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Superpole: incredibile Chili!

il 04/09/2004 in Sbk

In due giorni tanti hanno tentato di batterlo, nessuno ci è mai riuscito. In compenso lui si è migliorato ogni volta e ha concluso con una superpole eccezionale che ne fa il superfavorito per le due corse di domani. Muggeridge il più veloce in Supersport

di Luigi Rivola, foto Alex Photo


Anche oggi gli avversari l'hanno visto da questa prospettiva: Chili mantiene la prima posizione dopo le qualifiche e domani partirà dalla pole

Assen –
Terzo in ordine di partenza per la Superpole, Haslam con 2’04”256 azzecca il giro migliore delle sue due giornate e si porta al comando di una Superpole che nelle fasi iniziali non riserva sorprese, se non la caduta di Martin. Solo Haga, partito settimo, si avvicina ad Haslam, scendendo sotto 2’05”, ma deve accontentarsi del secondo posto provvisorio, con un tempo che è almeno mezzo secondo sopra il suo potenziale e che per poco non è battuto da Corser, mago della Superpole, ma frenato da una moto, la Foggy Petronas, ancora non sufficientemente competitiva.
Poi si lancia Borciani, spinge forte la sua 999 e all’intertempo accusa un ritardo di tre decimi da Haslam, ma insiste nella seconda parte del tracciato e taglia il traguardo in 2’04”280, a soli 14 millesimi dal leader.


McCoy fa il suo solito giro senza infamia e senza lode piazzandosi momentaneamente al sesto posto, quindi lascia strada a Laconi, che non ha scelta: deve puntare alla vetta. E lo fa. Pareggia i conti con Haslam all’intertempo, poi allunga, guadagna preziosi decimi e alla fine sigla un eccellente giro col tempo di 2’03”856. Primo!
Tocca a Bussei, attesissimo dopo le grandi prestazioni nei due turni di prove. L’italiano è in gran forma, ma commette qualche errore, si concede qualche sbavatura di troppo e il risultato non lo premia: 2’05”276.
Nannelli, che come Bussei guida una “vecchia” 998 RS, riesce a far meglio: il suo giro è tutto un agitarsi della moto, una sequenza di acrobazie, tanto che non si capisce se possano essere produttive o controproducenti. Conta solo il cronometro, che alla fine assegna al toscano un ottimo 2’04”681 che gli vale per il momento il quinto posto alle spalle di Haga.
E’ il turno di Vermeulen e della sua Honda CBR1000RR. Il numero 17 sfreccia sull’asfalto di Assen, il quattro cilindri urla in modo impressionante, ma davanti a Vermeulen c’è un muro: quel 2’04” che non è mai riuscito a demolire e che anche questa volta gli resiste. Con 2’04”18 conquista un momentaneo secondo posto.
Toseland nelle prove ha dimostrato di trovarsi meglio ad Assen del collega Laconi. La Superpole è la conferma che cerca e che non vuole farsi sfuggire. Il pianista della Ducati appare determinatissimo fin dai primi metri, pennella pulitissimo le curve, si chiude in carenatura appena si apre un rettilineo, non sbaglia nulla e alla fine la conferma che cerca arriva: 2’03”755. Toseland è primo e Laconi secondo. La Ducati gioisce.
Ma c’è ancora Chili, il guastafeste per eccellenza. Piefrancesco è stato primo nelle qualificazioni di venerdì con 2’04”0; primo nelle qualificazioni di sabato con 2’03”9; primo nelle libere di sabato con 2’03”3: fino a questo momento la sua è stata una vera e propria marcia trionfale. Ce la farà? Non giriamoci tanto intorno: come guida lo sappiamo, come tiene tutti col fiato sospeso mentre vola basso con la sua grinta unica, altrettanto. Andiamo diretti al risultato: ce l’ha fatta e ancora una volta ha superato tutti e anche se stesso: 2’03”1, una superpole che ha quasi dell’incredibile. Vai, Chili, e domani batterti sarà dura per tutti!

Assen – La prima mezz’ora del secondo turno di prove ufficiali passa senza che Chili e Nannelli, primo e secondo, vedano in pericolo le rispettive posizioni nella classifica provvisoria. Vermeulen invece si vede superato al terzo posto da un Borciani in gran forma, poi anche da un Laconi in ripresa ma non ancora in palla. Haga dal sedicesimo risale fino all’ottavo posto, ma non sembra ancora disposto a tentare l’affondo.
Risale anche Pedercini, che a 15 minuti dal termine del turno strappa a Clementi la nona posizione tenendosi dietro anche Walker, Haslam, McCoy, Martin, Corser e Sanchini.
Tanto per cambiare, il guanto della sfida lo lancia ancora Chili a 8’ dalla fine. Il bolognese spara la sua 998R sull’asfalto di Assen e sfreccia sul traguardo come un missile: il cronometro conferma l’impressione di un gran tempo: 2’03”953, tutti gli altri sono abbondantemente sopra 2’04”. Il primo a reagire è Toseland, che con un apprezzabile 2’04”59 scalza Borciani dal terzo posto, poi arriva Vermeulen che supera Nannelli e si piazza alle spalle di Chili, mentre Bussei sfiora il tempo di Nannelli e si piazza al quarto posto davanti a Laconi e Toseland. Tardozzi, al box, viene inquadrato mentre scuote sconsolatamente la testa.
Ma Toseland gli dà presto soddisfazione: il tempo è ormai scaduto, quando l’inglese con l’hobby del pianoforte azzecca la giusta sequenza di note e lima di colpo un mezzo secondo al suo precedente miglior giro. Segna un 2’04”080 e si piazza secondo nella griglia provvisoria. Ma Chili rimane saldamente in vetta.


Tre Honda in testa alla classifica fino a 11” dalla fine del turno. Poi Pitt, ultimo arrivato in sella alla Yamaha, ha rovinato il tris e alla Honda è rimasta una coppia. Muggeridge e Charpentier partiranno domani al primo e secondo posto della griglia, mentre Parkes, con la seconda CBR600RR del Team Ten Kate, sarà anche lui in prima fila, ma al quarto posto.
Il turno decisivo per l’assegnazione della pole ha visto ancora una volta Muggeridge nelle vesti di dominatore incontrastato, ma la sua superiorità è stata erosa dai progressi di Charpentier e la certezza di una sua affermazione in corsa non è più totale, vista la massiccia presenza di determinatissime Yamaha R6 nelle immediate vicinanze.
Muggeridge sul giro più veloce sembra avere un margine molto elevato, tale da garantirgli un buon margine di sicurezza in gara; ha ottenuto la pole con 2’06”2, un tempo che lascia Charpentier a 3 decimi e Pitt a quasi 7 decimi, ma il suo miglioramento fra primo e secondo turno di prove è stato molto limitato, mentre quello dei suoi avversari è stato di tale entità da far supporre che qualcosa da limare ci possa essere ancora.


Molto dipenderà dalla partenza. Se “Muggas” riuscirà ad involarsi subito, probabilmente gli altri dovranno rassegnarsi a lottare per i posti dal secondo in giù, mentre se rimarrà ingruppato sarà dura anche per lui: alle spalle di Parkes, al quinto, sesto e settimo posto, ci sono Curtain, Foret e Vd Goorbergh, tutti e tre in sella alle R6 e tutti e tre eccellenti animali da gara, non sarà facile farsi strada in quella selva. Parliamo un momento di Fabien Foret. Il francese, vittima di una spaventosa caduta a Brands Hatch che alla fine si era risolta – e non si sa come – nella sola frattura di una caviglia, non doveva essere in gara ad Assen. Invece c’è, perché è un vero duro, uno che non si rassegna a stare a guardare gli altri che corrono, uno che se si accorge che la sua Yamaha perde qualcosa dalle Honda, usa questo handicap come uno stimolo per andare ancora più forte e, come a Silverstone, magari vince a dispetto di tutto e di tutti. Grande Foret. Ieri era indietro e tutti già si meravigliavano che ci fosse, oggi è in prossimità della pole. Che farà domani?
La Suzuki, quella di Fujiwara, è all’ottavo posto e difficilmente potrà puntare al podio; quella di Chambon è addirittura ventitreesima dietro alla Ducati di Lanzi. Forse è ora che la Suzuki che si dia una mossa...
Sfortunatissimo Alessio Corradi; in classifica risulta il migliore degli Italiani, al nono posto, ma domani non prenderà il via: è scivolato sull’olio sparso da un’altra moto e nella caduta ha riportato la frattura di un polso. Ne avrà per tre mesi. Finisce per lui, e nel modo peggiore, una stagione da dimenticare.

Al termine del primo turno di prove ufficiali, dominato da Alfonsi col tempo di 2’06”933, Vizziello era stato colto da un raptus di modestia: “Gran tempo quello, non credo che riuscirò nemmeno ad avvicinarmi. Penso che domani potrò limare un mezzo secondo al mio tempo, ma non di più. In ogni caso, un secondo posto sulla linea di partenza mi va benissimo”.
Invece di mezzo secondo, Vizziello, che evidentemente si è lasciato prendere la mano, nel secondo turno di prove ha limato un secondo e mezzo abbondante e, forse suo malgrado, si è ritrovato in pole position.
Il tempo di Vizziello, 2’06”408, demolisce (- 2”) la pole precedente stabilita da Lanzi con la Ducati nel 2003 e rifila quasi mezzo secondo di distacco ad Alfonsi, che gli è a fianco in prima fila e 1” esatto a Bernat Martinez, terzo in prova a completare un tris che è ormai abituale per la Yamaha.
A Dionisi e al Team Celani l’onore di essere i primi rappresentanti della Suzuki, al quarto posto della griglia, col merito oltretutto di aver impedito che le Yamaha R1 occupassero i primi cinque posti dello schieramento di partenza, visto che Sofuoglu e Vankeymeulen hanno ottenuto per la Casa dei tre diapason la quinta e la sesta posizione.
Alex Martinez ha vinto il duello con Luca Scassa per la miglior prestazione di un pilota Kawasaki: lo spagnolo è ottavo e l’italiano decimo. Per trovare in classifica una Ducati, moto vincente lo scorso anno, bisogna scorrere la classifica fino al tredicesimo posto, occupato dall’olandese Van Ginhoven.

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