che si installa al quarto, facendo retrocedere Curtain al quinto. Migliora anche Roccoli, che sale in ottava posizione, mentre Vizziello cade e Nannelli non trova invece la chiave per limare qualche decimo alla sua prestazione di ieri e deve accontentarsi del settimo posto.
Il secondo turno di prove conferma il pronostico: Charpentier sul circuito di casa può disporre di un margine tale che la sua vittoria non sembra in discussione, ma Curtain deve classificarsi almeno ottavo, per mantenere il vantaggio di un punto che gli varrebbe il titolo. Se tagliasse il traguardo al nono posto, sarebbe a pari punti con Charpentier e il campione in carica si confermerebbe per il netto vantaggio in termini di risultati conseguiti durante la stagione. Un ottavo posto per il numero uno della Yamaha non sembra un grosso ostacolo, ma non c’è dubbio che dovrà guadagnarselo.

La corsa delle Superstock è una rivincita della MV, che ha bloccato l’assegnazione del titolo in attesa del giudizio del CAS, la Corte d’arbitrato per gli sport, un organismo super partes con sede in Svizzera, al quale si è rivolta seguendo la procedura prevista dal regolamento sportivo della Federazione Motociclistica Internazionale.
Scassa vuole vincere questa corsa, e Polita per ribadire che il titolo è suo a pieno... titolo, deve strappargli la vittoria o piazzarsi in modo tale da concludere il campionato con un punteggio superiore a quello di Scassa ignorando il provvedimento di Imola.

Appena partito il secondo turno di prove della STK 1000, tutti i protagonisti cominciano a darsi battaglia: Badovini mette alla frusta la sua MV e sorpassa Corti insediandosi al vertice della classifica col tempo di 1’44”787; migliorano anche Dionisi, Baiocco e Biliotti, così che nei piani alti della classifica si assiste a una lotta fra quattro MV e due Yamaha, con le Suzuki a guardare da dietro. Le cose non vanno bene per Polita, che non riesce a scendere sotto 1’45”988, ma non tutto fila liscio nemmeno per Scassa, che improvvisamente è circondato da un denso fumo bianco che fuoriesce dalla carenatura della sua MV. Il motore della F4 è esploso e l’olio si polverizza, inonda l’asfalto e, mentre Scassa porta la moto nello spazio di fuga, si incendia.
Alle spalle di Scassa succede il finimondo: tutti i piloti che sopraggiungono finiscono a terra in una tremenda confusione di carenature che vanno a pezzi; non si vedono né commissari, né bandiere, ma finalmente la baraonda finisce e viene esposta la bandiera rossa. Fortunatamente nessuno si è fatto male.


Dopo mezz’ora le prove riprendono e chi riesce ad approfittare meglio di tutti degli otto minuti rimanenti è Claudio Corti, che segna il tempo di 1’44”739 e per 48 millesimi è in pole davanti a Badovini, Scassa e Dionisi. La MV è una realtà ormai costante al vertice della Superstock.

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