Sbk
Doppietta di Laconi a Misano
Una Ducati irresistibile nelle mani del francese, che vince di forza entrambe le manche. Due secondi posti per Vermeulen e due terzi per Corser. Chili ancora fra i protagonisti. In Supersport vittoria di Charpentier su Foret; caduta di Nannelli al secondo
di Luigi Rivola, foto Alex Photo
Il podio di gara-2
Misano – Corser, Vermeulen, Muggeridge e Laconi: in questo ordine i primi quattro affrontano la prima curva della seconda manche del GP di San Marino SBK. E la bagarre comincia immediatamente: Vermeulen attacca Corser e lo supera, Laconi fa pressione su Muggeridge e questi, per liberarsene, punta su Corser, riesce a passarlo, ma a distanza di una sola curva il pilota della Suzuki gli è nuovamente davanti.
Due soli giri, e la coppia diventa un tris, ma a Laconi non basta: appena raggiunta la ruota di Corser, cerca il sorpasso, che gli riesce, ma non riesce ad evitare la reazione in uscita di curva da parte dell’avversario, che torna davanti.
Mentre davanti si accende la battaglia, alle spalle dei primi la situazione è tutt’altro che tranquilla: Muggeridge, Toseland e Chili si battono nello spazio di pochi centesimi l’uno dall’altro, ed è Chili a prevalere sugli altri due impossessandosi del quarto posto al nono giro, lo stesso in cui Laconi, dopo aver superato con grande decisione Corser, si porta al comando avendo ragione anche di Vermeulen.
Al dodicesimo giro Toseland ha uno scatto d’orgoglio e si riporta su Chili, lo studia e lo supera; il bolognese non reagisce e gli si incolla a ruota, intanto Haga ha scavalcato Muggeridge che anche nella seconda manche, dopo lo sprazzo iniziale, sta facendo la corsa del gambero... all’indietro. Opaca anche la corsa di Kagayama, che naviga in dodicesima posizione preceduto da Lanzi, che lotta a stretto contatto di Walker e Bussei con le Kawasaki. Continua la rimonta di Haga, che a quattro giri dalla fine vince il duello con Chili e si insedia in quinta posizione.
Laconi, che ha messo 1”5 fra sé e Vermeulen, deve solo preoccuparsi a questo punto di non commettere uno dei suoi sorprendenti errori. Oggi però è proprio la sua giornata e il ritmo sciolto e allo stesso tempo velocissimo con cui pennella le curve del Santamonica è rivelatore di una grande sicurezza. Arriva l’ultimo giro e Laconi è solo: Vermeulen non tenta attacchi, piuttosto si preoccupa di difendere il suo secondo posto da un Corser sempre aggressivo. La corsa si conclude senza patemi, se non per Haga, che nel finale si ritrova nuovamente addosso l’irriducibile Chili al quale deve cedere, fra gli applausi dei tanti appassionati arrivati in moto a Misano, un meritatissimo quinto posto.
Al via scatta in testa Vermeulen con a ruota Corser e subito dietro Laconi; poche curve e Corser attacca senza indugi, ma Vermeulen lo respinge: i due si toccano, ma riescono a mantenersi in sella, intanto Laconi si avvicina staccando Muggeridge che ha scavalcato Toseland al quarto posto. Al terzo giro Pitt scivola ed è fuori causa, al quinto Laconi supera Corser e si porta in seconda posizione a ruota di Vermeulen, che regge la pressione con la consueta freddezza. In quello stesso giro, all’uscita della curva della Quercia, passati i primi tre, arriva il gruppo degli inseguitori: all’improvviso viene esposta la bandiera rossa per la presenza, in mezzo alla pista, della Ducati di Brignola; i piloti si rialzano, ma uno, Neukirchner, forse non si accorge della bandiera e, magari per una frenata esagerata, o per un contatto con un altro pilota – sembra Chili – finisce violentemente a terra: una gran brutta caduta, ma fortunatamente Neukirchner si rialza, illeso. La corsa è sospesa.
Venti minuti di sospensione, poi il nuovo via, ma il semaforo non fa in tempo a dare il verde, che già molti piloti sono scattati. Di nuovo fermi tutti. Si ricomincia.
Finalmente lo start è corretto e questa volta le Honda in testa sono due: Vermeulen davanti e Muggeridge a ruota, ma Laconi è lì che non molla, seguito da Kagayama, Corser, Toseland e Cardoso. Neukirchner, rimontato in sella, è dodicesimo mentre Chili, partito malissimo, è diciottesimo.
All’inizio del settimo giro Laconi infila Muggeridge e si porta a ruota di Vermeulen; Neukirchner dal canto suo non trova di meglio da fare che cadere ancora. La corsa è frenetica: in testa c’è il terzetto Vermeulen, Laconi, Muggeridge, ma a pochi decimi (anche se in realtà si tratta di un secondo e oltre, dovendosi fare la somma dei tempi delle due frazioni di gara) inseguono Kagayama, Corser, Toseland e Haga. Al settimo giro Laconi infiamma il pubblico di Misano strappando il comando a Vermeulen, intanto Kagayama attacca Muggeridge e con una bella staccata se lo mette alle spalle.
A metà corsa Laconi è in testa con 1”5 su Vermeulen che ha a ruota Kagayama. Corser è a 4”, ma è riuscito a liberarsi di Muggeridge, che al quattordicesimo giro deve lasciare strada anche a Toseland e Haga. Walker è in ottava posizione davanti a Lanzi, Nieto e Chili, come al solito in rimonta. Lanzi attacca Walker e lo supera guadagnando non una, ma due posizioni, visto che in quello stesso istante, più avanti, Kagayama spreca un podio volando e demolendo la sua Suzuki. In testa non ci sono momenti particolarmente eccitanti, quindi il protagonista diventa Chili, che in due giri sorpassa Nieto, Walker e Muggeridge, portandosi in settima posizione alle spalle di Lanzi.
L’interesse a questo punto si sposta sul duello in atto fra Corser e Toseland per il terzo posto; al ventunesimo giro Toseland si inserisce all’interno in ingresso di curva e riesce a superare l’australiano, che risponde in uscita con un sorpasso a fil di ruota; il campione del mondo ci riprova, torna davanti, ma lo sfidante replica subito e recupera la terza posizione. Toseland insiste, caparbio e velocissimo, si butta davanti alla ruota della Suzuki, tiene duro in traiettoria con la sua 999 che sbanda paurosamente, e Corser è battuto. Non è ancora finita, ma il Toseland di oggi è quello che è diventato campione del mondo a Magny Cours: grande. Grande anche Lanzi, che si permette il lusso di mettersi dietro uno come Haga e di riuscire a mantenere il quinto posto sino alla fine.
La corsa è vinta da Laconi con 5” su Vermeulen e 7” su Toseland, che però, nella somma dei tempi delle due frazioni di gara risulta quarto dietro a Corser. Chili è settimo, da diciottesimo che era in partenza.
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Al via, Foret impenna dalla pole e si lancia sulla prima curva davanti a Curtain, Sanna, Charpentier, Fujiwara, Parkes e Nannelli. Il toscano della Ducati inizia subito la sua rimonta, ci mette del suo, come sempre, ma a metà del secondo giro esagera e la sua corsa finisce fra il polverone di uno spazio di fuga. Lungo la pista, prima di lui, si era fermato anche Michel Fabrizio a causa della quasi incredibile perdita della catena di trasmissione.
Foret assume subito un passo indiavolato e tiene il comando, mentre Charpentier e Fujiwara impiegano tre giri per liberarsi di Curtain e della sua Yamaha. I due piloti della Honda del Team Ten Kate spingono ancora sull’acceleratore e si avvicinano al fuggiasco Foret, ma il francese resiste sino alla fine del decimo giro, dopodiché cede a Charpentier ma continua a frenare le velleità di Fujiwara.
A metà gara il terzetto di testa mantiene il ritmo amministrando il vantaggio sulle Yamaha di Curtain e Parkes; i colori italiani, dopo i ritiri di Nannelli e di Fabrizio, sono tenuti alti da Sanna, sesto a mezzo secondo da Parkes, da Antonello e Migliorati, che lottano per l’ottavo posto.
La corsa non desta particolari emozioni: la legge è imposta da Charpentier e dalla sua Honda, e Foret è veramente tosto a resistere fra i due, a rischio di esserne stritolato. La differenza fra il passo dei primi tre e quello degli inseguitori fa sì che i distacchi diventino rilevanti e che la spettacolarità della gara ne soffra, ma questo non preoccupa Charpentier, che va a vincere controllando Foret, mentre al terzo posto si piazza un Fujiwara rinunciatario e pago di salire sul gradino più basso del podio.
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Partenza perfetta per Van Keymeulen, che con la Yamaha R1 guadagna subito diverse lunghezze di vantaggio sul gruppo guidato da Ianuzzo con la MV. Al terzo posto si insedia Chiarello con la Suzuki, seguono Roccoli e Coxhell, mentre De Marco, con la seconda MV del Team Gimotorsport, è partito male e sta iniziando una bella rimonta.
Al quarto giro, quando Iannuzzo è ormai a ruota di Van Keymeulen, De Marco ha guadagnato tre posizioni ed è quarto, ma cade e si ritira.
In testa Van Keymeulen ha addosso Iannuzzo e Chiarello e cominciano i sorpassi e le azioni di disturbo. Al settimo giro è al comando la Suzuki e al nono la MV, poi ripassa la Suzuki e guadagna qualche metro sulla MV, mentre la R1 è in attesa.
Al decimo giro Polita sorpassa Roccoli e conquista la quarta posizione, intanto Iannuzzo molla e arretra, sorpassato da Van Keymeulen che riesce a tenere il passo di Chiarello. Con il calo di Iannuzzo, la corsa perde un po’ del suo mordente: Chiarello tiene il comando con bella fermezza e Van Keymeulen aspetta l’ultimo giro per sferrare un attacco.
Il finale però non riserva sorprese: dopo un paio di scaramucce, che il pilota della Suzuki para con apparente facilità, Van Keymeulen rinuncia e lascia scorrere per primo Chiarello sotto il traguardo per la prima vittoria della Suzuki nel campionato Superstock 2005. Terzo si classifica Iannuzzo portando sul podio a Misano una MV che qui l’aveva conquistato l’ultima volta trent’anni fa, e quarto si piazza Roccoli, che con questi punti, complice l’assenza del leader del campionato, il turco Sofuoglu, passa a condurre con otto punti di vantaggio la classifica della Coppa del Mondo.
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