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Imola: Bayliss è campione

il 02/10/2006 in Sbk

L’australiano si controlla in gara-1 e accetta un quinto posto nella manche, vinta da un grande Barros, che gli consegna matematicamente il secondo titolo mondiale SBK. In gara-2 si scatena e vince nonostante una fantastica rimonta del brasiliano. A Charp

Imola: Bayliss è campione
I fans di Max Biaggi si sono già fatti sentire. Lui tarderà poco

di Luigi Rivola, foto Alex Photo


Il podio di Gara-2 con Bayliss, Barros e Kagayama

Imola –
Sulla linea di partenza della seconda manche del GP di Imola SBK c’è un Bayliss diverso da quello della prima gara. Adesso c’è un campione del mondo che ha la certezza che nessuno può più strappargli il titolo, un campione del mondo che è determinatissimo a festeggiare il suo secondo titolo con una nuova vittoria in gara, anche a costo di commettere errori.


Il via, e Bayliss è subito in testa – casco e tuta iridati – ma nessuno dei suoi avversari ha intenzione di inchinarsi: Pitt gli si incolla a ruota, Haga segna il giro più veloce, ma nessuno riesce ad impedire che l’australiano della Ducati forzi il ritmo, batta il primato sul giro e si allontani irresistibilmente: 5”5 di vantagio su Pitt al quinto giro, 1”3 al sesto, 1”5 al settimo.
Dietro di lui sei piloti si giocano il secondo posto: Pitt è in grande giornata e tiene brillantemente testa a Corser , che viene superato da Kagayama, mentre Haga è quinto e Xaus sesto davanti a Toseland e Muggeridge. Barros, vincitore della prima manche, è nono in rimonta.
La superiorotà di Bayliss addormenta la corsa, ma a risvegliarla ci pensa Xaus, attaccante micidiale, che, arrivato a ruota di due calibri come Corser e Haga, in poche curve se li mangia entrambi piazzandosi in quarta posizione dietro a Kagayama.


Corser sembra voler mollare, e cede anche a Toseland, ma sul campione del mondo 2005 incombe anche l’incubo Barros, oggi formidabile; il brasiliano arriva alle spalle della Suzuki, studia l’avversario per non più di un paio di curve, poi entra deciso e passa al sesto posto strappandolo a Corser. Adesso tocca a Xaus (che Haga aveva risuperato), poi, poche curve più avanti allo stesso Haga, che non sembra il campione combattivo che conosciamo.
Intanto Kagayama ha vinto il suo duello con Pitt ed è passato secondo. Il distacco fra il giapponese della Suzuki e Barros è di soli 2”5 e mancano ancora cinque giri al termine. Barros secondo? Si può fare...
Al diciassettesimo giro esce di scena Xaus. Il motivo? Neanche a dirlo: una bella e inutile caduta. Barros ha una marcia in più e tutti gli altri – inutile negarlo – questa volta ne hanno una in meno, ad esclusione di Bayliss. Che cosa hanno mangiato all’ora di pranzo i grandi campioni della Superbike? Per Barros è di una facilità incredibile: mira, messa a fuoco, sorpasso. Sempre, a colpo sicuro: non uno che gli resista almeno per un paio di curve. Così infila anche Pitt e Kagayama ed è secondo.


A due giri dalla fine Bayliss ha 2”7 su Barros; all’ultimo giro 2”1; Barros è concentratissimo e gli si avvicina curva dopo curva, ma il traguardo è ormai dietro l’angolo. La Ducati 999F06 esce dalla variante bassa , la bandiera a scacchi è pronta e un istante dopo sventola su Bayliss che impenna mentre gli sfreccia a fianco Barros, pure in impennata. Il pubblico è quello delle grandi occasioni ed è stato premiato da un grande spettacolo.
La classifica vede dunque vincitore Bayliss su Barros; il terzo gradino del podio va a Kagayama che precede di un soffio Pitt e Toseland. Haga è sesto davanti a Lanzi, Muggeridge, Corser e Laconi.

Bayliss non aspetta, non vuole giocare, vuole vincere. Così scatta subito in testa davanti a Pitt e Haga. Il primo giro è già effervescente: Lanzi esce sull’erba e deve mollare il gruppo dei primi ai quali era agganciato; Kagayama e Neukirchner si eliminano vicendevolmente e la telecamera purtroppo non va ad inquadrare la faccia di Batta, il boss dei due, che certamente è uno spettacolo...
Pitt attacca e supera Bayliss, pressato alle spalle da Haga; da dietro avanza Xaus che è il più veloce in pista dopo il leader; troppo veloce, non finisce il terzo giro che lo spagnolo è già per terra. Peccato. Pitt conduce e Bayliss non molla; Haga, inutile dirlo, neanche. Corser è quarto, ma incappa in un dritto e rientra al diciassettesimo posto. Quarto a questo punto è Toseland che precede Barros e Lanzi. La corsa è appassionante, con quattro piloti che si contendono il primato in un fazzoletto e un quinto, Barros, che ha un passo che fra poco lo porterà ad unirsi ai primi. Infatti il brasiliano della Honda stabilisce il nuovo giro più veloce e aggancia Toseland, ma proprio in quel momento il gruppo si rimescola: Bayliss passa a condurre seguito da Haga che viene superato da Toseland, mentre Pitt arretra al quinto posto, infilato anche da Barros. Sembra una corsa delle 125 GP...


Il brasiliano insiste e mira ad Haga: lo inquadra, lo affianca all’interno e lo frega in uscita, adesso è terzo dietro a... Bayliss, che nel frattempo si è fatto sverniciare da Toseland. Al decimo giro si ritira Fabrizio, settimo, per problemi meccanici e Barros avanza di un’altra posizione scavalcando Bayliss; attende ancora un giro, poi attacca anche Toseland e passa al comando.
A sette giri dalla fine la corsa cambia fisionomia: Barros e Toseland davanti a tutti e Bayliss terzo a 3”2 con lo spauracchio della coppia Haga - Pitt alle sue spalle. Sesto è Laconi, a oltre 14”, in lotta con Muggeridge e Lanzi. Barros allunga costringendo Toseland alla resa, intanto Lanzi aumenta il ritmo e riesce ad aver ragione in successione di Mugeridge e di Laconi, portandosi al sesto posto. A tre giri dalla fine Barros ha 3”5 su Toseland e Bayliss cede il terzo posto a Pitt che guadagna subito qualche lunghezza, mentre Haga è quinto, ormai staccato e Lanzi sesto senza problemi. Per il settimo posto lottano Laconi, Nieto e Muggeridge e dei tre Nieto è quello che sembra avere il passo più rapido.


Nulla ormai può strappare la prima vittoria mondiale nella Superbike ad Alex Barros, che taglia il traguardo fra l’euforia del pubblico, e in tribuna spunta anche una bandiera brasiliana. E nulla può strappare il titolo mondiale 2006 a Troy Bayliss, che in vista del traguardo si lascia superare anche da Haga, si ferma accanto al muretto del box, indossa la maglietta e il casco coi colori dell’iride e si avvia per un giro d’onore. Toseland è secondo davanti a Pitt, Haga e Bayliss. Lanzi è sesto e Nieto sullo slancio ha ragione di Laconi e gli strappa il settimo posto. Il francese cede di schianto per un grosso problema alla gomma anteriore e si fa superare in extremis anche da Muggeridge e Abe.

Scatta al comando Kenan Sofuoglu, con la Honda CBR600RR Ten Kate, trascinandosi in scia Curtain, Fujiwara, Charpentier, William De Angelis e Nanelli. Curtain resiste al secondo posto per tre giri, poi cede all’incalzare di Charpentier che si lancia a caccia di Sofuoglu, mentre Nannelli attacca Fujiwara e riesce ad averne ragione al quinto giro. Il giapponese del Team Megabike un giro più tardi cede anche a William De Angelis e scivola in sesta posizione.


Sofuoglu guida con grande sicurezza e Charpentier sembra in grado di tenere il ritmo imposto dal compagno di squadra, Curtain dal canto suo non ha problemi a mantenere il terzo posto e tanto gli basta per garantirsi la minima perdita di punti nell’ottica mondiale.
All’undicesimo giro, Vizziello, autore di una rimonta molto efficace, supera Fujiwara ed è sesto; il giro successivo a far le spese della furia del pilota del Team Italia è William De Angelis e un giro più tardi la Yamaha bianco-azzurra di Vizziello è quarta, in seguito a un’improvvisa retrocessione di Nannelli per problemi al motore della sua Ducati.


Al quindicesimo giro la corsa assume la sua fisionomia definitiva: Charpentier invia un suo preciso segnale a Sofuoglu, che dà atto di conferma cedendogli il primo posto. Le posizioni sono ormai stabilizzate e il campione del mondo in carica conquista la sua prima vittoria dopo cinque gran premi. E’ una vittoria importantissima perché incrementa di molto le sue possibilità di contendere a Curtain il titolo nell’ultimo GP del 2006, che si correrà in casa del campione, a Magny Cours. Alle spalle di Charpentier si classifica l’ottimo Sofuoglu, a meno si mezzo secondo di distacco, terzo è Curtain, a 9”6, quarto Vizziello e quinto De Angelis, che precede Parkes, Nannelli, Fujiwara, Tiberio e Roccoli.

Scassa, Corti, Roberts, Badovini, Dionisi, Polita: i primi sei al via sono anche i sei candidati alla vittoria e quattro di loro si giocano il titolo. Scassa, andato in testa con grande autorità, sembra avere un passo decisamente più lungo degli inseguitori: in un solo giro accumula 1” di vantaggio, a ribadire una superiorità, qui a Imola, già evidenziata in prova.
Alle sue spalle è bufera: Roberts sorpassa Corti che cede anche a Badovini, ed è attaccato pure da Polita che lo supera alla fine del terzo giro.
Un giro più tardi Badovini attacca Roberts e se lo mette alle spalle guadagnando il secondo posto; due MV al comando: il circuito di Imola non lo vedeva da trent’anni... Al sesto giro Scassa ha 2”2 su Badovini, seguito a mezzo secondo da Roberts che precede Polita, Corti, Dionisi e Baiocco. Badovini non riesce ad allungare su Roberts che è insidiosissimo, e gli altri si riavvicinano.


Il ritmo di Scassa non cala: suo è il giro più veloce ed è lampante che è in grado di gestire la corsa senza eccessivi patemi. Dietro di lui, ad oltre 3”, un gruppo compatto di cinque piloti racchiusi in 1”; Badovini tiene duro, ma Roberts lo attacca ad ogni curva, mentre Polita è pronto ad approfittare del minimo errore altrui. Al decimo giro Badovini arretra di colpo e si ritrova quinto davanti al compagno di squadra Dionisi.


A due giri dalla fine, il vantaggio di Scassa è salito a 5” e la vittoria non è più in discussione. Per il secondo posto invece ci si attende un finale da brivido, anche se il gruppo dei cinque si è sgranato e Badovini appare fuori gioco, superato anche da Dionisi. L’ultimo giro è trionfale per Scassa e tremendo per Polita, attaccato da ogni parte da Corti: il pilota della Suzuki si difende benissimo e quello della Yamaha è costretto alla resa. Scassa taglia il traguardo in impennata davanti a un sicuro Roberts, mentre Polita coglie un importantissimo podio.

A fine corsa si è saputo invece che Scassa è stato squalificato per irregolarità tecnica della sua moto: sulla MV era montato un cronometro con possibilità di acquisizione dati, e la presenza dello strumento è stata giudicata irregolare anche prendendo atto che l'acquisizione dati non era possibile in mancanza dei cavi di collegamento e dei sensori montati sul motore. La MV ha fatto ricorso, ma è stato respinto. La classifica è stata corretta e di conseguenza, Polita, secondo, ha vinto matematicamente e meritatamente il titolo della Coppa del Mondo Superstock 1000.
Leggi l'approfondimento, con dettagli e interviste.

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