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Lausitz: Kagayama e Toseland su tutti

il 10/09/2006 in Sbk

Una vittoria alla Suzuki e una alla Honda nel GP che la Ducati aveva dominato in prova. Bayliss getta al vento una corsa che era sua in gara-1 e cede nel finale di gara-2 accontentandosi del terzo posto. A Sofuoglu la Supersport, ma Curtain ormai stringe

Lausitz: Kagayama e Toseland su tutti
L’ombrellaia di Nannelli

di Luigi Rivola, foto Alex Photo

James Toseland saluta il pubblico tedesco dal gradino più alto del podio in Gara-2

Lausitz – Scatto felino di Haga, al quale replica immediatamente Toseland portandosi in testa davanti al giapponese, a Bayliss, Corser, Kagayama, Pitt, Muggeridge, Barros, Lanzi, Nieto e Xaus. Due giri, e Toseland è ancora primo nonostante i ripetuti attacchi di Haga, mentre Bayliss sembra temporeggiare, memore della corsa buttata via in precedenza.


I tempi sono abbastanza lenti, sopra 1’40”, ma al terzo giro i primi tre aumentano il ritmo; Pitt cade e Laconi si ferma per lo stop inflittogli per partenza anticipata: era sedicesimo.
Toseland tiene duro, anzi guadagna quattro decimi su Haga, che al quinto passaggio cede la seconda posizione a Bayliss; nello stesso giro Corser rallenta, anche lui penalizzato per partenza anticipata.


, vincitore della prima manche, è invece in palla: al settimo giro è il più veloce in pista e riduce il suo distacco a 1”5 dal leader; un giro più tardi il giapponese della Suzuki aggancia il gruppo che lo precede ed entra ufficialmente in lizza per la seconda vittoria della giornata. Quattro marche ai primi quattro posti: Honda, Ducati, Yamaha e Suzuki; dopo la grande soddisfazione della vittoria e del terzo posto di Walker e Nieto, qui in Germania le cose non vanno altrettanto bene per la Kawasaki; in questa seconda manche, Nieto e Walker sono ottavo e nono, già staccati di 10” dopo 11 giri. Corser nel frattempo è rientrato in zona punti, risalendo dagli ultimi posti fino al quindicesimo.


Poco dopo la metà gara la situazione è invariata. L’impressione è che Bayliss attenda il finale per aprire del tutto e andarsene, come ha fatto diverse volte nelle prime corse di questa stagione: la sua 999 F06 ha un potenziale inferiore a 1’39”, quindi il margine non dovrebbe mancargli. Il motivo di maggior interesse in questa fase della gara è il lento ma costante recupero di Barros, quinto, ma distante solo, al quindicesimo giro, 1” da Kagayama, fanalino di coda del gruppo di testa, che vede ora Haga secondo con Bayliss a ruota.
Al sedicesimo giro Barros acchiappa Kagayama, che stenta a tenere il passo degli altri; ancora due tornate, e Barros è quarto, ma esagera e paga con una caduta che rovina una bellissima corsa. Toseland è decisamente in giornata: respinge ogni attacco di quel mastino che è Haga, pennella tutte le curve senza sbavature e sembra in grado di conservare il comando sino in fondo, mentre Bayliss appare invece in lieve difficoltà.


Al penultimo giro Toseland guida con 2 decimi su Haga e 8 decimi su Bayliss; Kagayama è quarto a oltre 6”. Il giro finale non riserva inizialmente sorprese se non l’evidente e inattesa resa di Bayliss. Haga spinge a fondo, cerca un varco e non lo trova, insiste fino all’ultima curva, ma il Toseland di oggi è quello dei giorni migliori, è l’ex campione del mondo, e non cede di un centimetro. Il traguardo è il suo in volata davanti a Haga e Bayliss, quarto è Kagayama che precede Muggeridge, Lanzi, Nieto, Fabrizio, Xaus e Walker.

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Buona partenza per tutti i potenziali protagonisti, ad esclusione di Barros, ma questa non è affatto una novità. Prende il comando Haga davanti a Bayliss, Corser, Pitt, Toseland, Muggeridge, Kagayama e Lanzi, ma alla fine del primo giro Bayliss è già davanti e allunga, staccando subito gli inseguitori. Il margine del campione della Ducati è di quasi mezzo secondo al giro: lui gira in 1’38” alto, tutti gli altri sopra 1’39”.


Al quarto giro Bayliss ha quasi 2” su Haga, potrebbe amministrarsi, ma insiste e commette un errore che gli procura una scivolata. Risale in moto e rientra in pista al ventitreesimo posto, alle spalle di Chili. Ai primi tre non pare vero di giocarsi la corsa senza l’incubo della Ducati; Haga guida con a ruota Corser e Pitt mentre Kagayama spinge a fondo per agganciarli ed entrare anche lui in partita. Ce la fa, e la corsa vede così un primo gruppo di quattro piloti in lotta per la vittoria e un secondo gruppo, staccato di poco più di 3” e composto dalle tre Honda di Toseland, Muggeridge e Barros, che battaglia per il quinto posto. Ottavo è Lanzi, alle cui spalle c’è lotta dura in famiglia fra i tre piloti della Kawasaki PSG-1: nell’ordine Walker, Nieto e Laconi.
Al dodicesimo giro Bayliss è sedicesimo dopo aver scavalcato Fabrizio. Passa poi Abe, Xaus, Martin e punta su Neukirchner, che supera al quattordicesimo giro, riservando subito identica sorte a Laconi e conquistando l’undicesimo posto.


Intanto Haga ha messo qualche lunghezza fra la sua Yamaha e le due Suzuki di Corser e Kagayama, mentre Pitt ha ceduto e Barros ha avuto ragione di Muggeridge e Toseland. Al diciassettesimo giro anche Nieto cede a Bayliss che si avventa ora su Walker, lo raggiunge in un lampo e lo infila senza remissione. Bayliss ora è nono e davanti a lui, a meno di 3” c’è il compagno di squadra Lanzi.
A quattro giri dal termine, il gruppo di testa si è ricompattato anche se Haga tiene ancora il comando; Pitt è in lotta con Barros per il quarto posto e Muggeridge e Toseland sgomitano per il sesto. L’inglese di Ten Kate commette un errore, esce di pista, naviga nello spazio di fuga, quindi rientra alle spalle di Lanzi e Bayliss, che nel corso dello stesso giro sbaglia di nuovo, va sul prato e torna in gara ancora una volta alle spalle del compagno.


In testa il clima si è fatto rovente: Kagayama “sposta” Corser e lo passa, quindi infila Haga all’interno e gli strappa il comando. Il giapponese ha trovato il ritmo giusto e riesce anche ad allungare, mentre Haga deve vedersela con Corser. Arriva l’ultimo giro e Kagayama va a vincere indisturbato davanti a Haga che controlla Corser in volata. Quarto è Pitt che resiste alla pressione di Barros. Sesto è Muggeridge e settimo Bayliss. La Ducati non festeggia.

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La prima curva vede nell’ordine Curtain, Sofuoglu, Zaiser, Foret e Charpentier. Curtain vorrebbe staccarsi subito, ma il turco della Honda non lo molla. I due si separano dagli immediati inseguitori, primo dei quali è Foret con la seconda Yamaha-Germania, che ha superato Zaiser con la Ducati. Nannelli è settimo, Tiberio nono e Vizziello decimo.
Curtain stabilisce il nuovo record della pista (che già gli apparteneva), ma non si scrolla di dosso Sofuoglu, Foret invece è saldamente terzo avendo staccato Zaiser che resiste alla pressione di un quartetto composto da Charpentier, Stigefelt, Nannelli e Harms.


Al sesto giro, Charpentier arriva lungo alla fine del rettilineo, imbocca la corsia di fuga, arriva senza problemi al muro di gomme, trova un varco, ma lo calcola male e rimane incastrato fra le gomme. Torna indietro, gira attorno alle gomme e può rientrare finalmente in pista, ma al trentunesimo posto. Sceglie di ritirarsi. Incredibile...


Il duello fra Curtain e Sofuoglu continua: l’australiano conduce e il turco, che ha strappato a Curtain il primato sul giro, gli sfrutta la scia. Foret mantiene indisturbato il terzo posto, mentre Stigefelt e Harms sono quarto e quinto dopo aver avuto ragione del coriaceo Zaiser, che al decimo giro cede anche a Nannelli, sesto con la soddisfazione di ritrovarsi primo dei ducatisti. Vizziello è ottavo davanti a Tiberio e De Angelis. All’undicesimo giro anche Vizziello passa Zaiser, intanto Roccoli è risalito fino al quindicesimo posto; davanti, compresi in 2” ha sei piloti. Un giro più tardi cade Stigefelt e Harms lo sostituisce al quarto posto, che fa gola anche a Nannelli, pericolosamente vicino.


A tre giri dalla fine, Sofuoglu entra in curva all’interno di Curtain e prende il comando, Curtain gli si incolla a ruota e prova, inutilmente, a ripassarlo in rettilineo. Poche curve più tardi l’australiano della Yamaha incappa in una violenta sbandata che probabilmente lo fa riflettere... Sofuoglu sta in carena, caparvio e veloce, non concede nulla e taglia il traguardo per primo davanti a Curtain, Foret, Harms, Nanneli, Vizziello e Zaiser. Roccoli è dodicesimo e precede Sanchini. Il titolo per Curtain e la Yamaha non è ormai più un sogno.

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Lausitz – Scassa è in testa all’avvicinarsi della prima curva, Corti lo affianca di slancio, lo supera, stacca al limite con la moto in forte sbandata e tiene il comando in uscita, seguito da Scassa, Roberts, Dell’Omo, Badovini e Polita.
Polita forza per non perdere il contatto coi primi, passa Badovini, poi, all’uscita della terza curva dopo il rettilineo opposto al traguardo, esce molto largo, tocca l’erba e la moto impazzisce. Il leader della classifica iridata tenta in tutti i modi di controllare la sua Suzuki, ma viene disarcionato mentre la moto carambola spaventosamente in mezzo alla pista. I piloti che seguono riescono ad evitarla, ma non ce la fa Dionisi, che centra la Suzuki in pieno con la sua MV e compie un volo tremendo atterrando duramente sull’asfalto.


La MV si incendia in mezzo alla pista, mentre Dionisi cerca di guadagnare carponi lo spazio di fuga. A quel punto cade un terzo pilota, il sudafricano Morais, mentre viene esposta la bandiera rossa e la corsa è immediatamente sospesa.
Una scena impressionante, d’altri tempi, fortunatamente conclusasi senza gravi conseguenze per nessuno dei coinvolti: Polita rimedia una sospetta frattura a un polso, Dionisi una sospetta frattura a un tallone e Morais ne esce illeso. La corsa viene ridotta a 9 giri e rimandata al pomeriggio.


Il secondo via vede Badovini subito al comando seguito da Corti, Roberts, Napoleone e Lunadei. Scassa, partito dal fondo dello schieramento a causa di una perdita d’olio della sua MV, per un errato montaggio del coperchio della frizione, è dodicesimo e Polita, in condizioni fisiche decisamente precarie, è quindicesimo. Badovini tiene la testa, ma Corti lo tallona e Scassa è in forte rimonta, già ottavo a 6”7 dal primo.


Al sesto giro Badovini entra troppo forte in curva, scivola e dà addio banalmente a una gara che per lui poteva significare il campionato. Corti ringrazia e se ne va in solitudine , con Roberts a 3”6, Napoleone e Lammert a 7” e Scassa, quinto, a 8”3. L’ultimo giro non presenta incognite per Corti, che taglia il traguardo con una lunghissima impennata; Roberts è secondo a 1”8 e Napoleone conserva il terzo posto vincendo la volata con Lammert e Scassa.

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